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Non ha la terza narice: Fornili non è tra i prescelti per le regionali

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Prendete questa nota stampa del Partito (così si chiama) democratico: “Prima in tutta la regione, la direzione provinciale del PD di Reggio Emilia ha approvato ieri sera a grandissima maggioranza (solo due astenuti, nessun contrario) quattro nomi da sottoporre ai circoli nelle assemblee dei prossimi giorni per le candidature al consiglio regionale. La direzione ha scelto di indicare solo 4 nomi su 5 per lasciare spazio alle proposte che verranno dal territorio. Entro il 5 febbraio i circoli dovranno riunirsi per discutere sia questi primi 4 nomi, sia chi nominare come quinto candidato”.

Tradotto: i quattro candidati per le regionali sono stati, democraticamente, scelti dai vertici. E forse anche da Roma. Ciò chiarito, per dare maggiore evidenza della democraticità, si “lascia spazio” per la scelta di uno (1 su 5!) ai circoli di partito presenti in provincia. Tanto “spazio” così non lo si vedeva dai tempi antecedenti alla caduta del muro in certe repubbliche dell’Est!

Ma sbirciamo chi c’è tra i quattro, rispettabili, scelti: Marco Babieri e Laura Salsi (che non sono certo volti nuovi), Giuseppe Pagani (Cisl, vicino a Castagnetti), Roberta Mori (altro politico di professione). Proviamo a leggere oltre le righe: tra le nomine, alcuni intoccabili o uomini forti o, appunto, graditi alle altissime sfere. L’intento è palese: tre candidati forti, gli altri a fare da spalla. Figuriamoci il topolino che potranno partorire gli elefanteschi circoli.
Chi manca? Lo scrissi già qualche giorno fa: un candidato della montagna. Un volto nuovo. Una persona travolgente e capace di vincere questa corsa perché ha i numeri e non perché è scelto dall’alto. Il suo nome, lo ribadisco, è Carlo Fornili. Il sindaco di Casina che, in questi anni, ha dimostrato come si possa continuare a lavorare (lui è funzionario Coldiretti) senza essere politici di professione, a stare tra la gente per la gente, a godere di preferenze anche dall’altra sponda e, soprattutto, a ragionare con la propria testa, senza portare il cervello all’ammasso del partito.

Pochi, a dir del vero, si sono spesi per lui, in un momento in cui l’Appennino quasi nemmeno riesce a fare sistema contro una finanziaria che non lo vuole più montagna.
Con queste candidature il Pd ha anche provato – e forse ci è riuscito – a disinnescare la mina Fornili, cui difficilmente si perdonerà il non avere la terza narice (i più giovani si informino, grazie, in merito a un simpatico strumento che si chiamava Succhiello, oppure chiedo al signor Gianferrari di erudire i lettori con uno dei suoi rari e inevitabili commenti).

Fornili, una mina disinnescata, perché è improbabile che un circolo di partito sulle rive del Po, dove si mangiano pesci siluri e rane, possa sostenere un sindaco così travolgente lassù in montagna (pardon, collina), dove ancora pascolano le caprette e ancora deve arrivare la strada asfaltata.
Restiamo alla finestra per vedere, almeno, se gli amministratori della (ormai ex) Comunità Montana, riusciranno a esprimersi in maniera unitaria su questo cavallo di razza e di stazza. C’è tempo solo sino al 5 febbraio. Così è deciso.

* * *

Per la cronaca, ecco il profilo dei quattro candidati alle regionali

Marco Barbieri - Nato nel ‘62, sposato, ha una figlia e vive a Vezzano sul Crostolo. Per la Rai è stato autore e conduttore di diverse trasmissioni su temi connessi a cultura, turismo e spettacolo. Da libero professionista ha svolto attività di consulente artistico. È stato presidente della cooperativa “La Bussola” e vicepresidente del centro “Iniziative sociali educative”. Dal 2003 al 2005 è stato assessore regionale alla cultura e sport. E’ stato capogruppo di “Uniti nell’Ulivo” - Margherita, è presidente della commissione territorio, ambiente, mobilità. Membro dell’assemblea e della direzione nazionale del Pd.

Roberta Mori - Nata nel ’71 è stata sindaco per 10 anni di Castelnuovo sotto fino a giugno dell’anno scorso. Giovane avvocato, specializzata in diritto amministrativo e societario, la sua storia politica inizia alla base come consigliere comunale nel suo stesso Comune. Alle primarie del 2009 è stata la capolista della mozione Bersani nel collegio della Bassa reggiana. Eletta membro dell’assemblea nazionale del partito è pure membro della direzione nazionale.

Giuseppe Pagani - Nato a Casalgrande nel ’58 e laureato in scienze politiche, sposato con due figli. Tesi di laurea: “I bisogni formativi dei lavoratori stranieri nella provincia di Reggio Emilia”. Coordinatore di associazioni culturali, ha ricoperto diversi ruoli nel mondo del volontariato e dell’associazionismo culturale reggiano.Dopo avere lavorato come funzionario di banca e come impiegato in ceramica ha intrapreso la strada sindacale nel 1990. Eletto nel consiglio nazionale della Cisl nel 2005 e riconfermato nello stesso anno per la terza volta alla guida della segreteria del sindacato provinciale.

Laura Salsi - Nata a Reggio Emilia nel 1949, sposata, ha un figlio. Fa parte del gruppo provinciale reggiano "Donne dell'Ulivo". Nel 2008 viene eletta componente dell'Assemblea comunale e dell'Assemblea provinciale PD e dal 7 luglio 2008 è componente della Direzione Provinciale dello stesso partito.
In precedenza è stata segretaria della sezione Ds del villaggio Catellani (comune di Reggio Emilia). Eletta in Consiglio comunale a Reggio Emilia nel 1999, confermata nell'Assemblea nel giugno 2004, dal luglio dello stesso anno fino al settembre 2005 ne è stata la Presidente. Eletta in consiglio regionale nel 2005.

5 COMMENTS

  1. Candidature Pd regionali
    Capisco la delusione del sindaco Fornili e la sua giustissima aspirazione, ma qualche decisione ogni tanto vuole presa e purtroppo per lui ed i suoi sostenitori dovrà attendere un altro turno e continuare a fare il sindaco, da quel che si dice anche molto bene. Sul titolo dell’articolo, se mi permettete, avrei qualcosa da obiettare: 1) non vedo fra i prescelti dei grandi trinariciuti (vocabolo fuori moda)! 2)i candidati grosso modo ci possono stare, due sono riconferme, Barbieri e Salsi, due sono new entry, Mori e Pagani. Sui primi due gli elettori avranno la possibilità di dire se riconfermarli o no, visto che quegli incarichi li hanno già ricoperti, perciò sarà più agevole dare un giudizio specifico. La valutazione invece su Mori e Pagani dovrà essere fatta sui loro curricula. La prima ha fatto 10 anni il sindaco a Castelnovo Sotto, mi sembra di capire anche con ottimi risultati, perciò ha le carte in regola per questa candidatura, non la conosco e dunque non mi inoltre in giudizi specifici. Per quanto attiene invece Giuseppe Pagani, attuale segretario generale della Cisl provinciale, è il volto nuovo della politica e del Partito democratico, ma volto noto per il mondo del lavoro, quindi penso proprio sia ben rappresentato e che la candidatura sia centrata perchè proprio in questo momento di crisi economica è importante che negli organismi che contano vi siano persone capaci di interpretare i bisogni dei più deboli perchè conosciuti e vissuti giornalmente per anni. Perciò il mondo della produzione, dell’associazionismo no profit e della cooperazione ha di che rallegrarsi per quest’ultima candidatura. Se posso (non sono nè un politico nè aspirante politico), direi all’estensore dell’articolo, che immagino impegnato con il Pd, per il futuro se qualche cosa non incontrerà le sue aspirazioni o il partito prenderà decisioni che a suo avviso sono errate o dannose le critiche anche aspre le si faccia, come in questo caso lasciando scoperta la montagna, ma nei luoghi deputati.
    Grazie per la sempre gentile ospitalità.

    (Sergio Tagliati)

  2. Mal comune.. anzi… mal regione…
    Perchè? I candidati del Pdl chi li ha scelti? La BASE o il VERTICE? Il VERTICE ha scelto se stesso? E la base Pdl di Guastalla che proponeva un proprio candidato (dr. Benaglia)? Con quale esito? Chi ha vagliato e soppesato la loro leggittima richiesta? Come dicevo qui su @CRedacon#C Destra e Sinistra sono sempre più simili. Ciò credo contribuisca a generare confusione. Un tempo gli antagonisti erano del calibro di De Gasperi e Togliatti! Fanfani e Berlinguer! Distinti e distanti anche NEI NOMI E NEI COGNOMI; impossibile confondere Enrico con Amintore! Oggi gli antagonisti si chiamano Letta Gianni e Letta Enrico. Qui a Reggio, poi, antagonisti ancora più affini, in quanto all’assonanza: Giuseppe Pagani e Giuseppe Pagliani. Gli antichi romani dicevano: “NOMEN OMEN” (il destino – anche quello elettorale ? – è scritto nel nome). Altro che Fanfani e Berlinguer! E come canta Antonello Venditti: “…OH, ENRICO, SE TU CI FOSSI ANCORA!…”.

    (u.g.)


  3. Il Pd mi sembra abbastanza in difficoltà in montagna in questo periodo. Secondo me dipende dal fatto che si sta ancora cullando sugli allori a causa di una sopravvalutazione del risultato elettorale delle amministrative dello scorso anno. Sulla statale 63 rischia di farsi mettere sotto dall’attivismo senza scrupoli della Lega. Su tante altre questioni il cittadino comune fatica a capire quali sono le linee programmatiche. Iniziative come quella dello scorso lunedì e quella in programma per sabato prossimo sono giuste e utili, ma servirebbe qualcosa di più. La candidatura di un montanaro alle regionali sarebbe un segnale preciso di attenzione e anche, mi permetto di dirlo, una forma di autocritica per i troppi silenzi e ritardi degli ultimi tempi su molti temi. A me non interessa chi candidare (sarei però in disaccordo sulla candidatura di un pubblico amministratore ancora in carica), purché si tratti di persona stimata dai montanari, profondo conoscitore della nostra montagna, capace di proporre idee, ma anche di ascoltare la gente. Sono sicuro che una persona con queste caratteristiche esiste, basta avere la volontà di cercarla.
    Vorrei anche mettere in guardia il Pd: la mancata candidatura di un montanaro e la candidatura di una personalità forte in altri partiti dello stesso schieramento che sostiene Errani potrebbe provocare un’emorrogia di voti. Sono disposti a correre il rischio?

    (Armido Malvolti)

  4. L’usato sicuro
    La mia impressione è che il Pd usi la nostra montagna (rimane montagna, checchè ne dica il Calderoli) come un serbatoio di voti, usato e sicuro. “Qui non cambieranno mai idea! (vuoi per tradizione, vuoi per pochezza della controparte, non so). Quindi perchè investire su di loro se i voti li otteniamo comunque?”. Mi sembra di sentirli.

    (Alessio Zanni)

  5. Quote… e… quote
    Ma non dovevano essere due i candidati espressi dai circoli (sempre per ammissione di chi è moooolto addentro in queste cose)??? Poi cosa è cambiato? Comunque mi devo complimentare con i VERTICI del Pd per il GRANDE CORAGGIO DIMOSTRATO CANDIDANDO FACCE NUOVE ALLE REGIONALI. E’ in questo modo che si coinvolge la gente nelle scelte e la si rende partecipe di un “progetto Nuovo”.

    (Massimo Bonini)