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Solo l’educazione può fare un uomo nuovo

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Solo l’educazione può promuovere un uomo nuovo. L’educazione e non la semplice istruzione. L’educazione che è l’arte di formare le persone, favorendo il loro sviluppo, per cui ogni uomo, ogni donna, ogni bambino possano vivere in pace una vita libera e dignitosa.

Sono parole del Rettore Maggiore dei salesiani, don Pascual Chavez, quanto mai opportune, oggi, domenica 31 gennaio, nella quale i salesiani di tutto il mondo ricordano Don Bosco, il santo dei giovani, che ha anticipato, nel suo amore per loro, tante opzioni della pedagogia moderna, non sempre attenta ai diritti umani dei bambini e degli adolescenti.

In un contesto in cui il bambino, il ragazzo bisognoso è visto come un deviante, una minaccia per la società, cui corrispondono politiche repressive da parte delle istituzioni, Don Bosco ha ribaltato la visione dell’approccio educativo e ha dato fiducia ai ragazzi, credendo nelle loro capacità come persone, soggetti del proprio sviluppo e della comunità in cui vivono. Per loro ha inventato e messo in pratica un nuovo sistema educativo: “Il sistema preventivo”.

E’ forte questo metodo ancora efficace là dove i salesiani sono presenti, in 134 nazioni del mondo, e in quanti l’hanno sposato per essere risposta educativa di speranza alle nuove generazioni. “Educazione, cosa del cuore”, di cui parlava don Bosco, è ormai patrimonio di molti educatori, che hanno accolto le linee essenziali del metodo educativo: l’amorevolezza, la ragione e la religione.

Il diritto all’educazione è uno dei diritti fondamentali del bambini e dei ragazzi, appartiene al disegno di Dio sull’uomo e sulla donna, come quello della dignità di ogni persona, “senza distinzione alcuna di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione” (art. 2 “Dichiarazione Universale dei Diritti umani”). Non possiamo ritirarci dall’educare né farlo in modo superficiale, su falsi valori, privilegiando alcune categorie di ragazzi, emarginandone altre. “Prima che sia troppo tardi salviamo i ragazzi che sono la speranza del mondo”, è l’appello lanciato da don Pascual Chavez, parlando nella Sala Capitolare del Senato a Roma, affermando che “è giunto il momento di propugnare autenticità, solidarietà, sobrietà, per una nuova cittadinanza mondiale attiva e responsabile, in grado di scardinare l’angusto concetto di cittadinanza anagrafica e/o nazionale, nel nome di una cittadinanza planetaria per rimuovere le cause profonde di ingiustizia, di povertà, di esclusione”, dando rilevanza all’educazione, che previene, accoglie, promuove, integra anche ragazzi e ragazze di altre culture.