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Immigrazione / “Ecco quel che avevamo già detto e fatto”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Correva l’anno 2005, esattamente il 6 settembre, quando il sottoscritto, con Anna Curini, presentavamo al Consiglio comunale (di Castelnovo ne' Monti, ndr) un ordine del giorno nel quale chiedevamo alla giunta:
1) di modificare lo Statuto comunale per indicare nello stesso che gli immigrati regolarmente presenti sul territorio comunale da almeno 3 anni ed in possesso di regolare permesso di soggiorno potessero godere del diritto attivo e passivo (cioè votare e farsi eleggere) nelle elezioni amministrative;
2) l’istituzione dell’assessorato all’integrazione con lo scopo precipuo, citava l’odg, “di realizzare, favorire, sostenere politiche inclusive rivolte ai migranti”.

Quando lo presentammo eravamo consapevoli che il primo punto era per così dire una pura affermazione di principio. Allora come oggi pure ”sovversivo”, sia perché questi temi sono di competenza dello Stato centrale ma anche e soprattutto perché opposto alla volontà del governo, allora come oggi (con o senza Fini). Sapevamo che altri comuni l’avevano fatto, sfidando il potere centrale e scatenando le ire del ministero degli interni, che, attraverso i prefetti, avviò procedimenti di invalidazione di questi atti verso quei comuni che avevano appunto modificato lo Statuto. La maggioranza ci fece sapere che non era disposta a votare tale modifica per non dover aprire un contenzioso con la prefettura.

Sorpresi ed amareggiati di questa scarsa combattività (era appunto in carica il secondo governo Berlusconi), ritirammo l’ordine del giorno per cercare comunque una soluzione condivisa che affermasse una volontà positiva dell’Amministrazione nei confronti del tema immigrazione attraverso atti concreti.

Il 25 maggio 2006 (in carica il secondo governo Prodi) ripresentammo l’ordine del giorno modificando comunque il primo punto nel quale si faceva appello ai parlamentari reggiani (ora in maggioranza) perché si impegnassero sia per l’abolizione della legge Bossi-Fini sia per l’entrata in vigore di una nuova normativa in tema di voto amministrativo per quanto riguardava gli immigrati residenti da oltre tre anni. Il punto venne inserito all’ ordine del giorno del Consiglio convocato il 20 luglio 2006. Nel corso del dibattito proponevo un emendamento all’stesso ordine del giorno che si esplicitava con queste parole: ”...con la successiva nomina di una consulta composta in accordo con le nazionalità presenti sul nostro territorio”.

Il sindaco nel suo intervento così testualmente affermò: ”...per quanto riguarda la maggioranza, essa ritiene che tale documento sia condivisibile ed ovviamente lo voterà. Voglio specificare che nel prossimo Consiglio, quando presenteremo il nuovo assessore (l’assessore Ligabue si era dimesso nelle settimane precedenti) ed andremo ad un lieve assestamento di alcune deleghe, sicuramente presenteremo anche la delega all'integrazione; di conseguenza in quell'assessorato è prevista la formazione della consulta degli stranieri”. Con 13 voti favorevoli, 3 contrari ed 1 astenuto il Consiglio approvava l’ordine del giorno. Come sia andata poi a finire è noto a tutti.

Un governo Prodi in fibrillazione continua, precario ed instabile perché legato a pochi voti di maggioranza al Senato si consumò in due anni. Tra drammi e melodrammi non riuscì a modificare la Bossi-Fini (ed il conflitto d’interessi, ecc. ecc.). In compenso regalò qualche miliardo di euro a Montezemolo ed ai suoi amici, la base americana ai vicentini... e mi fermo qui.

Per quanto riguarda la nostra giunta, come in altre occasioni, ha completamente ignorato il pronunciamento del Consiglio (lo fa pure la Moratti a Milano...), non producendo sul tema assolutamente nulla. Il tema immigrazione, come da principio di sussidiarietà, è stato completamente appaltato all’esterno e periodicamente di fronte a fatti di cronaca che vedono protagonisti gli immigrati si arriva a prese di posizione pubbliche completamente subalterne al verbo leghista.

Abbiamo trovato infatti il tempo di approvare l’ordinanza antiaccattonaggio, di militarizzare il corpo dei vigili urbani e, recentemente, di chiedere al governo di applicare le norme xenofobe comprese nel decreto Maroni (reato di clandestinità in primis). Il centrosinistra allo sbando, privo di una posizione automona sul tema ed ossessionato dal tema sicurezza, non riesce proporre una strategia alternativa alla destra sul tema immigrazione.

Eppure uomini, idee, fatti ci sarebbero (si veda ad esempio il bell’articolo di Tito Boeri il 4 febbraio su Repubblica, che chiarisce tante cose rispetto alla presunta connessione immigrazione delinquenza).

Questa completa mancanza di iniziativa - quando non voluta connivenza - ha fatto dilagare in questi anni un pericoloso senso comune (il centrosinistra ogni tanto farebbe bene a rileggersi Antonio Gramsci più che Jovanotti), oramai trasversale, che vede negli immigrati i nuovi “untori” del XXI secolo.

Giunge quindi inaspettato e provvido questo pronunciamento di una parte della società civile castelnovese, da appezzare dalla prima all’ultima riga. Auguriamoci dunque che in sussulto di coraggio si abbia la volontà di affrontare davvero queste tematiche in modo “altro” rispetto all’andazzo odierno.

La speranza dei malvestiti è che vada bene l’inverno, dice un vecchio detto. Ma quest’anno l’inverno è lungo e freddo... ed ogni giorno ha temperatura assai rigida...

(Luigi Bizzarri)

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- Questione immigrati: un appello inviato al sindaco e al Consiglio comunale di Castelnovo ne' Monti (1 febbraio 2010)

3 COMMENTS


  1. Chi meglio di un immigrato può capire tutto quello che Bizzarri ha scritto? La società civile di Castelnovo ne’ Monti è cambiata in fretta e per molte persone non c’e stato il tempo di notarlo. Ma noi, i regolari, inseriti grazie all’aiuto dalla parte più aperta della comunità, siamo ormai parte di questa società. I nostri figli sono i vostri figli. Non c’e spazio per nient’altro; non certamente per l’odio nei confronti dello straniero di cui Bizzarri parla con una visione moderna e civile. Accogliere in tempo le sue proposte è nel bene di tutti.

    (Ndue Ndoci)


  2. Ci insegnano che in questo momento storico è “meglio essere testimoni piuttosto che educatori?”. Bene, anche i nostri figli sono vostri figli… e i vostri bellissimi figli sanno aiutarli. Basta con gli italiani e gli stranieri, “stranieri a se stessi!” (J.Kristeva). Forse è ora che impariamo dai giovani! Grazie.

    (Giovanna Guazzetti)

  3. Diritti e doveri
    Concordo pienamente con la proposta (meno con le motivazioni) di conferire servizi e diritti agli immigrati del nostro comune che, oltre ad essere risorsa economica e culturale, sono in primis persone come noi.
    Detto questo vorrei che fossero sottolineati anche i doveri di questa “categoria” di cittadini, come parlare regolarmente e con un minimo di correttezza la lingua italiana oppure conoscere alcuni fondamenti della nostra storia e della nostra cultura.

    (Alessio Zanni)