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Il maestro Ido Barchi, partigiano, ex sindaco ed ex presidente Avis di Casina, è morto ieri a 84 anni

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È morto ieri a Castelnovo ne’ Monti, dove risiedeva ormai da qualche anno, il maestro Ido Barchi di Paullo, sindaco di Casina dal 28 dicembre 1976 al 21 aprile 1978, figura molto conosciuta, apprezzata e stimata per il forte impegno morale e civile espresso come insegnante, uomo politico, amministratore, cofondatore della Croce Rossa e dell’Avis di Casina, associazione quest’ultima che lo vide primo presidente.

“Partigiano combattente dal 15 giugno 1944 al 25 aprile del 1945”, come egli stesso si definì in una testimonianza resa ai Quaderni storici sarzanesi nel 1988, tre mesi nella Brigata Garibaldi, quindi sottocapo di stato maggiore al Comando unico di zona. “Così a 20 anni, non so perché, mi trovai al comando con responsabilità specifiche (…) fino al marzo ‘45 quando il comando generale mi mandò alle Fiamme Verdi come aiutante maggiore a prendere il posto dell’eroico Italo. Presso questo comando trovai il comandante Carlo e il vicecomandante Elio, mio carissimo amico. Nel nuovo incarico misi tutto il mio entusiasmo nel creare la formazione sempre più efficiente militarmente ed organizzativamente”.

Nel dopoguerra diviene presto insegnante a Paullo dove si sposa ed ha un figlio, Pierpaolo, e partecipa all’attività politica nelle file della Democrazia cristiana. Eletto consigliere comunale il 13 giugno 1971, diviene assessore con delega, tra le altre, a scuola e cultura, e promuove la nascita di una biblioteca comunale intitolata al dott. Sincero Bresciani e inizialmente affidata a volontari. Nel successivo mandato viene eletto sindaco, carica da cui si dimetterà il 21 aprile 1978 restando consigliere comunale fino alla fine del mandato e in quello successivo. Fu vicepresidente della Usl n. 13 di Castelnovo ne’ Monti e membro del Consiglio provinciale dell’Avis per il triennio 1984-1987. Fu poi tra i fondatori del Comitato locale di Casina della Croce Rossa e della sezione Avis di Casina che il 7 dicembre 1982 lo elesse presidente, incarico che esercitò come sempre con grande rigore morale, competenza e generosità fino al 18 febbraio 1990, quando volle “far posto ai giovani”.

“Ricordo il maestro Barchi con commozione. Lo conobbi come insegnante in occasione di una supplenza: il suo modo di presentarmi i ragazzi, la conoscenza e la 'partecipazione' che dimostrava al loro crescere, le indicazioni che mi diede per il breve periodo in cui lo sostituivo furono altrettante lezioni di umanità e pegagogia. L’ho ritrovato poi come assessore e sindaco, quando mi chiamò a collaborare all’apertura della biblioteca, ricordo un viaggio con la sua macchina per andare a scegliere e portare lo schedario nei locali appena riordinati per poter aprire subito; ancora ero con lui nei primi passi dell’Avis: era contemporaneamente uomo del fare e di grandi ideali, pieno di entusiasmo e disinteresse personale, di consapevolezza di un fine più alto. Era molto religioso il maestro Barchi e anche la sua azione pubblica rispondeva ai suoi principi religiosi. Guardo a lui con stima e riconoscenza”.

Al ricordo di Giovanna Caroli, assessore alla cultura di Casina, aggiungiamo quello delle testimonianze riportate su pubblicazioni casinesi dedicate ad alcune realtà di cui ha fatto parte.

“A lui va un grande ringraziamento personale per il lavoro svolto e per avere fortemente voluto che anche a Casina si formasse una sezione Avis, per averla guidata tanti anni con uno spirito puramente di servizio e avere trasmesso a tutte le persone che contattava la voglia di diventare donatore: non a caso, nei primi anni, Paullo, dove lui abitava, annoverava quali donatori assidui tutti i suoi amici. Ora che si è ritirato, rimangono gli insegnamenti di solidarietà, onestà, serietà, disponibilità e altruismo che sempre dovrebbero contraddistinguere chi si impegna in ambito pubblico ma che si dimostrano sempre più difficili da rispettare. Tutti lo chiamiamo da sempre maestro anche se a noi non ha mai fatto scuola: è maestro per antonomasia, una figura rappresentativa. A volte ricordava come per lui la vita fosse stata dura fin dalla prima infanzia, temprandolo anche nel carattere per arrivare poi a essere partigiano nelle Fiamme Verdi: “Ora con l’aiuto di Dio le difficoltà non spaventano più, ora siamo tutti dei signori e dobbiamo mettere a frutto ciò che abbiamo ricevuto”, diceva con grande saggezza (Carla Branchetti, “Avis, un gesto, un dono, la vita”, a cura della Sezione Avis di Casina nel 25° di fondazione)

In una intervista riportata su “Casa Comune. Istituzioni uomini edifici nella storia di Casina” edita dal comune di Casina nel 2005 possiamo leggere: "Lei fu sindaco per un anno e mezzo, interrompendo il mandato con le dimissioni, agli inizi della seconda metà degli anni Settanta, quando in Italia si preparava quel 'compromesso storico' che porterà a un governo di unità nazionale. Una scelta da lei non condivisa. Certo io non condividevo quella scelta: come affermai nel mio ultimo discorso in Consiglio comunale, non c’è vera democrazia 'quando si crea una maggioranza del 95% togliendo il gioco della maggioranza che governa e della minoranza che pungola e che controlla. Su questa mia opinione credevo di poter chiedere il massimo rispetto ma certamente questo non piaceva si miei colleghi in Amministrazione. Liberissimi loro di pensarla diversamente come liberissimo il sottoscritto di pensarla come ho detto. La libertà c’è ancora in Italia e questo è importante e vitale per tutti noi”. "Le mie dimissioni da sindaco si devono però esclusivamente a contrasti in sede locale su scelte locali, in particolare relative all’attuazione del Piano per l’edilizia economica popolare che io avrei voluto veramente finalizzato a consentire l’acquisto della prima casa, attraverso la ricerca degli opportuni finanziamenti in Regione (...)".

Che cosa significava per lei essere sindaco? Posso citare ancora il mio discorso.
“Quando la D.C. mi scelse per la carica che ricopro, credevo che fare il sindaco significasse:
l) risolvere i problemi economici e finanziari del Comune;
2) essere a continua disposizione dei cittadini per aiutare, specialmente i più bisognosi, a risolvere le loro piccole o grandi necessità;
3) risolvere l problemi del Comune con i vari assessori che erano stati scelti per collaborare lealmente a tale scopo, studiando, realizzando e discutendo le cose per trovarne la soluzione migliore, confrontando poi queste con la minoranza che poteva, in piena libertà, dare suggerimenti effettivamente costruttivi;
4) far rispettare le leggi dello Stato, della Regione, nonché i regolamenti che liberamente il Comune si è dato".

Poste queste premesse, di che cosa si è occupata principalmente la sua Amministrazione?
"Innanzitutto dei problemi finanziari ed economici del Comune: ho cercato di ridurre immediatamente l'anticipazione di cassa che avevo trovata aperta presso la banca locale ad interessi elevati... (…) Riproporzionammo anche le tariffe ai costi (nettezza urbana, refezione scolastica, soggiorno anziani) con qualche aumento e il recupero dell’evasione. Per la partecipazione attiva della popolazione, con l'assessore Filippi e con l’ausilio della commissione formata dai 4 partiti, ho contribuito alla formulazione del regolamento dei Consigli di frazione, approvato nella seduta consiliare del 16.12.1977. (…) Per i lavoratori di Casina ho avuto la fortuna di risolvere l'annoso problema dell'area industriale con la costruzione sulla stessa dell'autocarrozzeria per autocorriere. Per questa realizzazione devo ringraziare il presidente della locale Coop. muratori e braccianti di Casina Lodovico Tarabelloni, con l'aiuto del quale sono riuscito a superare i vari e numerevoli ostacoli che si frapponevano affinché l'autocarrozzeria venisse a Casina".

Come ricorda la vita in Municipio?
"Ero in ufficio tutte le mattine, una presenza apprezzata dalla popolazione che è stata servita ed aiutata a risolvere subito i propri problemi contingenti il mio ufficio. Cercavo di essere sollecito nei confronti dei cittadini che si presentavano in Comune, intervenendo anche in questioni private, ad esempio facendo da paciere come prevede la legge. Più difficoltoso l’operare in giunta; proprio i contrasti in questo organo fondamentale resero improcrastinabili le dimissioni, ma il piacere di incontrare nel servizio di ogni giorno moltissimi cittadini che mi hanno dimostrato sempre vera riconoscenza e bontà è stato grande. Mi sono sentito veramente sindaco di tutti i cittadini di Casina.

* * *

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3 COMMENTS

  1. Il ricordo di un ex alunno
    Ho frequentato tutti i cicli della scuola elementare nel plesso scolastico “Guglielmo Marconi” di Paullo e nell’ultimo anno ebbi come insegnante il m° Ido Barchi.
    La piccola scuola della frazione di Casina era, allora, un modesto edificio a Ca’ del Poggio, ma in una posizione veramente molto felice… In quelle estatiche ed eteree primavere, del tempo e della vita, l’occhio nostro, fanciullo, poteva spaziare dal verde dei campi e dei boschi vicini, fino alla vasta pianura lontana, dove giace, pigra e sonnolenta, la Città del primo Tricolore.
    E Barchi, anche come alpino, ci insegnò ad amare la nostra bandiera, come simbolo dei nostri valori più alti ed autentici. Ricordo le austere lezioni, appassionate ed appassionanti, e le sue molto seguite letture, di deamicisiana memoria certo, ma che tanto avrebbero ancora da dire agli alunni distratti di oggi e alle “didatticamente irrequiete” maestrine dalla penna rossa.
    Cercò di fare quel bene che ha lasciato, in tanti suoi alunni, segni indelebili e riconoscenti.
    Al figlio, dott. Pierpaolo, amico d’infanzie giocose e felici, e alla famiglia tutta, un pensiero tratto dall’ultimo libro che sto leggendo, sulle domande “ultime” dell’uomo, di Silvano Fausti e che ha per titolo @CLa fine del tempo#C: “La vita finisce. Così anche il tempo. Ma c’è solo una fine o anche un fine?… Solo se c’è un fine c’è un senso per la vita”.
    Vorrei allora ricordarlo così, il maestro Ido… arrivare a scuola, sempre a piedi, puntualmente, autunno e inverno, dalla sua non lontana casa sul Crocile… ad insegnarci, tra le tante utili cose, anche “quel misterioso senso per la vita”… “il senso di Dio”.

    (Ubaldo Montruccoli)

  2. Ricordo di ex alunno di Paullo
    Ho avuto come insegnante il maestro Ido Barchi per quattro anni nella piccola scuola di Paullo e di lui ricordo la voglia, la passione e anche a volte la severità nell’insegnamento. Anche dopo anni incontrare Ido Barchi era un piacere, sempre sorridente cordiale e disponibile a chiacchierare. Un grande maestro.
    Condoglianze alla famiglia e al dott. Pierpaolo.

    (Giuliano Costi)

  3. Ricordo di un avisino
    Per la scomparsa del nostro (Maestro scolastico e Maestro di Vita) Ido Barchi, socio fondatore e primo presidente della Sezione Avis di Casina. A nome del Consiglio e di tutti gli avisini della nostra sezione, porgo sentite condoglianze al dott. Pierpaolo e famigliari.

    (Silvano Camorani)