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Indipendente-Mente. Incontro sulla dipendenza da alcol, gioco d’azzardo e sui comportamenti a rischio

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Marco Battini della Comunità Giovanni XXIII di Reggio Emilia ha condotto il terzo incontro sulle Dipendenze. Il tema della serata Alcol, Gioco d'Azzardo ma anche molte riflessioni.

Il venire in contatto con sostanze che creano dipendenza è inevitabile nella società odierna. Occorre distinguere tra sostanza tossica, illegale, e sostanza da cui si dipende. Molte sono le sfumature, le variabili. Il DSM-IV, Manuale delle Malattie Mentali distingue tra uso, consumo, abuso.

Non necessariamente un consumatore è anche un tossicodipendente. L’approccio pertanto dovrà essere differente. Come diversi sono i significati che hanno assunto le droghe e i comportamenti dipendenti nella società. Le Nuove Dipendenze come Internet, Shopping, , Sesso, Gioco d'Azzardo in inglese spesso si traducono con il suffisso - Aholic , ricordando l'analogia con l'alcolismo ( Shop-Aholic, Net-Aholic, Sex-Aholic ). Oggi lo stordimento può essere procurato con sostanze, comportamenti, 'facendosi' di sport, televisione, cioccolato.

La sostanza che altera il funzionamento fisico, che agisce e modifica lo stato di vigilanza, che lo eccita o lo inibisce è utilizzata per vari scopi, fisici, emotivi, sociali.
L’incontro con le sostanze è mediato dalla storia personale di ogni individuo. Alcuni assumono sostanze per stare ‘dentro’, concentrarsi, altri per fuggire e stare ‘fuori’. Si può assumerle a scopo ricreativo, o per aumentare una prestazione, e attivare i processi attentivi, come l'incremento di caffeina per studiare o per guidare a lungo.

I significati sono individuali, collettivi, gruppali, sociali e in continua evoluzione. Se il tossicodipendente era un tempo colui che assumeva sostanze per ribellarsi e andare contro il sistema, ora il consumatore di sostanze può farlo anche per integrarsi in uno stile di vita, e conformarsi a uno status quo.

Da un lato la ricerca di piacere, dall'altra l'evitamento del dolore. Carenza di serotonina, ricerca del picco di adrenalina per il giocatore d'azzardo, le componenti emotive si frantumano in una miriade di fragilità, necessità, bisogni.

Alla base il volere compensare una carenza affettiva, il voler sfuggire a un vuoto interiore, alla solitudine, il voler far parte di un gruppo, o un semplice tentativo di 'stare meglio'.

In concreto cosa si attua per arginare questa realtà?

"In Emilia Romagna siamo 170 operatori di strada, andiamo sul posto, offriamo uno spazio Chillout , di decompressione. E' uno spazio fatto di bevande analcoliche gratuite, tisane, cuscini su cui riposare, etilometro. Se il test è oltre diamo la possibilità di dormire lì, lavoriamo sulla riduzione del danno. Oppure proponiamo spazi di musica a minor volume, abbiamo formato Dj, organizziamo attività di attrazione come foto di gruppo, creiamo interesse e diamo informazione, offriamo una alternativa allo sballo, un altro modo di divertirsi e stare insieme. Rientriamo nei servizi socio-sanitari. Funziona".

Cosa posson fare, dire i genitori per poter far sì che i figli non entrino in questa spirale?

"La rigidità, il giudizio, la condanna non servono. Le accuse allontanano, bloccano una comunicazione fluida. Occorre lavorare sull'autenticità. E scindere quello che un figlio è , da quello che fa. Comunicare ai figli le proprie paure, preoccupazioni, ammettere di non essere infallibili, avvicina. Empatia, accettazione, comprensione sono dimensioni che creano comunione."

E' proprio nello spazio della condivisione che si co-decide con i figli e si ridefinisce continuamente il senso della famiglia. E' nell'ascolto, nella presenza incoraggiante, nel sostegno che possiamo insegnare ai nostri figli che per divertirsi non c'è solo lo stordimento, che le scorciatoie per essere simpatici e disinibiti costano e creano un sé finto, artificiale, con un down successivo con cui si dovrà fare i conti.

Dal dolore, dalle paure e dalle frustrazioni non bisogna fuggire a tutti i costi con lo sballo, ma si può affrontare il difficile, il vuoto, attraversarlo e impararvi a so-starvi senza scappare o cercare appigli esterni.

Solo così si diventa adulti senza bisogno, per funzionare, di stampelle che creano un precario, illusorio equilibrio.