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Nuovo “allarme ungulati”

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Nuovo “allarme ungulati" nel nostro Appennino. Fabio Filippi, consigliere regionale Pdl, dice oggi: "Negli ultimi anni vi è stata una vera e propria esplosione demografica di cinghiali, caprioli e cervi. Nel loro continuo migrare invadono e danneggiano le coltivazioni arboree e cerealicole. Una situazione intollerabile per un sistema agricolo e ambientale già problematico: gli ungulati producono alterazioni all’ecosistema, sono veicolatori di parassiti e causano il deperimento del cotico erboso”.

"L’eccessiva presenza di ungulati - spiega - sarebbe in parte dovuta a reintroduzioni nell’Appennino reggiano di specie autoctone: il capriolo si è diffuso rapidamente e anche il numero di cinghiali e cervi è in continuo aumento. L’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) vieta il rilascio di animali selvatici allevati in cattività". “Divieto, a quanto pare, non rispettato”, soggiunge il politico casinese.

“Una situazione difficile – conclude – chi vive in luoghi isolati è costretto ad armarsi per evitare gli ‘assalti’ degli ungulati. La Regione Emilia-Romagna ha il dovere di intervenire per ridurre il fenomeno, eliminando le zone di foraggiamento e sopprimendo una parte dei capi. E’ necessario proteggere e tutelare l’agricoltura di montagna. Inoltre, gli indennizzi per i danni causati da ungulati sono attualmente insufficienti e inadeguati: ho chiesto alla giunta regionale di interpellare le amministrazioni provinciali al fine di rivedere queste quote”.

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  1. Demagogia
    Ma si informi il nostro consigliere Filippi prima di sparare c…, perchè, conti alla mano, a causa delle abbondanti nevicate vi è circa il 30/40% in meno di caprioli. Inoltre l’Atc sta investendo tanto in PREVENZIONE e, a differenza di altre zone, i cacciatori hanno messo sul piatto oltre 150000 € per i rimborsi. Ma forse per rimanere il sella bisogna sempre cavalcare l’onda?!? Chi lo sa…

    (Roberto Malvolti)


  2. Prendo al volo l’argomento. Ieri l’altra sera mi è capitato di essere presente sul posto in occasione dell’investimento di un giovane esemplare di capriolo lungo la strada di Bellessere, a poche centinaia di metri una volta usciti dall’abitato di Castelnovo ne’ Monti.
    Ebbene, ho chiamato il 118 perchè fosse messo in moto l’incaricato che in queste occasioni provvede al recupero dell’animale. Dopo pochi minuti trovo sul posto due persone. Una si presenta come colui che ha investito (o è stato investito, non è questo al momento che mi preme sottolineare) la povera bestia. L’altro era forse un amico. Mi assicurano che hanno già chiamato chi di dovere. Io replico che il 118 era già stato da me avvertito. L’operatore al telefono mi aveva detto che sarei stato ricontattato subito dopo per fornire gli estremi del luogo del ritrovamento. Non avendo invece ricevuto alcun cenno, ho richiamato io. Mi è stato risposto che una persona si stava dirigendo qui da S. Polo (da S. Polo? nessuno di più vicino?) e che non ero stato richiamato perchè quella persona conosceva il posto. Ok.
    Avanti. Si sa, i caprioli, vengono cacciati. Questo esemplare era lì, già steso, a disposizione, con il mantello nanche bucato da una fucilata. Ora mi chiedo (se qualcuno potrà e vorrà rispondermi): che fine avrà fatto quella bestia?
    Ora astraiamo un momento da questo fatto e portiamoci sul generale.
    Da che mi risulta, la legge dice che la fauna selvatica è un bene indisponibile dello Stato. Quindi chiunque se ne appropri illegalmente (bracconaggio, investimento per incidente o dolo) commette reato penale per furto ai beni di Stato. Le carcasse devono essere portate ad un centro di raccolta e analizzate per verificare l’esistenza di malattie. Poi, ufficialmente, vengono distrutte.
    La mia domanda è: è così che funziona veramente? Sarà così – tornando al caso descritto – che è andata anche stavolta?
    Grazie.

    (Commento firmato)


  3. Rispondo al signore indignato per la fine che fanno o farebbero i poveri piccoli capriolini. Il signore in questione probabilmente non ha mai ricevuto danni, non è ancora finito in una cunetta danneggiando la macchina per schivare un capriolino o, peggio ancora, non ha mai preso malattie trasmesse dalle innumerevoli zecche che stanno infestando il territorio, attaccando animali e persone. Pensiamoci prima di fare tanto gli ambientalisti.

    (Pinuccia Incerti)


  4. In effetti negli ultimi mesi si è registrata una vendita anomala di mitra, bazooka, bombe a mano e addirittura armi atomiche a basso potenziale… Inoltre, si vocifera di un possibile coprifuoco notturno per evitare spiacevoli inconvenienti derivanti da questi famigerati assalti degli ungulati. Sarebbe ora!!! Vedo con sommo piacere che il signor Filippi non ha perso il gusto per le sparate ad effetto! Per lo meno in una politica così triste come quella italiana c’è ancora spazio per grasse risate.

    (Luca Reggioni)

    P.S. – Per ridurre il numero di ungulati, effettivamente spropositato rispetto alla capacità del nostro territorio, basterebbe semplicemente aumentare il numero di abbattimenti annuali previsti per la caccia di selezione.


  5. Ah…dimenticavo!! Parlare di corsa alle armi, oltre ad essere una sparata ad effetto, è anche fuori luogo dal momento che:
    1) è necessario il porto d’armi per poter comprare un’arma e la maggior parte delle persone non ne sono titolari;
    2) caprioli e cervi sono specie protette, mentre la caccia al cinghiale è possibile effettuarla solo in squadra (sparargli = bracconaggio tanto per essere precisi);
    3) solitamente dette bestiole sono solite addentrarsi nei terreni coltivati quando questi sono effettivamente coltivati, ossia, in primavera ed in estate che… guarda caso si tratta di periodi in cui la caccia è chiusa.
    Filippi, per risponderle come farebbe il suo capo, ma mi faccia il piacere!!!

    (Luca Reggioni)


  6. Abbattimento o no il problema c’è, i cacciatori hanno paura che il giochino si rompa. Zecche a volontà, campi e boschi distrutti per cosa? Si pensa al capriolo, cinghiale e cervo, e alle persone non si pensa? Invece di fare delle chiacchiere fate delle strade e portate sviluppo. Buoni da niente…

    (Massimo Coli)

  7. Finalmente consci delle problematiche degli ungulati
    Caro Filippi, ai caprioli ci ha già pensato la natura, magari dovevi chiederti se negli anni scorsi si sono abbattuti tutti quelli assegnati dall’allora Infs, ente preposto, e quanto hanno speso le amministrazioni per recuperare le carcasse di caprioli trovate nei nostri territori. Ti ricordo che al momento il problema dei caprioli a mio avviso si è attenuato in quanto la densità è calata drasticamente e, come abbiamo potuto rilevare in Comunità montana, anche gli amministratori locali hanno ben chiare le problematiche agli stessi annesse. Per quanto riguarda gli altri ungulati vieni a trovarci ogni tanto che se ne parla e vedrai che di problematiche in merito ve ne sono altre. Poi, visto che da questo tuo intervento si capisce che il tempo non ti manca, fatti sentire che di problematiche della nostra montagna da esporre in Regione per cercare di trovarne l’efficace rimedio ve ne sono sempre e, a mio avviso, più rilevanti di queste sopra esposte.
    Tanti saluti.

    (Marino Rivoli, “Per la libertà”)

  8. Propaganda
    Questa di Filippi non può essere che un’uscita propagandistica… Che gli animali selvatici vaganti ci siano è normale, è anormale che non ci siano… Gli abbattimenti selettivi se effettuati correttamente possono arginare situazione di esubero ed mio parere è sufficiente. Non vedo dove stia il problema… Corsa alle armi per evitare assalti a me pare una grossa “FETENZIA”.

    (Stefano Ferri)

  9. Per il sig. Luca Reggioni
    Come tutti i cacciatori sanno:
    1) il porto d’armi serve per portare l’arma al proprio seguito (per andare a caccia o per difesa personale), non per acquistarla; un’arma può essere acquistata (o anche ereditata) ed essere semplicemente detenuta con autorizzazione della Questura;
    2) cervi e caprioli sono, per legge, specie cacciabili;
    3) la caccia su terreni in attualità di coltivazione è vietata, ma, ovviamente, un capriolo abbattuto a gennaio non ci sarà più in primavera.

    (Commento firmato)

  10. Bravo Filippi
    Lasciamo da parte la “politica” e una volta tanto proviamo a liberarci da ideologie politiche e partitiche. Filippi ha sollevato un vero problema, serio e sino ad oggi non affrontato in modo deciso da chi di dovere:
    – i caprioli non sono una specie autoctona (mi riferisco al territorio provinciale);
    – lo sapete che il bosco non cresce più!!! I polloni e le piccole piante vengono completamente mangiate da caprioli e soprattutto cervi;
    – lo sapete che il foraggio e l’erba per alimentare le mucche (la poca non mangiata da cervi e caprioli) è infestata da… causa TROPPI animali liberi;
    – lascio per ultimo il problema ZECCHE, sollevato dal sottoscritto in mille modi e, ripeto, nessuno interviene;
    – lo sapete cos’è la Borellia?
    – auguro a nessuno di doverla affrontare, soprattutto su bimbi;
    – chiedo all’AUSL di C. Monti quanti sono i casi di Borellia in un anno? E chiedo i dati degli ultimi dieci anni: i casi sono aumentati o diminuiti?
    – il problema è serio, personalmente appoggio è condivido chiunque lo affronti con modalità serie e decise;
    – non è che per caso anche le zecche sono da tutelare?
    – chiediamoci perchè queste piccole bestioline sono arrivate anche qui da noi;
    – qualcuno risponda e mi indichi se è normale, naturale o se è colpa della natura abbandonata e dei troppi animali, mi sembra che si nutrano di sangue o mi sbaglio.

    (Fabio Leoncelli)

  11. Ungulati! Andate in giro per l’Appennino e vedrete…
    Non si faccia ironia sull’allarme lanciato dal consigliere regionale Filippi. La situazione ungulati è vera e come. Provate ad andare in giro a piedi per la montagna e vedrete! O per le radure prati atti alla fienagione e vi accorgerete che ben poco resta da falciare. I contadini si lamentano che i cinghiali entrano in qualsiasi orto anche se recintato e se si sbarra loro la strada con la presenza umana il cinghiale non ci pensa due volte a caricare e travolgere. Non rida quel signore sulle armi da tenere per difendersi. Evidentemente costui non ha mai incontrato un cinghiale sulla sua strada, specialmente se ha i cuccioli al seguito. Il problema ungulati va affrontato seriamente e sicuramente sarebbero più contenti i contadini e gli allevatori ed il personale del pronto soccorso che spesso deve intervenire per estrarre le zecche dagli arti di chi si inoltra tra il verde infestato da questi piccoli vampiri.

    (Bruno Tozzi)

  12. Ancora troppi
    Sono ancora troppi gli ungulati ed è ancora grave il problema dei parassiti. E’ vero che la neve ha ridotto il numero dei caprioli, ma secondo me occorre pensare ad una soluzione. Amo il nostro Appennino e tutti gli animali ma sono stufo di beccarmi zecche su gambe e braccia! Per non parlare del problema dei polloni e della crescita naturale dei nostri boschi… Non aspettiamo che ci siano persone contagiate prima di intervenire! E’ positivo che qualcuno faccia qualcosa per migliorare il nostro ambiente, no?

    (Commento firmato)