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Affettività, sessualità e comportamenti a rischio negli adolescenti

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Indipendente-Mente : quarto incontro sul tema affettività, sessualità e comportamenti a rischio nell’adolescenza.
Nella sala consiliare una platea attenta e partecipe. Ha condotto il dibattito ancora una volta Marco Battini , educatore e formatore della comunità di recupero e prevenzione del rischio Papa Giovanni XXIII. La riflessione verteva in questo incontro su quanto si modifichino col tempo le norme che regolano i comportamenti sociali, tra cui il comportamento affetivo-relazionale. Ciò che un tempo era ritenuto tollerabile, come uno schiaffo dato a un bambino come punizione, ora viene esecrato dalla comunità, pronta a criticare il gesto, arrivando a denunciare ai servizi sociali, alle autorità comportamenti ritenuti, un tempo ‘educativi’, ora violenti.

Al di sopra dei giudizi morali o valoriali dicotomici 'giusto/sbagliato', durante la serata si è discusso e preso atto dello stato dell'arte del clima emotivo inerente i rapporti affetivi e sessuali nella società contemporanea, senza addentrarsi nel merito delle varie ideologie, ma facendo una indagine sul campo emerge quanto segue.

Mutano i valori, le culture producono significati che cambiano con l’evoluzione dei tempi. E dentro vi sta pure la dimensione della sessualità. Se fino a 40 anni fa essa veniva DOPO un progetto affettivo, come coronamento di una relazione, ora la sessualità è vissuta socialmente anche come veicolo di conoscenza, comunicazione. E addirittura vengono sdoganati dalla TV, dal cinema, anche modelli contrapposti come donne in carriera libere e spregiudicate, pronte e darsi in vari contesti. Si pone il problema se tali messaggi circolano perché corrispondono a una realtà o sono una proposta di nuovi modelli comportamentali? La natura di quanto viene diffuso è sia proposta che prodotto. Di questa doppia natura di quanto viene filtrato, incanalato, divulgato, distorto dai mezzi di divulgazione, bisogna essere a conoscenza.

Il messaggio dato dai media, a volte è contorto, fuorviante. Federico Tamburini , tra gli organizzatori del ciclo di incontri, interviene sottolineando la componente prestazionale massmediatica: “ I modelli relazionali proposti sono fuorvianti, stereotipati. Nei film vediamo sempre interagire il bel ragazzo, la bella ragazza. Cosa accade se nella realtà il ragazzo non corrisponde al modello proposto? Egli percepirà se stesso ugualmente candidato a quel tipo di relazione? O tale dinamiche sono riservate solo a certi giovani che hanno alcuni requisiti fisici, prestanza, bellezza e comportamentali, come la sicurezza, la spavalderia?”

Più volte nella serata viene ribadito l’importanza di considerare la relatività dei costumi, che si inseriscono in un’ottica evolutiva. E di ragionare con i figli partendo da questo.

Cos’è reale? Cos’è normale?

Fino a trent’anni fa l’omosessualità era considerata anche nelle comunità scientifiche, una malattia. Questo deve far riflettere sulla mutevolezza dei valori, sulla rapida e continua modificazione dei costumi, delle modalità di comunicazione, dei messaggi che vengono veicolati attraverso molteplici canali. Considerare anche l’affettività in quest’ottica permette di aiutare i giovani ad affrontare la società.

L’irrigidimento, la non conoscenza mette a repentaglio la vita dei giovani, se non vengono adeguatamente informati sul mondo. Le malattie a trasmissione sessuale ora sono più diffuse tra la comunità eterosessuale, mentre è stata fatta campagna sui rischi dei comportamenti promiscui tra tossici e le comunità omosessuali. Di fatto le statistiche parlano di una diminuzione delle malattie come HIV tra queste fasce di popolazione, mentre sono in aumento i dati riguardanti gli eterosessuali. Questo a causa di una cattiva informazione che annoverava le malattie sessuali solo come prerogativa di certe comunità, senza diffondere le informazioni sui rischi reali dei comportamenti irresponsabili.

Alla base di tale informazione mancata, vari fattori: le paure dei genitori, i tabù, la vergogna di affrontare certe tematiche che vengono ignorate, posticipate, delegate ad altre agenzie, o lasciate in mano al caso, agli amici. Armido Malvolti , scrittore per passione, presente in sala, interviene: “ Mi sento un intruso qui, sono padre di figli molto grandi, e nonno di nipoti molto piccoli. Ho tuttavia lavorato a stretto contatto con una classe di terza media, per un progetto di scrittura. Ho riscontrato un livellamento delle conoscenze, dovuto a un passaparola tra amici, mentre c’è una carenza delle agenzie educative, loro sanno per sentito dire. L’evoluzione spesso mi sembra imposta dai media. Mi permetto di dare un consiglio ai genitori. Non abbiate paura di affrontare qualsiasi argomento con in vostri figli. Parlate. Di tutto.”

Qualche genitore ha espresso con molta umiltà le proprie paure e perplessità nell’accompagnare i figli in questa delicata fase evolutiva. Il rito di passaggio che accompagna l’individuo dall’infanzia all’adolescenza è caratterizzata da una percezione diversa del proprio corpo, che viene sottratto alle cure materne ( si veda a proposito l’interessante testo di Gustavo Pietropolli-Charmet, “Fragile e spavaldo. Ritratto dell’adolescente di oggi” 2009, ed. Laterza).
Il corpo nell’infanzia appartiene alla madre. Con lo sviluppo si esce dal limbo dell’infanzia, l’età dell’identità certa, un bambino è un bambino.
Mentre un adolescente è una terra di mezzo, un qualcuno possibile. Perciò essi pretendono di modificare il corpo per appropriarsene, con tatuaggi, tagli di capelli ribelli, abbigliamento scelto autonomamente. La costruzione dell'identità passa dapprima per il corpo, dalla dimensione percettiva, definire se stessi partendo dalla fisicità per passare al piano affettivo, emotivo, via via fino ad arrivare alle cognizioni e ai valori morali, spirituali.

È nella conoscenza di tutte queste dinamiche che il genitore può essere presente per supportare la crescita dei figli, senza dimenticarsi i propri valori di riferimento, ma tenendo ben presente anche i valori macrosociali in cui i figli sono inseriti, in modo tale che non ci sia una dissonanza dei messaggi, ma conoscenza degli uni e degli altri.

Dandogli strumenti per comprendere e leggere i vari linguaggi che lo circondano, l’adolescente diventerà un adulto consapevole in grado di evitare comportamenti a rischio, scegliendo di instaurare relazioni significative, improntate ai suoi valori di riferimento, e che non mettano a repentaglio la propria salute e quella altrui.

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