Home Economia E’ allarme per l’agricoltura in montagna

E’ allarme per l’agricoltura in montagna

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Situazione d’allarme per la tenuta delle imprese agricole ed agroalimentari della montagna reggiana. “Se nell’arco dei prossimi giorni non interverranno proroghe dell’attuale normativa – sottolinea Vanni Ceccardi, direttore servizi e responsabile del Servizio Lavoro e Previdenza della Confcooperative – per le aziende del settore, siano esse singole che associate, verrà a determinarsi un aumento del costo del lavoro che rischia di provocare danni irreparabili”.

L’allarme di Confcooperative nasce dal fatto che il prossimo 31 luglio scadrà il regime agevolato sui contributi agricoli unificati, che dal 2006 ad oggi ha riservato alle aziende dei comuni montani (quelli che hanno oltre il 50% della superficie totale ad una altitudine di almeno 500 metri) un alleggerimento del 75% del livello ordinario di contribuzione.
“Si tratta – spiega Ceccardi - di una agevolazione riservata in specifico alle aree montane e ad altre in cui vi sono evidenti condizioni di svantaggio economico e sociale, e proprio sulle imprese di queste zone si verrebbero a determinare – in assenza di proroghe - aumenti del costo del lavoro che, a seconda dei comparti, si collocano tra il 12 e il 20%”.

“Sono incrementi – prosegue l’esponente di Confcooperative - del tutto insostenibili da parte di imprese che operano già in condizioni svantaggiate e sono vincolate a pochissimi sbocchi produttivi, con una dipendenza pressoché totale dall’andamento del mercato del nostro formaggio tipico, che dopo anni di profonda crisi mostra una significativa ripresa solo da pochi mesi”.
“La gravità della situazione cui si sta andando incontro è del tutto evidente; un aumento del costo del lavoro di tale entità non è sopportabile, e questo vale per le latterie e le stalle sociali così come per le imprese individuali che si avvalgono di lavoro dipendente”.

“E’ evidente che la grave situazione economica del Paese impone tagli di spesa e risparmi – sottolinea Ceccardi - ma così come i tagli vanno effettuati laddove sono effettivamente improduttivi, così anche i risparmi (o i maggiori introiti dello Stato, in questo caso) vanno messi in atto quando non si rivelano un boomerang sullo sviluppo economico e, conseguentemente, sulla ripresa”.

“Oggi giacciono alla Camera due emendamenti alla manovra finanziaria che tendono proprio ad evitare questo colpo di scure sull’agroalimentare montano: alle istituzioni locali, al mondo politico e soprattutto ai parlamentari reggiani – conclude il dirigente di Confcooperative – chiediamo dunque un intervento immediato e 'bipartisan' sul governo per la proroga ed un ulteriore incremento della defiscalizzazione sul lavoro, che rappresenta una condizione primaria per assicurare prospettive di continuità alle aziende agricole e alle cooperative agroalimentari dell’area montana, ovvero a gran parte del sistema economico dell’Appennino”.