Home Società Dalla Libertà / Come far fiorire le piccole comunità

Dalla Libertà / Come far fiorire le piccole comunità

4
0

Grazie, sia lode a Te, o Dio! Per tutto quello che mi hai donato, grazie, sia lode a Te, o Dio!". Con queste parole, gridate da un gruppo di bambini e ragazzi in festa, si è conclusa per il secondo anno consecutivo una valida iniziativa messa a punto dall’unità pastorale di Valestra, chiamata Studiare insieme è bello!, che comprende e raduna, sotto la guida del parroco don Villiam Neviani, una serie di piccole frazioni del comune di Carpineti: Valestra, Bebbio, Casteldaldo, Colombaia, S. Pietro e S. Caterina. Dal 23 al 28 agosto la chiesa di S. Andrea in Colombaia, recentemente ristrutturata, e i locali adiacenti hanno ospitato circa 35 bambini e ragazzi di età compresa fra i 3 e i 12 anni, accompagnati da don Villiam e una dozzina di educatori (studenti delle scuole superiori e qualche mamma).

Questo il programma della giornata-tipo: raduno alle 9; momento di preghiera in chiesa, allietato da canti con sottofondo di tamburelli e maracas nelle mani dei più piccoli e reso più incisivo da particolari “segni”, come il cuore di lumini azzurri ai piedi dell’altare, opera dei bambini, e uno scambio caloroso di abbracci e strette di mano. Poi, la divisione in due gruppi, ciascuno seguito da alcuni educatori: i bambini delle elementari e i ragazzi delle medie svolgevano i compiti estivi in una saletta, mentre i piccoli si dedicavano alle più svariate attività, utilizzando liberamente il materiale messo loro a disposizione (pastella colorata, legnetti, costruzioni, ruspe e camion, chiodini colorati, pennarelli, timbri, favole, corda per saltare, biliardino, palloni…). Alle 10,30 la campanella segnava l’inizio dell’agognata pausa: tutti in cortile a rifocillarsi grazie all’appetitoso rinfresco offerto a turno dai genitori. Ancora una mezz’oretta di studio e gioco, poi di nuovo tutti in chiesa per la preghiera delle 12 e il canto conclusivo.

L'ultimo giorno è stato invece in parte dedicato alla preparazione della Messa domenicale, con le prove dei canti e la Preghiera Eucaristica dei fanciulli; ogni bambino ha poi completato una striscia colorata con la scritta “Questa settimana mi è piaciuta perché…”. I bimbi di età pre-scolare, nel frattempo, hanno impresso su un grande cartoncino le manine impregnate di colore. Dopo una divertente caccia al tesoro lungo le vie del paese, la giornata si è conclusa con il pranzo al sacco in una baita lungo il fiume Secchia.

Ultimo appuntamento della settimana è stata la S. Messa, una vera festa a cui hanno partecipato i bambini e le loro famiglie: la chiesa era addobbata in modo speciale,
con l’altare circondato da zaini e giocattoli, la tovaglia ornata da un festone di manine variopinte e i banchi pieni di strisce colorate.

Non è facile esprimere la ricchezza di emozioni e di insegnamenti che ciascuno di noi ha vissuto e tratto da queste intense giornate. Mi limito ad alcuni aspetti che ho personalmente apprezzato:
• il piacere dello studio: da odioso fardello anche un esercizio di matematica può diventare piacevole, se si condivide la fatica con qualcuno;
• il valore del gioco: niente Playstation, Gormiti, Winx, ritmi incalzanti, buchi da riempire a tutti i costi...; i bambini ci insegnano che il gioco è creatività, fantasia, libera espressione di sé e libero godimento del tempo;
• la gratuità possibile: in un mondo in cui “nessuno fa più niente per niente” vedere giovani e adulti che si mettono a disposizione degli altri con amore, senza pretendere nulla in cambio (l’iniziativa era completamente gratuita), è motivo di grande speranza;
• l’importanza della collaborazione: siamo una realtà piccola e disagiata, povera di forze e di mezzi rispetto ai numeri e alle strutture di tante parrocchie cittadine; eppure, se lavoriamo insieme, superando le chiusure e mettendo in comune i nostri talenti, possiamo far fiorire le nostre comunità;
• la verità profonda del Vangelo, quando Gesù afferma che il Regno dei Cieli appartiene (qui ed ora!) a chi è come i bambini: specialmente i più piccoli, con la loro semplicità, la capacità di fidarsi, di affidarsi, di stupirsi e di gioire di niente, dovrebbero essere un modello per noi adulti complicati, noiosi e annoiati, dal cuore indurito, insensibili alla Bellezza.