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Delle corriere e delle pene

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Riceviamo e pubblichiamo.

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"Gentile redazione, vi voglio raccontare un fatto accaduto proprio oggi. Abito a Felina, e per fortuna sono automunita. Oggi, venerdì giorno di mercato, mi trovo con l’esigenza di prendere la corriera delle 13,20 per arrivare in città. Sapendo che al venerdì c’è il mercato in paese, anche se è un mercato piccolo, mi sovviene che forse c’è un cambiamento nelle fermate delle corriere. Chiedo quindi al bar della piazza, ma non mi sanno assicurare quale corriera si ferma dove, ne passano tante, Felina è un punto di smistamento per la montagna e a quell’ora ci sono le corriere degli studenti.

Allora torno a casa e, per sicurezza, cerco il numero dell’ufficio informazioni dell’ACT, provo a chiamare, sono le 12,50. Dopo vari squilli, mi risponde un signore che pare già infastidito per la telefonata, tuttavia ascolta la mia richiesta.

Chiedo cortesemente dove si ferma la corriera al venerdì, visto che c’è il mercato, mi risponde sempre più infastidito che non lo sa e che deve chiedere alla sua collega o leggere sull’orario. Attendo e nell’attesa il signore delle informazioni allontana la cornetta e continua a parlare. Ascolto esterrefatta una litania di parolacce, giudizi e imprecazioni, che in sintesi recitano: “Che due ***, 'ste telefonate mi stanno sul ***, 'sta qui abita a Felina e non sa dove passa la corriera quando c’è il mercato?”.

Nel frattempo, mentre io sono agghiacciata da quanto sto ascoltando, la collega trova una qualche informazione, torna frettoloso e scocciato mi dice che fino alle 14 non passano le corriere dal paese ma dalla statale. Lo ringrazio e allibita gli chiedo di dirmi con chi ho parlato. Lui dice di chiamarsi Carlo, gli chiedo anche il cognome e lui mi risponde che il suo cognome non lo dice a nessuno. Sempre più perplessa, mi complimento con lui per la gentilezza e la professionalità. E mi reco a prendere la corriera sulla statale.

Per sicurezza mi faccio accompagnare al Fariolo. Ma lì scopro che c’è un cartello con scritto “Fermata solo in caso di traffico sospeso in piazza a Felina”. Bene, penso di essere nel posto giusto. Ma poi vedo a 30 metri che c’è un’altra fermata, che sbuca fuori dal raccordo dalla strada vecchia, passaggio delle corriera che viene dalla piazza. Dove attendere? Per fortuna eravamo in due e ci siamo appostati a mo’ di commandos sulla statale per fermare la corriera. In nessun cartello compare la scritta “al venerdì la corriera si ferma nel tal posto”. Alla fine sono salita sulla corriera, la fermata giusta era in paese, quindi l'informazione era pure sbagliata. E ora vi scrivo.

Premetto che rispetto chi fa il proprio lavoro con onestà e serietà anche in tempi di vacche magre. Ma nel frattempo rifletto: leggo spesso che l’ACT è in crisi. Leggo di autisti e autistesse che guidano ai limiti della sicurezza, leggo di ferrmate al Cattaneo di Castelnovo pericolose, dove gli studenti si ammassano, leggo di corriere che non si fermano dove dovrebbero. Le lamentele si sa ci sono ovunque.

E non mi sembra un periodo felice per l’azienda dei trasporti reggiana. Tuttavia chiarezza negli orari specificando le fermate non costerebbe così fatica. Capisco che l’azienda sia in crisi e ci sia malcontento. Forse a causa di queste amarezze il signore era così infastidito a dare informazioni? Ho un suggerimento: selezionare in base ai requisiti i ruoli. Magari all’ufficio informazioni non metteteci una persona così. Oppure munite la linea di quelle musichine che si mettono in attesa. Il signore ha fatto una pessima figura, maleducato e cafone. Ma l’ha fatta fare anche all’azienda.

Signor Carlo Ilcognomenonlodòanessuno cambi lavoro o si faccia dare un’altra mansione. Si prenda un po’ di ferie, cerchi un po’ di svago. O cambi mestiere. In periodi come questi c’è da stare attenti con la comunicazione. E’ vero che noi signore felinesi magari non sappiamo i luoghi delle fermate delle corriere (se fossero stati scritti con chiarezza non l’avremmo mai disturbata), ma sappiamo usare il computer per scrivere.

(Lettera firmata)

7 COMMENTS

  1. Solidarietà
    Solidale con la signora, aggiungo che l’Azienda consorziale trasporti di Reggio Emilia ha quest’anno incrementato l’abbonamento annuale per studenti, cambiandolo da settembre a giugno (come in precedenza) a settembre-agosto. Posto che personalmente non accetto l’ipocrisia (questo non è un migliorare il servizio agli studenti ma un espediente per incassare maggiori denari…), quali studenti utilizzano la corriera con sistematicità nei mesi di luglio e agosto? E quando, come è capitato a mia figlia, chiedono al conducente di fermarsi perchè uno studente sta correndo dietro la corriera e l’autista non solo non si ferma ma, pure scocciato, afferma: “Prenderà poi quella successiva”, pur sapendo che sulla tratta in questione la persona dovrà aspettare ore? E poi, ancora, perchè pagare un abbonamento su una tratta superiore ai 20 km, quando la tratta in questione (Villa Minozzo-Castelnovo ne’ Monti) è di 18 km?
    Eh!

    (Antonella)

  2. Brava
    Ha fatto bene a scrivere, io non sono stata trattata in modo maleducato ma mi è capitato di telefonare per avere informazioni e nessuno me le ha sapute dare. Come dice lei i cartelli non sempre ci sono e non sono esaustivi…

    (Commento firmato)


  3. Lei Signora è stata di una gentilezza enorme. Quel Carlo si meritava di sentirsi dare del cafone, in diretta, e si meriterebbe anche una raccomandata all’ATC di lagnanze per la sua maleducazione. Certo che, probabilmente, sarebbe buttar via i sodi per spedirla. Ma queste maleducazioni devono essere segnalate per non lasciare sempre il mondo in mano agli ignoranti, perchè di ignoranza si tratta. Non sapendo la risposta, avrebbe dovuto semplicemente dirle con cortesia che, spiacente, ma lui non era informato. Risposta meno scandalosa della prima, a rischio di ricevere lui una cattiva risposta.

    (Graziela Salterini)

  4. Maleducazione
    Per fortuna, indipendentemente dal nome che potrebbe essere anche diverso, esiste un numero di telefono chiamato, un giorno e un orario che permetteranno all’azienda di individuare chi ha risposto. Non si vuole criminalizzare nessuno ma una deontologia professionale deve esistere e, soprattutto in periodo di crisi dove tante persone perdono il lavoro, chi ha la fortuna di averlo non deve neppure lontanamente comportarsi in un modo così vergognoso.
    Alla signora che ha scritto la massima solidarietà e all’azienda la richiesta di una doverosa risposta. Trincerarsi dietro il silenzio non fa altro che aggravare l’episodio e convincere gli “impuniti” che sono nel giusto.
    Cordiali saluti.

    (Enzo Fiorini)

  5. Grazie
    Grazie a @CRedacon#C dello spazio. Voglio rassicurare chi ha qui espresso solidarietà che ho inviato una copia della lettera (firmata con nome e cognome) all’ufficio pubbliche relazioni dell’Act. Signor Fiorini, ho fatto il suo stesso pensiero. Chi ha un lavoro se lo sappia tenere. E se risponde al numero INFORMAZIONI che le dia. Educatamente. E faccia ciò per cui è pagato. Altrimenti c’è altra gente che non aspetta altro che un lavoro. Grazie.

    (Commento firmato)