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Il Parlamento chiude

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Montecitorio chiude i lavori parlamentari. Sicuramente si potrebbero costruire pagine e pagine di battute: "Un po' di riposo dopo tanta fatica ci vuole", "Ma li paghiamo lo stesso?", "Eppure il clima non dovrebbe far rischiare colpi di sole", ecc. ecc. Certamente ci potremmo sbizzarrire sui commenti al perchè chiude che dovrebbe essere, in estrema sintesi, l'attesa del voto di fiducia o sfiducia al governo.

Qualunque sia la motivazione, però, trovo orribile e terrorizzante il fatto in sè. La nostra è, finchè qualcuno non cambierà la Costituzione (una delle migliori al mondo, non dimentichiamolo mai!), una Repubblica parlamentare. Se le parole hanno un senso, dunque, il Parlamento, in Italia, è sovrano: non dipende, cioè, dall'attività degli altri poteri dello Stato ma autonomamente dovrebbe scegliere, per il bene comune, su cosa e quando lavorare. Persino su chi deve governare.

Il prodotto del suo lavoro ordinario (nel senso di "normale", non nel senso di "qualitativamente scarso") è comunemente chiamato "legge". Perchè, allora, Montecitorio chiude i lavori parlamentari? Non ci sono proposte o disegni di legge da discutere? Non ci sono leggi da migliorare? I parlamentari che volessero (sono stati eletti per questo, no?), introdurre proposte di legge per migliorare la vita dei cittadini non possono farlo?

Perchè Montecitorio, sovrano rispetto all'attività del governo, chiude i lavori parlamentari? Perchè tutti gli "onorevoli" (i sedicenti "onorevoli") sono più preoccupati di riuscire vincitori nel mercato dei voti per il 14 di quanto non lo siano per il bene dei loro cittadini? Perchè non trovano argomenti o mezzi, nemmeno in questi tempi ed in queste condizioni, per cercare di risolvere nemmeno qualche piccolo problemuccio italiano? Perchè pensano che di problemi non ce ne siano? Disarmante, davvero disarmante.

E, faccio notare, sono gli stessi che verranno, fra qualche mese o al massimo fra un paio d'anni, a chiederci di votarli!

Saluti a tutti e buon 14 dicembre.

(Elio Peri)