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Bamboccione: guai a dirlo a un giovane

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Lo dicono gli esperti del mondo giovanile: “I giovani vanno impegnati”. “Sono le proposte forti che li maturano”. “Troppo protetti, crescono bamboccioni!”. Bamboccioni! Guai a dirlo a un giovane: si offende, ma rimane pur vero che le proposte forti ci sono ma non sempre accessibili a tutti. Il servizio civile è una di queste. Non è l’obiezione di coscienza, riserva dei maschietti, che rifiutavano il servizio militare. La proposta è aperta anche alle giovani ragazze maggiorenni. Istituita nel 2001, con la legge 64, per parecchi anni è stata l’unica in Europa. Quanto a leggi, noi italiani siamo veramente bravi. Ad esempio, sul carcere, è una delle più moderne al mondo, mancano solo i fondi per realizzarla. Sta avvenendo lo stesso per il servizio civile: a fronte di tante domande di da parte dei giovani, si prevede per il futuro una inadeguatezza di risposta, a motivo dei tagli operati sui fondi e il conflitto di competenze sulla gestione e l’organizzazione tra le Regioni e il Governo.

E’ davvero una delusione per quanti hanno creduto e credono nel servizio civile come luogo di formazione alla cittadinanza e alla solidarietà delle nuove generazioni, chiamate a partecipare nel territorio in ambiti di grande importanza. Abbiamo visto, in questi anni, giovani impegnati in progetti per minori, per anziani, per immigrati, nell’ambiente, nella protezione civile, nell’attenzione al patrimonio artistico e culturale.

Risultati eccellenti si sono ottenuti là dove non sono stati lasciati soli, ma hanno goduto dell’accompagnamento educativo, ben elaborato e studiato dagli Enti, che lo promuovevano. La controprova? Numerosi giovani che hanno fatto esperienza positiva, la continuano. Già questo era capitato con gli obiettori di coscienza e si ripete tuttora, quando i giovani non sono utilizzati come manodopera dell’Ente, che sfrutta la loro buona volontà durante l’anno di volontariato sociale.

Ora i giovani si aspettano un regalo di Natale, fondi che permettano di continuare il Servizio Civile. Non devono essere ignorati, messi a tacere, giovani che intendono fare qualcosa di disinteressato per la comunità. L’anno di volontariato sociale è una vera opportunità formativa, creando in loro mentalità di cittadinanza attiva, al posto di quella passiva, dove sono semplici consumatori e fruitori di servizi, prevalendo l’interesse personale e l’individualismo. La cittadinanza attiva sviluppa invece partecipazione e responsabilità, trasformando la vita sociale. Si deve dare una risposta a questo movimento di giovani che scelgono la pace e la non violenza, profezia testimoniata, nel tempo, dai vari Capitini, don Milani, padre Turoldo, monsignor Bello e dai gruppi giovanili che li hanno seguiti. Non si abbia timore ad investire sui giovani! Hanno voglia di fare, non deludiamoli!

2 COMMENTS

  1. Eppure
    Concordo anche io con l’articolo di Don Chiari. Ad aprile (subito dopo la laurea) mi ero informato per fare il servizio civile, presi contatto con una piccola organizzazione che si prende cura delle persone non vedenti a Reggio Emilia, ma non ci fu niente da fare perché non furono stanziati i fondi. Ho chiamato la Regione qualche mese fa e ancora niente, fanno i bandi di concorso senza avere i soldi! Don, queste iniziative vanno premiate, la nostra classe politica non trova nemmeno i fondi per dare 400-500 € a un giovane che si impegna per il sociale! Concludo con due parole: CHE VERGOGNA!

    (Luca Malvolti)

  2. A Luca
    Concordo pienamente. Questo è un discorso al di sopra e al di fuori di qualsiasi politica. Un impegno sociale darebbe figli migliori e migliori padri futuri. Non si sta creando una comunità, ormai, ma un decadente servilismo che non guarda oltre i propri interessi personali.

    (Graziella Salterini)