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“Proponiamo una grande manifestazione di protesta insieme agli amministratori locali”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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La U.I.L., da sempre attenta ai problemi della montagna, denuncia la grave situazione in cui versa il nostro territorio. La preoccupazione maggiore è il silenzio dei nostri amministratori. In primo luogo la situazione stradale. In completo abbandono a partire dalle strade statali, provinciali e comunali. Da non dimenticare la famosa Gatta–Pianello da tempo sotto i riflettori a causa di un falso ambientalismo che non permette, in modo adeguato, interventi sul greto del fiume evitando così che diventi una strada sicura anche per lo sviluppo del territorio. Un breve passaggio sull’istituzione del Parco nazionale che doveva portare risorse e posti di lavoro, creando invece vincoli.

Ultimo ma non per questo meno importante, la situazione Iren, un’azienda che rischia, prima con la quotazione in borsa e il successivo accorpamento con Genova e Torino, di abbandonare il territorio non investendo più sulle reti (gas, gpl, reti acqua) e di conseguenza sull’occupazione (indotto tutte le aziende che indirettamente lavoravano e creavano occupazione).

Queste a nostro avviso sono le problematiche da condividere con tutti i soggetti interessati quali lavoratori, artigiani, commercianti, pensionati, associazioni di categoria, vicariati della montagna da sempre interessati alla tenuta e allo sviluppo del territorio. Proponiamo una grande manifestazione di protesta insieme agli amministratori locali.

(Uil, ufficio zonale di Castelnovo ne' Monti)

7 COMMENTS

  1. Protesta degli o contro gli amministratori?
    …ma se gli amministratori locali sono del medesimo partito degli amministratori che ignorano la montagna è una proposta plausibile la protesta contro gli amministratori (sottointeso periferici)?

    (EI)

  2. Grazie
    Sono a ringraziare chi opera per smuovere i dormienti, credo che quanto detto da chi opera per difendere i più deboli dovrebbe essere ascoltato da tutti e sopra ad ogni cosa vi dovrebbe essere unione di intenti affinché la parte debole della società provinciale (alta montagna) ottenga ascolto e promozione sociale. La parte debole sono i giovani in quanto non riescono a trovare lavoro se non spostandosi e le persone che purtroppo lo perdono il lavoro; dette persone si ritrovano a spostarsi dai luoghi d’origine e quindi vi è un depauperamento progressivo e purtroppo inarrestabile del territorio montano. Vi sono iniziative che porterebbero lavoro e risorse verso la montagna ma non vengono neppure prese in considerazione o comunque vengono osteggiate o purtroppo vengono prese in considerazione con anni di ritardo e quindi non riescono più ad essere incisive.
    Credo che ognuno di noi, in primis gli amministratori pubblici, dovrebbe essere disponibile a partecipare ad iniziative e non solo a convegni che possono fermare il degrado complessivo della montagna e credo che dobbiamo dire grazie a quanti levano il grido di dolore di quanti si trovano in difficoltà e si danno da fare. Occorre che a questa richiesta di muoversi le associazioni vive e vitali diano risposte nel breve periodo e non aspettino disposizioni dall’alto, chiedo ai sindacati alle centrali cooperative alle varie associazioni di dare una scossa a quanti dormono sul loro privato benessere, spero che alla richiesta della Uil venga risposto a breve.

    (Gianni Felici)

  3. Manifestazione di protesta proposta da Uil
    Condivido anch’io le ragioni della protesta ma, francamente, non comprendo perchè nella prima parte del comunicato si scrive “la preoccupazione maggiore è il silenzio dei nostri amministratori” e poi si conclude con: “proponiamo una grande manifestazione di protesta insieme agli amministratori locali”. Chiariamo, poi parliamone. Grazie!

    (G. Virgilli, presidente Ascom)

  4. Scarsa attenzione all’uomo e al territorio
    Prima di pensare al cicloturismo in Appennino (e ad altri spassi legittimi), anch’io sarei propensa a favorire interventi mirati al riassesto del territorio, lavorando in profondità e seguendo minuziosamente i lavori ogni qualvolta si affronti un problema. Purtroppo negli ultimi decenni gli enti preposti all’amministrazione e conduzione del territorio si sono preoccupati più a parole che a fatti, dei veri problemi… Sono latitanti le bonifiche, le fitosanitarie, le comunità montane, il Parco, ecc. ecc. Oppure si costruiscono le cattedrali nel deserto come la “piattaforma sulla valle” a Sparavalle, lo spartitraffico o rotonda a Gazzolo, la strada per metà asfaltata da Temporia all’Enza (da notare che la strada è un’interpoderale e termina al fiume, perchè il ponte non c’è). Se volessero, il presidente del Parco e gli amministratori locali, dare lustro alla zona e incentivare il turismo non dovrebbero, forse, prima puntare sulla qualità della viabilità che ormai è obsoleta e improponibile?

    (Commento firmato)

  5. Marketing territoriale
    Tutte le volte che a Castelnovo si presenta un’occasione di richiamo culturale o turistico che possa creare “traffico” e quindi mettere in atto quel marketing territoriale di cui tutti parlano scende in campo la Polizia municipale e, parafrasando un luogo comune, “scatena l’inferno..!!!!!”. Per cui giù multe a man bassa su piazza Gramsci, via Roma e dintorni quasi a cogliere il maggior traffico come fonte di proventi. L’Amministrazione si è impegnata a convocare il comandante Longagnani nel prossimo Consiglio che ci racconterà qual è il suo punto di vista sull’argomento. Sarebbe bene che ogni cittadino interessato al comportamento della Polizia municipale partecipasse al Consiglio che sarà aperto a tutti per meglio comprenderne l’operato stesso. Nel frattempo non usate l’auto ma servitevi delle ciclabili.

    (Federico Tamburini, “Persone e montagna”)

  6. Kyrie eleison!
    Scarsa attenzione all uomo e al territorio…”kyrie eleison”…! Quando la finiremo con queste menate?!!! Quando c’era l’invocata manutenzione dei boschi, dei fossi e dei sentieri la gente è rimasta? O se ne é andata? E dove è andata? In altri Appennini tenuti meglio? Avanti così “commento firmato”! Avanti tutta verso gli anni ’50! Con idee così nemmeno mio nonno si sentirebbe giovane!!!

    (Commento firmato)

  7. Protestare serve ma bisogna ridefinire un grande progetto per la montagna
    La proposta avanzata da Riatti va condivisa, sostenuta ed attuata. La montagna deve rivendicare dalla provincia, dalla regione e dallo stato centrale. Rivendicare il lavoro, una viabilità buona, uno sviluppo buono che torni a far sperare la gente della montagna. Non si tratta di richieste di singoli cittadini, ma di fermare un processo irreversibile di decadenza morale, economica e sociale. Voglio continuare a pensare che in montagna esitono ancora forze sane e tra queste metto le istituzioni, comuni in testa; metto le associazioni Cgil, Cisl e Uil; metto la chiesa locale.
    Ebbene si puo protestare e proporre un piano si di sviluppo della montagna? Io credo di sì. I sindaci dei comuni del crinale debbono, se vogliono pensare da un futuro per la montagna, avere il coraggio di convocare una grande assemblea di cittadini della zona per capire con loro ed assieme a loro le vere emergenze, gli elementi di crisi vera del territorio. Solo con i cittadini e prossibile affrontare i problemi veri e costruire una piattaforma per l’intero territorio. Affermo ciò pensando anche al ruolo debole dei singoli consigli comunali che vivono sulle loro debolezze reciproche. Manifestare contro e per. Riatti non propone una manifestazione contro gli amministratori pubblici; anzi chiede a loro sostegno per denunciare i mali del territorio montano. Certo alla Regione e alla Provincia dovranno pur essere fatte richieste. Alle associazione di categoria e al Parco nazionale dovranno pur essere avanzate proposte di intervento.
    Non è vero che i montanari sono rassegnati alla esitinzione. Vivono in condizioni di rassegnazione perchè tutti, a partire dalle istituzioni, mandano segnali di sconforto e disimpegno. Mi sovviene di paragonare la montagna ad un paziente in camera di rianimazione. Forse è esagerato ma uno su mille ce la fa ad uscire dalla camera di rinimazione e tornare alla vita. Noi non possiamo svolgere il ruolo di chi assiste alla morte naturale di un territorio. Non possiamo con i nostri silenzi uccidere la montagna reggiana.

    (Marino Friggeri, Alleanza per l’Italia)