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L’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti compie domani 80 anni. Un po’ di storia attraverso le parole del sindaco, e nipote del fondatore, Gianluca Marconi

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Ricorrono domani, 17 maggio 2011, 80 anni dalla fondazione ufficiale dell’Ospedale S.Anna. Il nosocomio di riferimento per tutta la montagna fu infatti fondato nel 1931 dal Dottor Pasquale Marconi, che rilevò dalla “Congregazione di Carità” due fabbricati inattivi esistenti, e la concessione di impiantarvi una unità ospedaliera. La storia di questi due piccoli edifici ad uso ospedale risaliva al 1867: dall’Archivio parrocchiale di Castelnovo infatti si ha notizia che il 22 settembre 1867 moriva nel capoluogo montano Agata Monzani lasciando parte dei suoi beni per costruire una “Casa ad uso ospedale”.

Con il contributo del Regio Governo di 2000 lire, nel 1875 il primo edificio fu terminato e utilizzato dalle Suore della Carità che aprirono una scuola d’insegnamento elementare e di lavoro. Nel 1920, in seguito al terremoto che sconvolse tutto l’Appennino reggiano, fra le provvidenze eseguite da iniziativa pubblica compare il progetto di un posto di Pronto Soccorso grazie anche all’offerta della Regina Madre Margherita (nello stesso periodo una analoga struttura nasce a Villa Minozzo): si arrivò nel 1922 ad affiancare al primo edificio un secondo. Ambedue vennero, più che arredati, riempiti di materiale ospedaliero risultante da residui della guerra del 1915-1918, di provenienza Americana.

Cominciò così, con l’acquisizione e la ristrutturazione di questi edifici da parte del Dottor Marconi la non facile impresa di dotare la montagna reggiana di una struttura ospedaliera, l’allora “Principe Umberto”.

Spiega il Sindaco Gianluca Marconi , nipote dell’Onorevole Pasquale Marconi: “La casa di cura “Principe Umberto” venne inaugurata il 17 maggio 1931 alla presenza dell’Onorevole Raffaele Paolucci, docente di chirurgia all’Università di Parma.
Pasquale Marconi, Chirurgo, con la collaborazione del Dottor Favali e di alcuni infermieri cominciò ad accogliere e curare ammalati: ben presto il piccolo ospedale si riempì. Nel 1934 venne inaugurato il “Sanatorio”, dotato di tutte le strutture necessarie ad ospitare malati di tubercolosi. All’interno dell’Ospedale, sorse anche il piccolo “Cottolengo” dove venne gratuitamente ospitato un gruppo di bambini portatori di gravi handicap fisici e mentali. Nel periodo bellico l’ospedale continuò a svolgere la sua preziosa funzione a servizio della gente della montagna reggiana. Il 4 aprile del 1944 Marconi fu arrestato e processato dal Tribunale Speciale fascista di Parma, per avere ospitato e curato partigiani, soldati inglesi e russi, “nemici” del nazi-fascismo. Nel luglio stesso anno, gli alleati bombardarono il presidio tedesco e l’attiguo ospedale che fu in gran parte distrutto. L’unico vano intatto rimase la piccola cappella dove si istituì un ambulatorio per prestare le cure ai feriti a causa del bombardamento. Dopo il 25 aprile del 1945 e l’impegno nei partigiani, mio nonno tornò al suo ospedale e diede inizio alla ricostruzione”. Ripresero le attività dei vari reparti, dapprima con grandi difficoltà e spirito di adattamento poi sempre più adeguatamente ai bisogni con la collaborazione di medici, suore e personale paramedico. La nuova inaugurazione del S.Anna avvenne nel 1950. “Lavori di ampliamento e ristrutturazione furono eseguiti nel corso degli anni cinquanta e sessanta –prosegue il Sindaco di Castelnovo- al fine di dotare la struttura ospedaliera di nuovi reparti e nuovi servizi sanitari.

Nel 1969 l’Amministrazione Comunale di Castelnovo ne’ Monti e quella Provinciale invitarono l’Ente Ospedaliero “Arcispedale S. Maria Nuova” a valutare l’esigenza di dare un aiuto concreto alla popolazione della montagna per la soluzione del problema dell’Ospedale di zona, con l’acquisizione della Casa di Cura S. Anna. Acquisto che venne perfezionato il 23 dicembre 1975. Oggi il S. Anna è un ospedale all’avanguardia, forse il presidio ospedaliero di montagna più moderno ed attrezzato in Italia.

Un ospedale dei cittadini della montagna, che hanno dimostrato e dimostrano il loro affetto e legame profondo per questa struttura, mobilitandosi non appena avvertono la preoccupazione di ridimensionamenti, sui quali peraltro abbiamo ottenuto le più ampie rassicurazioni da parte dell’Ausl. Il Sant’Anna insomma è e resterà una realtà centrale per la sanità reggiana: oggi può vantare postazioni di terapia intensiva, la cardiologia Utic, una diagnostica moderna con impianto di risonanza magnetica, sale operatorie dove vengono effettuati interventi di oculistica, sul rachide, di urologia, una struttura che per gli aspetti alberghieri è stata profondamente rinnovata con interventi costanti. Sono commosso nel ricordare questo anniversario, che con la collaborazione dell’Ausl abbiamo intenzione di commemorare pubblicamente con una iniziativa sulla situazione dell’ospedale nei prossimi mesi”.

2 COMMENTS

  1. ringraziare e’ un dovere
    La montagna deve ringraziare l’on. Pasquale Marconi perché ha fatto con enormi sacrifici più di qualsiasi altro montanaro e salvato tante vite (provate a immaginare quanti ammalati gravissimi sono stati salvati grazie al S. Anna). Io sono a conoscenza di almeno 10 casi. Grazie on. Marconi.

    (Adriano)

  2. Un grande ringraziamento da un romano
    Dal 1960 frequento la montagna reggiana della quale sono diventato figlio adottivo e consigliere della Comunita` Montana in rappresentanza del Comune di Busana. Molte volte sono ricorso a questo ospedale che mi ha curato con professionalità e competenza. Anche i miei familiari spesso sono stati ospiti di questa struttura. Una struttura veramente all’ avanguardia. Grazie al fondatore ed agli attuali medici e professori nonché al personale paramedico.

    (Bruno Tozzi da Roma ma figlio adottivo della bella montagna Reggiana)