Home Cronaca “La Regione Emilia Romagna ha dimenticato l’Appennino reggiano”

“La Regione Emilia Romagna ha dimenticato l’Appennino reggiano”

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Riceviamo e pubblichiamo

"Studi professionali, imprese, strutture ricettive, laboratori artigianali, attività commerciali, nel nostro Appennino, sono oggi costretti a chiudere i battenti o a ridurre il personale.

Negli ultimi anni, l’attenzione rivolta all’Appennino reggiano da parte della Regione Emilia-Romagna è stata praticamente nulla, se non addirittura negativa, in particolare in ambito edilizio. La crisi del settore edilizio, deriva anche dagli appesantimenti burocratici presenti nelle disposizioni regionali in materia antisismica. Gli operatori del settore lamentano la macchinosità dell’iter procedurale, causa del blocco di costruzioni e ristrutturazioni edilizie. La crisi edilizia, inevitabilmente, si ripercuote nei settori produttivi, commerciali, artigianali, turistici e nel terziario.

Sarebbe interessante sapere se la Regione Emilia-Romagna, dopo i numerosi proclami del suo Presidente, anche nella nostra montagna, intenda realmente incentivare lo sviluppo. I montanari chiedono semplicemente che vengano onorate le promesse fatte in campagna elettorale. Occorrono aiuti per incentivare il turismo, sviluppare il sistema produttivo locale, favorire la crescita edilizia, promuovere il commercio, il turismo e il settore artigiano.

La Regione Emilia-Romagna ha l’obbligo di sburocratizzare il sistema. Occorre un impegno comune per rilanciare un settore vitale per l’economia reggiana, il Pdl tende la mano.

Le soluzioni ci sono, diverse sono le ipotesi, la prima potrebbe essere quella di demandare le competenze della verifica tecnica e autorizzativa delle pratiche sismiche agli enti locali (ai comuni o alla comunità montana) o ad un organo formato da professionisti (tale soluzione sarebbe gradita anche ai tecnici del Genio Civile oberati di pratiche che non riescono ad evadere in una tempistica congrua). In alternativa si potrebbe, come da disposizione di legge, ritrasferire la responsabilità ai tecnici progettisti, che in ogni caso restano gli unici responsabili".

(Fabio Filippi)

1 COMMENT

  1. ha ragione Filippi
    Ha ragione Filippi, il malumore, lo sconforto, la rassegnazione, serpeggiano fra i professionisti ed i cittadini, che si vedono dilatare enormemente i tempi per la realizzazione di edifici e strutture.
    Una considerazione: il sistema attualmente in vigore, era già stato attivato sino a circa 10 anni fa, poi con lo snellimento delle procedure, si era conferita ai tecnici progettisti, professionisti, la responsabilità su quanto progettato e realizzato. Quindi, anche nelle zone sismiche con il più alto grado di pericolosità bastava un semplice deposito della pratica, e la struttura preposta dalla Regione, faceva controlli a campione. Questo si aveva velocizzato davvero la procedura.
    Poi….. dato che siamo molto bravi a complicare le cose e visto che queste davvero funzionavano, si è pensato di tornare indietro,però si sono aggiunti lunghezza burocratica spaventosa e balzelli per istruttoria di pratiche notevoli che naturalmente pagano i cittadini. Mi pare giusto!!!!!!!
    Faccio solo notare, che anche quando vigeva la norma di semplice deposito, per edifici sensibili, (edifici pubblici, scuole ecc.) c’era l’obbligo dell’autorizzazione.
    Mi piacerebbe confidare nell’onestà intellettuale di chi ci amministra in Regione, e mi auspico un Passo Indietro rispetto a quanto vigente attualmente. sarebbe quantomeno avvilente pensare che tutto passa sotto silenzio, o non se ne fà nulla perche il problema è stato sollevato da un consigliere di minoranza. Almeno questa volta bisogna riconoscere a Filippi che ha sollevato un grosso problema. Vediamo se chi ci governa è altrettanto attento, e corregerà questo stato di cose.

    (Massimo Bonini)