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A teatro con la dislessia

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Venerdì 10 giugno p.v., alle ore 21, si terrà presso il Teatro Bismantova l’annuale spettacolo teatrale dei ragazzi della scuola media di Felina. Questa esperienza, giunta ormai alla settima edizione, nasce da un’idea del prof. Luciano Giansoldati, aiutato nel percorso creativo da Fabio Gaccioli, autore del testo, e Alessandro Palladini, preparatore tecnico, entrambi suoi ex alunni.

In una classe normale di una scuola normale, un maestro nella norma procede, compiaciuto, nell’esecuzione della sua programmazione didattica. Un giorno, però, durante un esercizio di lettura, un ragazzo, apparentemente normale, non riesce a condurre le parole al loro ordine logico. Questo dramma, del tutto inaspettato, esplode in scena come una carica di dinamite, rimettendo in gioco non solo l’aritmetica normalità dell’insegnamento ma anche, e soprattutto, le strutture fondanti del linguaggio e della parola. Come ovviare a questo problema? Il ragazzo viene immediatamente dichiarato “affetto” da malattia e condotto, su consiglio del preside, davanti a due esperti che, in realtà, non possono fare altro che sottoporre il giovane ad una serie di test, non avendo riscontri scientifici su ciò con cui si devono confrontare. Solo l’intervento di alcuni compagni di classe, che aiutano il ragazzo nella lettura di una storia ricorrendo ad un linguaggio “altro” e “non conforme” alle comuni leggi della parola e del senso, riuscirà a tracciare una strada efficace per la comunicazione.

“L’insurrezione dei segni” affronta il tema della dislessia in modo problematico: ha davvero senso ricondurre tutto ciò che si discosta dalla normalità della maggioranza alla dicotomia “malattia-cura”? Non si corre il rischio di una regressione culturale che cede facilmente alla paura e alla segregazione? Ecco perché “i segni” in questo spettacolo insorgono e il linguaggio, attraverso la critica di se stesso, distrugge le leggi che lo reggono, riscoprendosi in una grande poesia di suoni, odori, luci, colori. Un supremo atto creativo, attivo ed egualitario.

La pièce teatrale non vuole certamente esaurire l’argomento dislessia, che deve essere seguita in ambito specialistico e quotidianamente affrontata, anche attraverso l’esercizio e il costante impegno, ma bensì farci riflettere sull’importanza di un nuovo Umanesimo, che ponga al centro l’uomo e gli dia voce, recuperando ogni singolo individuo con la propria personalità e la propria espressività affinché possa crescere attraverso un percorso individuale inserito, però, in un disegno di gruppo. L’uomo dovrebbe costruire e conquistare a se stesso il proprio posto nell’essere.

Lo spettacolo è anche un’occasione per il professor Giansoldati, un uomo di spessore e di valore, di congedarsi dal mondo della scuola (può finalmente andare in pensione!) nel modo che più lo rappresenta, spingendoci a riflettere sull’alto valore formativo dell’educazione, sia che essa giunga attraverso la pedagogia o la dimensione artistica.

(Sonia Rolt)

 

1 COMMENT

  1. Complimenti, una bella Formazione!
    Più efficace di tanti convegni. E Giansoldati, Gaccioli, Palladini è proprio una bella formazione, da Nazionale Attori Educatori!
    Altro che pensione, per voi ci vorrebbe il tempo pieno. Cosa ne pensa il CCQS?

    (Giovanna Caroli)