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Ligonchio, “Lassociazione” in Centrale

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Concerto domani, venerdì 5 agosto, alla Centrale di Ligonchio con "Lassociazione". I musicisti che saliranno sul palco sono: Marco Mattia Cilloni, Gigi Cavalli Cocchi, Giorgio Riccardo Galassi, Francesco Ottani, Filippo Chieli, Enzo Frassi, Marcello Ghirri, Massimo Guidetti, Andrea Gherpelli. Ospiti: Massimo Zamboni, Graziano Romani, Enrico Salimbeni. In occasione del concerto sarà allestita un'esposizione fotografica di Nicola Montanari con alcuni scatti che ritraggono Lassociazione durante vari live.

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Lassociazione

Lassociazione nasce nei sogni di Marco Cilloni (musicista) e Giorgio Galassi (scrittore), uomini di montagna che scendono in pianura nella primavera del 2009 per proporre ad un altro musicista intimamente legato alle nostre montagne, Gigi Cavalli Cocchi, di unirsi a questo nuovo viaggio, avventura che nel tempo raccoglierà intorno a se l’attore Andrea Gherpelli e tanti altri amici, per dare vita ad un disco, “Aforismi da castagneto”, autoprodotto e pubblicato nell’ottobre del 2010. Da quel momento Lassocizione diventa una storia da raccontare alla gente, dai teatri alle piazze per arrivare nell’intimità d’altri tempi delle osterie. Così i concerti diventano occasioni per cantare insieme e per parlare la stessa lingua… lingua antica, quasi dimenticata, ma ora più che mai viva.

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Aforismi da castagneto è un progetto musicale per riscoprire e valorizzare le origini e le radici della lingua dialettale del crinale dell’Appennino reggiano.
Un omaggio alla terra, ai valori della vita umana, all’amore, al tempo che passa, alle convinzioni ideologiche che non trovano tempo per troppe complicazioni. Un viaggio attraverso musicalità, poesia e ritmo che va oltre ogni confine; il dialetto visto come "lingua diversa" per un interessante proposta fuori dagli schemi. Aforismi da castagneto: il dialetto visto come "lingua diversa" per un'interessante proposta fuori dagli schemi. Musicalità e ritmo allo stato puro.

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Dice Giorgio Riccardo Galassi

"C’è qualcosa di particolarmente intimo nella decisione di dedicarsi alla parola dialettale montanara reggiana, qualcosa che trae origine da quella parte di noi ancora legata alla natura e al nostro istinto. A questo abbiamo aggiunto la forma musicale più semplice, chitarra, violino, percussioni, banjos, mandolino, strumenti di chiara derivazione europea e americana. Una musica dai mille colori, che a noi piace chiamare “mountainfolk”. Con parole e musica abbiamo raccontato storie d’inizio novecento, storie di miseria, di sogni, di viaggi andati in malora oppure anche se in maniera più sporadica di sogni avverati. C’è il mito dell’America, l’America quella vera, quella descritta da mio bisnonno, quella delle praterie sconfinate, quella dove nasce il blues e si respira il country e il folk già dalla culla. L’America italiana, irlandese, inglese e africana".