Home Cronaca C’è una valle dove ci si sfida. Ma a colpi di tortello

C’è una valle dove ci si sfida. Ma a colpi di tortello

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SANTO STEFANO (Vetto, Reggio Emilia, 22 agosto 2011) – C’è una vallata dove ci si sfida a colpi di… tortelli. C’è una vallata, tra Vetto e Castelenovo e Canossa, lungo il Tassaro, dove c’è una insolita concentrazione di ristoratori che, per specialità, propongono proprio questa pasta ripiena. E non è un caso che oltre duecento persone e una giuria di esperti e consumatori hanno decretato il successo della settima edizione della rassegna “Tortelli, sapori&saperi”.

E’ quanto è accaduto sabato 20 agosto quando, a partire dalle ore 16, nella splendida cornice che circonda la chiesa di Santo Stefano di Vetto (Reggio Emilia) si è allestita una singolare scenografia all’insegna di questa antica portata. Tutto esaurito, anche, per i canti popolari dei “I Girasoli” – la popolare formazione che qualche anno fa spopolò a Buona Domenica, su Canale 5 - che, dalle ore 21.30 ha intrattenuto il pubblico accorso a degustare il piatto.

Sei i ristoranti vettesi in gara che hanno partecipato alla festa nella valle del tortello presentando le diverse tipicità gastronomiche offerte. La “Locanda del Castellaro” di Paola Esterina Nobili, Castellaro; “Trattoria La Strada” di Yvonne Tronconi, La Strada; “Ristorante Garofani” di Amelia Garofani, Rosano; “Livia e i suoi sapori” di Zampineti e Guidetti, Casalecchio; “Antica trattoria del Sole” di Paola Zanichelli, Buvolo; “Trattoria Serena” di Serena Benetti, Pineto.
Dieci gli esperti e i consumatori che hanno valutato all’unanimità il profilo delle portate presentate dai diversi ristoranti: lo chef Bruno Ruffini della scuola Alma di Colorno, Francesco Capuano, dirigente del servizio sviluppo economico, agricoltura e promozione del territorio della Provincia di Reggio Emilia, nella veste di presidente di giuria; Aronne Ruffini, dirigente ambiente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale; la giovane consumatrice Jennifer Ruffini; la fotografa Loretta Amorini; il giornalista Gabriele Arlotti; Norma Lambertini, cuoco; l’artista Giovanna Guazzetti e i consumatori Mauro, Francesca, Sandra. All’opera, in cucina, le rezdore del posto e, pure, Sara Garofani, sindaco di Vetto, per una volta nei panni della cuoca: “E’ una manifestazione – ha dichiarato – che ci caratterizza per una nostra peculiarità e, pure, presenta le portate dei singoli esercenti di questa incredibile vallata”.

La rassegna, non a caso, è iniziata con un laboratorio dimostrativo sulla preparazione di tortelli di erbette secondo la ricetta tradizionale. Affollatissima e da tutto esaurito la cena a base di tortelli e salumi, torte tipiche del nostro Appennino e, tra i medesimi commensali, la giuria valutava le differenze dei tortelli proposti dai ristoranti della Val d’Enza. L’evento è stato organizzato dal Comune di Vetto e patrocinato dalla Comunità Montana e dalla Provincia di Reggio Emilia.

Singolare la dichiarazione del più giovane giurato: “Ogni tortello è unico e speciale indipendentemente da chi lo assaggia perché si trovano, in ognuno, ricordi ed emozioni della propria terra natia. Non esiste un tortello perfetto, ma esiste quello personale”

LE NOTE DELLA GIURIA
Tutti giudizi sui tortelli della Val d’Enza

Letti da Bruno Ruffini, ecco gli esiti dei lavori della giuria.

“Locanda del Castellaro” di Paola Esterina Nobili, Castellaro.
“Colore del tortello corrispondente agli aspetti tradizionali, paglierino, di forma quadrata. Caratterizzato da una pasta tendenzialmente spessa. Denota, nell’impasto, un equilibrato mix tra ricotta ed erbette. Risponde alla tipicità del tortello tradizionale. Si nota il taglio a coltello delle erbette”.

“Trattoria La Strada” di Yvonne Tronconi.
“Tortello caratterizzato da forme diverse e quindi artigianali. Ha una pasta spessa di colore paglierino. Nel ripieno è prevalente la componente di erbette. Spiccano note di soffritto nel profilo aromatico”.

“Ristorante Garofani” di Amelia Garofani, Rosano.
“Tortelli di aspetto rispondente allo standard tradizionale, nella loro caratteristica irregolarità e colore. La pasta presenta uno spessore di unanime apprezzamento. Equilibrato è l’impasto, nella dose rispetto alla pasta. Prevale la componete d’erbette e la finezza della tessitura. Ben amalgamate le note aromatiche”.

“Livia e i suoi sapori” di Zampineti e Guidetti
“Tortelli di aspetto caratteristico nella forma. A partire dall’impasto pare presentare variazioni nella fattura, che arrivano al ripieno, caratteristico nella prevalenza di erbetta e altre componenti tradizionali”.

“Antica trattoria del Sole” di Paola Zanichelli, Buvolo
“Tortelli caratteristici nella loro piccolezza, di gradevole fattura. La pasta presenta un’ottima consistenza. L’impasto è caratterizzato da note prevalenti di sapidità spiccata tessitura erbacea e fine”.

“Trattoria Serena” di Serena Benetti, Pineto
“Tortelli di aspetto decisamente gradevole e regionale. La pasta si presenta sottile, con un equilibrato rapporto tra pasta e ripieno. Quest’ultimo è fine, omogeneo di buona morbidezza al palato con prevalenza della componente d’erbette”.

UN PO’ DI STORIA
Quella pasta contesa fra tre regioni

Tortello è il nome utilizzato, prevalentemente in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, per indicare un tipo di pasta ripiena di forma rettangolare o quadrata solitamente di 2 o 3 cm di lato simile ai ravioli e conditi con burro fuso, lardo e pomodoro, ragù bolognese.

Catia Marcucci (ha collaborato Gabriele Arlotti)