Home Economia “Ecco perchè le banche hanno ridotto le erogazioni alle famiglie”

“Ecco perchè le banche hanno ridotto le erogazioni alle famiglie”

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Vorrei esprimere una mia modesta riflessione su di un tema molto attuale e che attanaglia anche la realtà economica reggiana, sempre più stretta nella morsa creditizia.

Le famiglie e le imprese sanno bene quanto ormai sia dififcoltoso poter accedere al credito nella nostra Provincia, in Appennino in particolare, come nel resto del Paese.

E poichè i problemi non spariscono nel batter d’occhio di un vertice di capi di Stato, occorre chiarire che le decisioni assunte in questi giorni comportano obbligo per le banche europee (in particolare l'onere è gravosissimo per le italiane e le spagnole) di aumentare la capitalizzazione.... vale a dire il patrimonio di qualità (azioni e riserve e utili non distribuiti).

Come si legge nella stampa specialistica, il patrimonio di qualità (definito core tier 1) deve passare nel giro di pochi mesi al 9% e ciò entro giugno 2012 (oggi sarebbe sufficiente un parametro del 6%).

Ma l’altra novità è ancora peggiore; per conteggiare questo parametro di patrimonio occorre da oggi in poi ora tener conto (non più come in passato) del valore di mercato (mark to market) dei titoli di stato detenuti dalle banche (in particoalre il valore di mercato di questi titoli nel mese di settembre 2011).

In particolare, alcuni analisti conteggiano per i titoli di stato italiani una svalutazione del 7% del valore nominale, che ovviamente va a impattare in modo significativo sui 200 miliardi di titoli di stato detenuti dalle banche italiane (147 i miliardi detenuti dai primi 5 istituti di credito della penisola).

Si calcola un onere di 14 miliardi di nuovo capitale per le banche italiane (si parla dei primi 5 istituti), onere molto pesante; si parla di 21 miliardi per le banche spagnole. Anche più rilevanti sarebbero le stime del Fondo monetario internazionale (Fmi) e di altri anlisti.

Ed è ben noto a tutti come vi sono difficoltà nel collocare i nuovi aumenti di capitale stante i bassi rendimenti che le azioni bancarie offrono da qualche anno a questa parte.

Il tutto si traduce in una contrazione della erogazione di prestiti a famiglie e imprese come appunto già detto. Siamo ad una nuova e drastica stretta finanziaria, denominata credit crunch che comporterà avvitamento e impatto negativo sull’economia reale. E non credo che questi effetti siano stati adeguatamente valutati da chi ha assunto queste decisioni a livello europeo.

 

(avvocato Rossella Ognibene)