Home Cronaca “Ora dal cielo vedrai la nostra cittadella”

“Ora dal cielo vedrai la nostra cittadella”

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Mirella Cappucci e Aristide nella sua abitazione di Toano, fotografata poche settimane fa

Si è spenta all'ospedale di Modena Mirella Cappucci nativa di Toano. Lascia i figli Renzo (che vive a Reggio Emilia), Renata (che accudiva la madre a Modena) e Aristide Gazzotti, missionario laico in Bolivia. Rimasta vedova molti anni fa era comunque riuscita ad allevare i figli, traferendosi in città, facendosi carico a testa alta di tutte le difficoltà che questo comportava. Proprio poche settimane fa l'avevamo incontrata per l'intervista al figlio e lei, cortese e sorridente, si era prestata per la foto che riproponiamo e per un invito a pranzo. I funerali questo pomeriggio alle ore 15 nella parrocchiale di Toano.

Dalla Bolivia ci scrive questa toccante lettera il figlio, Aristide.

* * *

Casa de los niños, 22 dicembre 2011

Carissimi tutti/e!

Mi ha appena chiamato mia sorella per avvisarmi che stanotte la mamma se n'è andata.

Ce lo aspettavamo in questi giorni in cui lei è stata ricoverata d’urgenza in ospedale a Modena.

Meno male che non ha sofferto. Si è addormentata serena e bella, come aveva chiesto mia sorella.

Domani - oggi ndr - alle tre ci sarà il funerale a Toano.

Io non vado in Italia, rimango qui e da qui siamo uniti in tutti i modi perché ci siete tutti voi lì, insieme ai miei fratelli, voi che l’avete conosciuta, soprattutto durante quest’ultimo anno e mezzo in cui siete venuti a visitarci spesso, mentre io ero su in montagna con lei.

E lei partecipava attenta e contenta dei nostri scambi di idee, delle esperienze comuni, quelle che chiamiamo ingenuamente: i nostri sogni di bene per tanti!

E lei, ogni volta, aveva la delicatezza e la sincerità di ringraziare ognuno, come se ognuno fosse entrato a formar parte della sua vita tramite la storia sofferta e bella che stiamo construendo insieme e che ci lega in un modo molto speciale.

Io sono sereno tanto so che la mamma è sempre vicina, ora più che mai, e dal cielo vedrà anche lei, ora, la nostra cittadella.

Con lei ci siamo sentiti per telefono martedì e così ci siamo salutati.

Tanti di voi sarete lì a Toano, domani. Vi ringrazio!.

E con voi ci sarò pure io, ci saremo tutti noi della casa de los niños che in quella stessa ora faremo qui la nostra preghiera per la mamma Mirella.

Non so dire molto oggi e mi piace trascrivere quello che scrissi a mia mamma il 15 luglio 2009:

 

Cochabamba, 15 luglio 09

 

Carissima mamma e carissimi tutti!

... scrivo, oggi, per poter condividere con ognuno le difficoltà che si vivono lì a casa.

Non mancano mai difficoltà ma in certi periodi si accentuano.

... ma sono sicuro che Dio ci/vi darà tanta serenità, pur nel dolore e nell’incertezza.

La pace e la serenità sono doni necessari che riceviamo dall’alto per non farci vincere dallo scoraggiamento e dal peso delle preoccupazioni. La pace e la serenità sono il segno del nostro amore per Dio, del nostro credere nel suo amore per noi, nonostante tutto. Devono anche essere il segno del forte legame che ci unisce e che ci terrà uniti per sempre come membri della stessa famiglia che Lui stesso ha costruito.

... penso sia importante mantenere l’animo sereno, per poter trasmettere sempre serenità e infonderla negli altri.

... qui sotto c’è il piccolo David: quattro anni e non potrà mai alzarsi dalla culla, e non potrà mai reggersi in piedi da solo. Ma ride sempre. Lui mi/ci insegna tanto: che ogni piccolo gesto ha un grande valore, che ogni piccola attenzione merita il Cielo. Lui si rende conto quando passiamo in fretta davanti alla sua culla e non giriamo lo sguardo verso di lui. Lui ci rimane male, e comincia a battere le mani per richiamare l’attenzione. Quando, invece, ci chiniamo verso di lui, per parlargli, per fargli solletico, subito reagisce applaudendo felice. Lui è il termometro dell’amore nella nostra casa. Forse, attraverso i dolori che viviamo insieme in questo periodo Dio vuol farsi presente nella nostra famiglia in un modo speciale, forse vuole toglierci dalla nostra distrazione affinché possiamo ritrovare il senso della vera felicità.

E tu, mamma, hai questo problema ai piedi che ti fanno tribolare... Mi dispiace...

Forse puoi passare qualche oretta stando seduta al sole, davanti a casa, a leggere un libro o una rivista, coi piedi distesi in su. E riposati, e non te fare uno scrupolo. Qui sotto c’è il piccolo Manuel che ha tre anni e non ha mai camminato nella sua vita per problemi ai piedi. E’ un figlioletto nostro a cui vogliamo un sacco di bene proprio perché ha sofferto tanto nella sua breve vita. Anche tu lo puoi tener presente, mentre te ne stai seduta lì davanti a casa. Lui è un tesoro di bimbo, anche se siamo riusciti, in questi due anni, a farlo diventare capriccioso. E vedrai che passerà anche questo dolore, e vedrai che anche Manuel (e magari anche David!) un giorno potrà camminare e scorazzare felice per il nostro giardino, che è tanto bello, qui fuori. E’ pieno di bimbi che giocano, in questi giorni che sono ancora di vacanza per loro per via del freddo. Mi fa piacere vederli muoversi contenti qui fuori, e mi piacerebbe stare di più con loro... E mi piacerebbe che pure tu potessi vederli con i tuoi occhi, ma te li puoi immaginare.

Bene, adesso vado a dire una preghierina per tutti, prima di andare a letto.

Rimaniamo tutti nella pace e ringraziamo Dio per tutto quello che ci fa vivere.

Vi abbraccio forte, tutti!
Ari

 

Carissima mamma!

Tra pochi giorni è Natale e tu stai festeggiando il tuo primo Natale in Cielo. Chissà che bello!

Dopo 56 anni festeggerai di nuovo il Natale con il papà: chissà che gioia! Lui è lì che ti riceve con il suo abbraccio di sposo. Sarà proprio la festa dell’amore per voi che tanto bene vi siete voluti. Noi, tuoi figli, ne partecipiamo con lacrime di commozione ma soprattutto di riconoscenza da qui.