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“La manovra ‘Salva Italia’ affossa l’agricoltura”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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La manovra “Salva Italia” sta affossando l’agricoltura,  delle zone montane. La Cia, Confederazione italiana agricoltori, dell’Appennino reggiano ha approvato un ordine del giorno in cui esprime forte preoccupazione per le conseguenze sul settore primario e dove lancia un appello al governo: serve una correzione degli squilibri e delle iniquità, attraverso modifiche sostanziali su Imu, contributi previdenziali, aree montane e accise sui carburanti. E poi occorre l’inserimento nel pacchetto di misure per la crescita, con interventi di sostegno specifico per il settore agricolo, attraverso interventi di promozione delle filiere agro-alimentari, investimenti in infrastrutture essenziali per le aree rurali,  misure di semplificazione e altri interventi a costo zero. Questo in sintesi ciò che  si chiede all’esecutivo Monti riguardo alla manovra.

Solo con l’Imu un’azienda agricola di montagna di venti ettari,con una cinquantina di mucche da latte  nel 2012 passerà a dover pagare anziché 220 euro per i terreni, e fabbricati strumentali stalle e capannoni  come avvenuto fino ad oggi, ma ben 3.000 euro. Oltre agli aumenti della accise sul gasolio (aggravio di oltre 400 euro) e dei contributi previdenziali (almeno 500 euro in più), un aumento del genere non farà altro che diminuire la competitività, aumentare i costi di produzione e quindi di diminuire il reddito degli agricoltori.

“Sappiamo che il momento è drammatico per tutti - ma ribadiamo la nostra contrarietà alle misure adottate dal governo; l’agricoltura rappresenta un fattore chiave dello sviluppo, la cui importanza va ben oltre la percentuale del Pil: in termini di approvvigionamento alimentare, di presidio del territorio e difesa del suolo, di immagine produttiva e paesaggistica del nostro paese nel mondo. Chiediamo all’esecutivo guidato da Monti l’attivazione immediata di un tavolo per correggere  con gli interventi per lo sviluppo- gli aspetti più critici e devastanti della manovra, esprimendo in particolare un giudizio di scarsa equità e l’allarme per il potenziale effetto dirompente di alcune misure”.

L’Imu (Imposta municipale unica o propria) indiscriminata a tutti gli immobili (terreni e fabbricati) è iniqua ed inaccettabile, perché non riconosce la ruralità dei beni strumentali indispensabili al servizio e per lo svolgimento dell’attività agricola.
 
In  montagna è assolutamente insostenibile, iniqua e potenzialmente devastante per il territorio. Appare, in tale contesto, l’eliminazione di alcune agevolazioni riservate ad aree montane e svantaggiate, come quelle relative all’aliquota dei contributi previdenziali: ad esempio - la redditività delle attività agricole nelle aree montane è nettamente inferiore a quella della pianura; il mantenimento delle attività agricole, zootecniche e forestali in tali aree rappresenta un servizio alla collettività, l’elemento basilare per la manutenzione del territorio, un fattore essenziale di coesione sociale; le conseguenze tragiche dell’abbandono della montagna, in Lunigiana , sono davanti ai nostri occhi”.

L’aumento delle accise e il conseguente aumento generalizzato del costo  gasolio, poi, rappresenta un colpo durissimo per l’agricoltura: il costo dei carburanti incide pesantemente sul bilancio delle imprese agricole, in particolare per lavorare la terra in montagna.
 
A fronte di tutto questo  mancano misure per la crescita, mentre a livello europeo si prefigurano tagli dalla Pac. Vanno definite anche per l’agricoltura misure di sostegno alle imprese, superando l’esclusione del settore dalle misure per la crescita adottate con la manovra. Occorre approvare rapidamente il pacchetto di riforme a costo zero presentato al governo dalle organizzazioni. Chiediamo alla Regione alla provincia ai comuni di sostenere, nel confronto istituzionale con il governo, le ragioni e le proposte del mondo agricolo, ed un impegno a dare priorità, nelle proprie strategie di intervento per le aree rurali, ai settori ed alle aree che rischiano di essere maggiormente penalizzate dalla manovra. Mentre al sistema degli Enti locali chiediamo di agire, concertando l’applicazione di tali provvedimenti con le organizzazioni agricole a livello territoriale, affinché le misure della manovra, partendo dall’Imu, non penalizzino ulteriormente le aziende agricole”.

(Cia zona montana)

 

2 COMMENTS

  1. Colpo finale, per noi agricoltori, dopo tutti gli aumenti che dobbiamo sostenere; la manovra Monti, che io chiamerei FALLISCI ITALIA e non salva Italia, avrà un peso insostenibile. L’IMU SUI FABBRICATI RURALI, perchè non mi avete avvertito prima? Io non avrei costruito serre, capannoni, o acquistato terreni; due generazioni ci sono volute! Adesso si presenta il governo dei tecnici e che fa… Mi toglie la pensione… e poi… mi mette l’Imu sui fabbricati! Ma la conosce la nostra realtà!… Mi dispiace veramente di aver lavorato così tanto in questo paese Italia, sono molto deluso..!!

    (Imprenditore di 45 anni)

  2. Sono anni che noi olivicoltori operiamo con redditi improponibili, un kilo di olio a noi è pagato meno di un litro di gasolio alla colonnina e adesso con l’IMU dovremmo lavorare per indebitarci? Il Professore Monti evidentemente ha dimenticato tra i suoi studi di economia il settore primario. Una manovra che toglie 10 miliardi ad un settore in crisi e poco tutelato a livello europeo. Sono disgustato non ci si lamenti poi di quello che accade, escherichia coli docet!

    (Aurelio)