Home Cronaca “Dov’è Cerreto Laghi?”

“Dov’è Cerreto Laghi?”

22
9

"Recentemente ho avuto l'occasione di passare davanti alla 'Porta del Parco' a Sparavalle. Fermandomi e scendendo dall'auto ho potuto apprezzare il panorama dell'Appennino da quella privilegiata posizione; davvero tutto molto bello". Però...

"Purtroppo  però - ci scrive Miriano Monnanni, dal livornese, appassionato e fruitore dell'Appennino reggiano - vorrei evidenziare al Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano alcune mancanze, di cui una a mio avviso particolarmente grave. Sulla strada statale 63, prima della 'Porta', non mi sembra di aver notato alcun cartello informativo avente la funzione di avvisare il 'viandante' della prossima presenza di un'area di sosta attrezzata con punto panoramico connesso. In pratica, chi non è di questi luoghi si trova la 'Porta' davanti e ancor prima di aver capito di cosa si tratta, probabilmente l'avrà già superata... Perchè non si è pensato ad un minimo di cartellonistica stradale riconducibile alla 'Porta del Parco'?".

E poi...
 
"La mancanza più grave - continua Monnanni - a mio avviso la si può notare però una volta entrati all'interno della 'Porta'. Se è vero che tra gli scopi di questo investimento c'è quello di far conoscere e valorizzare i luoghi del Parco vorrei capire come mai sulla cartina mappale esposta non c'è alcuna traccia di una località turistica tra le più importanti e conosciute dell'intero Appennino settentrionale, Cerreto Laghi. Addirittura non viene segnalata neppure la strada provinciale che dal passo del Cerreto arriva al paese, tantomeno il Lago Cerretano. Possibile si tratti di una dimenticanza?".
 
"Alla base del cannocchiale, poi, nessuna traccia neppure del monte La Nuda, ben visibile invece da questa posizione. Il  Parco nazionale sostiene e promuove Cerreto Laghi attraverso il progetto 'Eco cluster', poi però si dimentica di indicarne la presenza sulle proprie cartine e mappe; probabilmente ci saranno altre ragioni a me ignote".

Conclusione: "In attesa di capire...".

 

9 COMMENTS

  1. Sig. Vignali ringrazio per la pronta risposta e per i buoni propositi manifestati.

    A questo punto pero’ chiedo, a cosa devo imputare la mancanza di Cerreto Laghi ( strada e lago compresi! ) sulla grande mappa del Parco affissa all’interno della Porta?

    Mi scusi ma vorrei capire se questa mancanza è dovuta ad un’errore del grafico o di chi doveva ricontrollare questo lavoro oppure se ci sono altre motivazioni ragionevoli.

    Possibile pensar di poter integrare o sostituire la mappa rendendola piu’ completa?

    A mio avviso, con questa mappa esposta, non si rende un buon servizio informativo ai turisti e ai visitatori del nostro Appennino.

    Grazie

    (Miriano)

  2. Da una semplice osservazione del sig. Miriano (non mi riferisco al cannocchiale, ma alle mancanze osservate…) credo possano nascere moltissimi spunti di riflessione. Tanto più se queste osservazioni, e queste domande, vengono dall’ “esterno”, da chi per primo fruisce di questi strumenti come turista.
    A volte, osservando la realtà solo dall'”interno”, si rischia di vederne solo una parte, di essere autoreferenziali, e di non farsele neppure certe domande. O che queste appaiano strumentali o faziose. E tanto meno, a volte, viene voglia di rispondersi. Grazie per il suo contributo, in attesa delle risposte…

    (Francesco Colli)

    • … in attesa di risposte?
      Leggendo da alcuni mesi Redacon, dubito fortemente che possano arrivare. C’è uno stile molto dannunziano in alta quota, penso all’aneddoto del ‘VATE’ che, a un suo creditore che ‘pretendeva’ di essere pagato dicono abbia risposto: “Vi basti l’avermi visto”.

      (mv)

      • Eg. sig. mv,
        Desidero esprimer-Le i sensi della mia più sincera stima per aver, forse anche con la Sua provocazione, prodotto un dialogo fin qui non avvertito… e se mai così NON fosse, mi fa piacere il pensarlo. Al di là dei contenuti letti, è importante il “precedente”, e ci auguriamo che possa continuare ad essere- sinergia – ” tra i “contributi tesi a perfezionare” e il “ringraziare per l’attenzione e i suggerimenti”

        (mv)

  3. Sig. Francesco, mi fa piacere abbia apprezzato il mio intervento. Una mappa evidentemente incompleta o l’assenza di opportuna cartellonistica stradale comunicativa vanno inquadrati all’interno di un analisi più ampia, nell’ambito delle modalità con cui vengono portate avanti le iniziative dai vari enti intenzionati ad incentivare il turismo promuovendo territori e risorse dell’alto Appennino tosco-emiliano.
    Rimango in attesa delle risposte, poste nel precedente intervento…
    Grazie/saluti.

    (Miriano Monnanni)

  4. A domanda cerchiamo di dare qualche più diffusa informazione.
    La “porta di Sparavalle” è parte di un progetto più generale che potete trovare nel Piano del Parco, pubblicato sull’ultimo numero di ALP e comunque sul sito del Parco. Le porte non hanno la funzione dei “segnali stradali”, che sono competenza di altri enti e rispondono a una diversa logica. Le porte vogliono essere da un lato marcatori territoriali, identificazione e unificazione di una entità, il Parco nazionale, che è una costruzione dell’oggi e del futuro e non ha una matrice storica unificante e consolidata. D’altro lato tendono a raccontare il territorio o a introdurre ad esso dal punto di vista di fruizioni più lente e meditate di quelle di cui si può beneficiare dal finestrino dell’automobile. In altre parole, non hanno la funzione di “segnali stradali” (perfetti per altri enti devono programmare e allestire) ma di evidenziazione di dimensioni e di valori importanti di ambiente e paesaggio trascurati dall’opinione corrente.
    In qualche caso sono balconi panoramici con racconti, in altri introduzioni a dimensioni storiche, tecnologiche o economiche del territorio (per es. la Porta dell’acqua e dell’energia è a Ligonchio ed è l’Atelier installato nella Centrale).
    Il tema della porta di “Sparavalle” è l’essere questo luogo un crinale, nonché un bivio tra “le due valli” (Secchia ed Enza) avente nelle vicinanze, cioè a portata di cammino, il Fortino (antico osservatorio) la zona di Cervarezza e il Ventasso, che domina questa parte della vallata.
    In secondo luogo la porta di Sparavalle è pensata come sottolineatura dell’accesso alla “visione” del crinale nel suo insieme: dunque il Cusna, l’Alpe di Succiso, il Cavalbianco, la Nuda, le Porraie, il Prampa, il Prado ecc… fino al Cimone.
    Per quanto riguarda in specifico il Cerreto (passo e laghi) è stata già progettata, finanziata e appaltata la realizzazione, proprio sul passo, di una porta ad hoc, che sarà “la porta del confine euromediterraneo”.
    Lì sarà certamente segnalato il percorso che porta ai laghi cerretani. E ci sarà anche un punto info e un centro visita.
    I lavori sono solo in attesa delle autorizzazioni antisismiche.
    Contiamo di terminarli entro l’anno in corso, il 2012. Ci rendiamo conto che “manca” sempre qualcosa e che non è facile sintetizzare le esigenze di un informazione essenziale, breve e facile, con le tante valenze e rilevanze del territorio.
    Per l’insieme rimandiamo alla guida verde del Touring, alle carta illustrata, a quella dei sentieri e al sito del Parco. Purtroppo abbiamo dei limiti e ogni porta, almeno per ora, non potrà contenere tutto quanto sarebbe desiderabile inserire. Ringraziamo di nuovo il sig. Miriano per l’attenzione e i suggerimenti.

    (Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Ufficio comunicazione)

  5. Prendo atto della Vs. dettagliata risposta, ringrazio per l’attenzione posta e per concludere tengo a precisare ulteriormente quanto evidenziatoVi in precedenza. Con la mia segnalazione non intendevo certamente dare alcuna funzione o valenza di segnaletica stradale al Progetto delle Porte del Parco.
    Gli obiettivi del Progetto sono senz’altro quelli da Voi evidenziati, ritengo però molto importante darne parallela e opportuna comunicazione alla possibile utenza.
    Se avrete avuto l’occasione di viaggiare su strada in altri contesti territoriali nei quali alla comunicazione e al marketing viene data ben altra rilevanza, avrete certamente notato come si tenda a valorizzare il contesto circostante informando il viaggiatore, anche attraverso opportuna segnaletica stradale, spesso comprensiva di foto o immagini. In questo caso specifico, a mio avviso, alcune centinaia di metri prima delle Porte del Parco occorrerebbe quantomeno un semplice cartello informativo mirato ad avvisarne la successiva presenza.
    Per quanto riguarda la cartina all’interno della Porta, stante anche le dimensioni della stessa, ritengo davvero paradossale non aver voluto evidenziare la presenza di una località turistica come Cerreto Laghi, tra l’altro inserita proprio all’interno del perimetro del Parco stesso.
    Tra le cartine stampate, ampiamente diffuse dal Vs. Ente, osservavo la cartina denominata “Un Parco da scoprire fra Europa e Mediterraneo”; nella stessa si rileva la medesima mancanza, anche se ad onor del vero in questo caso al posto della strada e della dicitura di Cerreto Laghi appare quantomeno il simbolo della neve.
    Mi auguro continuerete a cogliere dalla popolazione eventuali spunti e contributi tesi a perfezionare le Vs. attività, certamente rilevanti per tutto l’Appennino tosco-emiliano.
    Buon lavoro e cordiali saluti.

    (Miriano)

  6. Buonasera a tutti. Ringrazio il Sig. Miriano Monnanni, perchè ci dà occasione per riflettere sul Parco e per effettuare qualche confronto. Sarebbe interessante sapere perchè a notare la mancanza di Cerreto Laghi sia una persona di Livorno e non di Reggio Emilia. Se volete ci possiamo riflettere. Le risposte possono essere, volendo, un paio o tre… E’ probabile che i reggiani non abbiano abbastanza attenzione per valutare una cartina (???), oppure tutti i reggiani conoscono talmente bene Cerreto Laghi da non dovere fare presente la sua omissione all’ente competente (???)… L’ultima possibilità è la più scontata e spesso coincidente con la verità: ai reggiani non interessa per niente leggere la cartina del Parco. Questo episodio spiega palesemente l’utilità della sua creazione e le sue porte ne sono il suo sterile emblema. Mi chiedo ancora come possiamo accettare sprechi di soldi simili senza fare bao, senza cercare di arginare un fenomeno che purtroppo ci sta portando alla rovina. Il Parco sta impoverendo il territorio e lo sta facendo morire velocemente. Tra vent’anni in montagna non ci sarà più nessuno, i piccoli paesi scompariranno, l’agricoltura non esisterà più e nemmeno il Parco esisterà più se non come una massa informe. Il Parco è un ente parassita come tanti altri che camuffato da portatore di ricchezze, spacciato per green economy e implementato come forma di governance all’avanguardia obbligherà tutti i montanari a spostarsi in città e ad abbandonare le loro terre. Diamoci una mossa e facciamolo sparire.

    (Commento firmato)