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Il litigio nella coppia può essere un’arte

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Trenta coppie si confrontano, per una sera, sull'"arte" del litigare. A coordinare il confronto, diviso per quattro gruppi di lavoro, una mezza dozzina di coppie sposate. E' accaduto nei giorni scorsi al corso per fidanzati organizzato dal vicariato di Bismantova. Il risultato dei singoli gruppi di lavoro è stato riassunto in un interessante documento sul tema che integralmente pubblichiamo.

 

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Costruire una famiglia, realizzare un progetto di vita insieme, dar vita ad un “Noi” oltre e prima dell’Io, richiede necessariamente un dialogo costante e quotidiano tra persone diverse ( per provenienza, per “vissuto”,per idee e convinzioni, per abitudini,..) che imparano a conoscersi, ad amarsi, anche attraverso il litigio. Si litiga per varie ragioni, a volte banali a volte più profonde, ma il litigio può assumere un valore positivo se:

- è all’insegna del confronto sincero e autentico, che non lascia nulla rimuginare sotto la cenere;

- ha modalità corrette e rispetta la dignità di ciascuno nell’ottica della “volontà di andare avanti”;

- è utile al conoscersi, al capirsi, a scoprire la diversità dell’altro per farne motivo di ricchezza per la coppia.

La coppia deve infatti tenere presente lo scorrere del tempo e i suoi mutamenti, comunicare per crescere insieme, vivere il dialogo come collante dello stare insieme. Dialogo che non è legato solo alle parole, ma che è fatto anche di silenzi, di ascolto, di attenzione, di tempo per l’altro. Il litigio può quindi trasformarsi in “ palestra” positiva di confronto se costruisce, se rinsalda il rapporto, se aiuta a radicare l’amore sulla roccia.

Oggi è coraggioso cercare di essere coppia per sempre, chi ha questo obiettivo è “ fuori moda” è molto più diffusa l’idea che se “ l’oggetto si rompe si sostituisce”. Nelle nostre famiglie si litiga ma poi si cerca di ritrovare la pace, si prova l’esperienza del perdono.

Il perdono è la massima espressione d’amore, è una misura di Dio: Dio ci ama talmente tanto che è sempre disponibile a perdonare (Vangelo di Matteo 18, 21-35- “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”, cioè sempre all’infinito, illimitatamente). Si perdona se si vuole bene davvero, perdonare è l’espressione più alta della volontà di ricostruire, rigenerare, rinforzare l’amore.

Il perdono “ è uno sport estremo che richiede un allenamento da subito …” è faticoso e difficile, necessita di sincerità, onestà, umiltà e coraggio. E’ un atto non di debolezza ma di grande forza.

Di fronte a prove difficili è necessario chiedere aiuto al Signore per superare le nostre seppur legittime resistenze, per capire il contesto e perché ci dia la forza di prendere la decisione più utile per la coppia e la famiglia, facendo soprattutto leva sul perdono.

Il perdono autentico è quello che non ha memoria, che non alimenta rancori e invita la coppia alla riconciliazione e alla scelta costante del “noi”.

In questo cammino di vita è importante, non essere soli,avere amici persone con i quali confrontarsi, costruire legami ed esperienze. Una famiglia aperta, accogliente, disponibile agli altri ha radici ed ormeggi più forti per superare le intemperie quotidiane!

Ma il vero perdono nella sua dimensione di ampiezza, profondità, intensità e continuità, lo impariamo da Dio, a lui ci rivolgiamo con la nostra preghiera e lo scopriamo ogni giorno al nostro fianco.

 

 

(Questa sintesi raccoglie le osservazioni e le riflessioni di tutti i fidanzati che hanno partecipato alla serata condividendo il percorso proposto. Grazie di cuore a ciascuno di loro!)