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Ma Noi No…n ci Sanremo

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Ma Noi Non ci… San Remo”. Ne sono sicuri i Ma Noi No, band reggiana, parmense e bresciana che, sull’ultima edizione del festival, si esprime parafrasando una celebre canzone di Guccini e dei Nomadi, con un’analisi critica musicale che, però, affronta anche alcuni eccessi. Come il risalto mutandine (con faralla, quelle di Belen), piuttosto che sermoni che esulano dalla musica (quelli di Celentano) o gli innocui e ripetuti baci tra uomini.

Festival, cosa salvare?

“Alcuni grandi cose, come l’aspetto musicale, con l’orchestra e gli arrangiamenti di alcune canzoni che oggettivamente sono di primo rilievo. E’ una vetrina in cui ascoltare musiche e testi interessanti. O cantanti stranieri in esibizioni eccezionali, uno tra tutti: Josè Feliciano, con Che Sarà

Ma?

“Beh francamente si capisce cosa ci possano azzeccare interventi di comici, come ‘I soliti idioti’, palesemente poco divertenti e un po’ noiosi. Alcune canzoni sono insipide, citano i soliti ‘cuori che battono forte’ e ovviamente non trasmettono emozioni e strizzano l’occhiolino al mondo commerciale a seguito di un evidente studio tavolino”.

I Ma Noi No sono Paolo Montanari, voce (Novellara), Cristian Rotondella, batteria (Reggio Emilia), Jimmy Scaffardi, basso (Corcagnano – PR), Morris Codenotti, tastiere e fisarmonica (Brescia), Daniele Mammi, chitarre (Reggio Emilia), Cristina Baglivo, violino: avete ascoltato il sermone?

“Molto lungo, preferiamo la musica e, quindi, lo riteniamo fuori luogo in questo contesto, anche se se ne possono condividere alcuni contenuti. Stupisce di più l’eliminazione di alcuni nomi come Carone-Dalla, mentre la stampa specializzata promuove la canzone D'Alessio-Bertè”.

E la farfalla di Belen?

“Le tre ‘veline presentatrici’, sono più attente a far vedere curve e scollature che leggere i nomi degli artisti e autori: sono una presenza inutile. Se ci si toglie le mutandine, come fa Cenerentola in una nostra canzone, vuol dire che viviamo in un Paese di favole e di un festival che non sa più cosa inventarsi. Ma così la musica diventata un contorno ed è davvero deludente”.

Chi sono i cantanti che ne escono alla grande?

“Per noi: Carone, Eugenio Finardi (che ha risposto privatamente al nostro apprezzamento, Noemi, Emma e Arisa”. “Tra le voci – aggiunge Paolo Montanari, front man dei Ma Noi No – in particolare vorrei segnalare Nina Zilli con una canzone da sodalizio Paolo Limiti-Mina che mi ha dato molta emozione”.

Celentano ha fatto beneficienza… con tasche altrui?

“Si spera che realmente vadano in beneficenza. Probabilmente questa scelta è stata fatta dopo le polemiche per l’alto cachet richiesto, uno dei tanti aspetti tristi e paradossali del mondo dello spettacolo”.

I giovani in mezzo a questo contesto come ne escono?

“Sinceramente non ci sono piaciuti, canzoni banali, testi banali. Siamo rimasti molto delusi. Molti sembrano prodotti costruiti per le radio, per fare soldi. Ci vediamo poco di vero, di naturale e umile”.

La vostra strada insegna che si può fare musica anche senza passare per X-Factor o San Remo?

“E’ molto difficile, la nostra strada è quella di calcare le piazze d’Italia. E se i fenomeni televisivi saturano il mercato discografico, senza lasciare spazio ai gruppi locali, ci sono comunque esempi di chi è diventato famoso senza San Remo: Guccini, Modena City Ramblers, Bandabardò per citarne alcuni. La chiave è: concerti, dischi e testi pieni di poesia, valori e storia”.

Voi andreste a San Remo?

Noi ci San Remo a una condizione: una canzone scritta da noi, scelta da noi, arrangiata e suonata nel nostro stile e non secondo gusti commerciali”.

Dopo la… critica a San Remo.. cosa bolle nel calderone dei Ma Noi No?

“In questi gironi stiamo incedendo un nuovo disco, composto da 11 brani inediti, che presenteremo ai nostri concerti. Sono queste tappe la nostra forza, la nostra casa discografica, la nostra promozione, il nostro San Remo”.

 

(G.A.)

2 COMMENTS

  1. Insomma, tutto ciò detto da un complesso che si fonda sulle cover di un altro gruppo potrebbe anche lasciare perplessi… secondo me è sconsigliabile parlare (anche duramente) degli “altri”, senza avere una propria forte identità o un consenso comunque riconosciuto a un certo livello. Poi, ci mancherebbe, gli auguro anche io di andare a Sanremo………..

    (Marco Lanegano)

    NOTA DELLA REDAZIONE: Pensiamo che il diritto di esprimersi spetti a chiunque, affermato o meno. Per dovere di cronaca: come facilmente reperibile su web il gruppo in questione ha all’attivo già una produzione e una identità propria di album di inediti.