Home Cronaca Rientrati dalle missioni in Etiopia i 21 volontari del GAOM

Rientrati dalle missioni in Etiopia i 21 volontari del GAOM

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Rientrati in parte  l’11, nel mezzo della bufera di neve, e in parte il 20 febbraio, con un’escursione termica di almeno quaranta gradi, tra gennaio e febbraio hanno lavorato presso le missioni di Gambo e Shashemene, portando avanti gli svariati progetti avviati.

La piantagione di banane a Tikur Wuha

Per quanto riguarda Shashemene, una delle maggiori soddisfazioni è stato il microcredito, dal momento che i figli dei lebbrosi sui quali si era investito hanno avviato un lavoro e grazie a questo sono diventati autosufficienti. Il progetto è stato così rilanciato con altri giovani.

Soddisfazioni anche a Tikur Wuha, dove oltre ad avere installato l’impianto di irrigazione per le coltivazioni delle piante da frutta, i volontari hanno potuto già assaggiare le banane prodotte dagli alberi piantati l’anno scorso. Inoltre, durante l’anno, la piantagione è stata arricchita con piante di carruba il cui frutto molto nutriente è particolarmente adatto per l’alimentazione dei bambini. Installate anche le tre zappatrici spedite tramite container che lavoreranno i terreni di Gambo, Shashemene e Rophi.

E’ stato installato un generatore che assicura corrente al poliambulatorio, ed è stata riorganizzata la gestione della struttura, anche in vista del progetto futuro di aprire 3 ambulatori esterni dove prestare settimanalmente un servizio medico di base: uno a Wendo Genete nella foresta, uno sul lago di Tikur Wuha ed uno a Rophi nella savana. Sono arrivati anche il nuovo riunito dentale e l’ecografo, spediti dall’Italia nel corso dell’anno, ma ancora da sdoganare a causa di alcuni cambiamenti nella documentazione richiesta, problema che nel giro di un mese dovrebbe comunque essere risolto.

Quanto al nuovo progetto nel carcere di Shashemene, sono state completate le fondamenta per la costruzione di un salone polivalente che sarà ultimato dai detenuti stessi, sotto la direzione di Elias, un ragazzo etiope, già da qualche anno responsabile locale dei progetti del GAOM. Il salone sarà utilizzato dalle suore del De Focauld per attività formative e lavorative (produzione di cesti e vestiti) in favore dei detenuti.

E’ iniziato anche il finanziamento degli studi da infermiere di un ragazzo di Rophi, che, a differenza di molti coetanei che una volta diplomati si spostano nelle grosse città dove la remunerazione è maggiore, sembra intenzionato a prestare servizio nel suo piccolo paese.

La falegnameria

Ampliata anche la scuola di arti e mestieri: viste le numerose richieste di pane, presso il forno è stato raddoppiato il personale e nella falegnameria lavorano oggi sette ragazzi.

Ultimata la nuova chiesetta di Arambatè e finalmente costruito il campanile per la chiesa di Shashemane, la cui campana era da più di vent’anni appesa ad un albero vicino.

Per quanto riguarda Gambo, si sta pensando di affidare i vari progetti avviati ad un ragazzo del luogo che farà da referente per quanto riguarda la fattoria, dove anche quest’anno i volontari hanno lavorato per formare il personale che si prende cura della stalla per le mucche da latte. Inoltre è stata realizzata un’abitazione destinata al guardiano della fattoria, vedovo e con 4 figli, e sono stati revisionati gli impianti della missione: in particolare è stato sostituito l’impianto elettrico nella cucina dell’ospedale e sono stati rimessi in funzione 4 pozzi che avevano bisogno di manutenzione.

Per il futuro il GAOM vorrebbe realizzare dei granai nella savana di Rophi – Caccia Ciullo, dove periodicamente ogni 3 anni la carestia è molto forte e dove la popolazione vive essenzialmente di agricoltura e allevamento.

 

3 COMMENTS

  1. Come sempre il GAOM dà la soddisfazione di vedere l’esito del proprio sostegno con, in più, la garanzia che ogni centesimo viene investito in opere e non in spese di rappresentanza.
    Complimenti ed auguri per il futuro.

    (Celeste Grisendi)