Home Cultura “Pilotiamo noi il raddrizzamento del mondo”

“Pilotiamo noi il raddrizzamento del mondo”

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Un momento dell'incontro con Corona e Mercalli moderati da Nitrosi, sullo sfondo

Venerdì scorso a Casina, in un teatro parrocchiale gremito oltre ogni aspettativa, Mauro Corona e Luca Mercalli stanno seduti fianco a fianco accanto al caporedattore del Carlino Reggio Davide Nitrosi, moderatore della serata.

L’occasione è l’incontro promosso dall’Assessorato ambiente del Comune appenninico ad apertura dell’iniziativa di educazione ambientaleCon Demetra”, organizzata con il sostegno di IrenEmilia e la collaborazione della scuola di Casina.

Sul palco, a circondare i due popolari ed attesissimi ospiti, una ventina di giovani studenti, accompagnati dal dirigente scolastico e dai loro professori di scienze e lettere. I ragazzi si sono avvicendati al microfono in un susseguirsi di domande estremamente pertinenti, acute e intelligenti.  Segno che la scuola, più avanti accusata anche dallo stesso Corona di essere “noiosa e poco stimolante”,  non è sempre e solo il luogo dell’apprendimento passivo e del nozionismo fine a se stesso.

Si è intuito immediatamente il clima della serata, la profonda empatia tra il pubblico in sala e i due giganti della comunicazione la cui sola presenza fisica è stata di per sé sufficiente a muovere entusiasmi ed energia.

Corona e Mercalli sono due personalità differenti sì, ma perfettamente complementari. Nelle loro opere “La fine del mondo storto” e “Prepariamoci”, il narratore Corona e lo scienziato Mercalli lanciano all’umanità un messaggio chiaro ed inequivocabile, che colpisce lo stomaco (Corona), che arriva alla testa (Mercalli): occorre un cambiamento repentino di prospettiva e tutti siamo chiamati a fare la nostra parte. Le energie fossili, su cui si basa il sistema economico moderno, non sono infinite e prima o poi si esauriranno. Corona, nel suo romanzo, descrive l’apocalisse che potrebbe seguire a questo evento. Mercalli, in “Prepariamoci”, indica la via del cambiamento e le azioni da intraprendere per scongiurare la catastrofe e rimanere a galla.

“Ho scritto questo libro perché volevo lanciare una provocazione, far capire alla gente quanto siamo dipendenti da coloro che decidono per noi delle nostre esistenze”.

Sulla prima domanda di Nitrosi, rivolta a Corona, si apre l’incontro e si entra immediatamente nel vivo della questione.

Mentre “la miniera globale s’impoverisce” (Mercalli) e l’uomo si pone “inerme di fronte alla natura, incapace sempre più di usare le mani” (Corona), la parola chiave diventa: resilienza!

“La natura è resiliente,” - spiega Mercalli – “reagisce alle avversità trovando risorse e strategie che le consentono di adattarsi e rigenerarsi. Le invenzioni dell’uomo moderno no!! In nome del progresso e dell’avanguardia tecnologica, ci siamo creati un sistema più complesso, più costoso, e sempre guasto”.

“Sprechiamo soldi e risorse per invenzioni inutili ed “energivore” – continua Mercalli - e stiamo intaccando e progressivamente erodendo il capitale naturale del pianeta, utilizzando anche ciò che dovremmo avere cura di lasciare alle generazioni che verranno. In buona sostanza, stiamo usando un pianeta e mezzo!”.

Diventare resilienti significa allora mettere in atto quelle azioni che consentiranno all’uomo di affrontare con serenità e senza grossi traumi i cambiamenti che si presenteranno, perché l’attuale modello economico e di consumo non reggerà a lungo.

Ai ragazzi che chiedono a Mercalli se i pannelli solari sono la soluzione del futuro, risponde con le parole di Churchill: “E’ un peccato il non far niente col pretesto che non possiamo fare tutto”. “I pannelli solari - spiega - non sono oggi sufficienti per soddisfare totalmente la domanda di energia, ma sono certamente un primo e fondamentale passo verso la resilienza. Il cambiamento non può avvenire dall’oggi al domani, ci vuole tempo, ma bisogna iniziare a muoversi nella direzione giusta. La Danimarca, ad esempio, si è data l’obiettivo di sganciarsi totalmente dal petrolio entro il 2050. Qualche decennio ancora, ma il percorso è avviato”.

“Il pianeta siamo noi”, risponde Corona alla domanda di una studentessa che gli chiede se è il pianeta che dobbiamo cercare di salvare, oppure noi stessi. E qui, citando il pensiero del vescovo-filosofo George Berkeley, conclude con la riflessione: “la dolce mela perde il suo significato se non c’è una bocca che la gusta”, come a dire che noi e la terra che abitiamo rappresentiamo una realtà interconnessa ed inscindibile, dove ogni elemento acquista senso e significato unicamente in funzione dell’altro.

La serata scorre velocemente senza cali d’attenzione e tra i calorosi applausi del pubblico. Corona e Mercalli si supportano a vicenda in un crescendo stimolante di citazioni, aneddoti e riflessioni che non tralasciando alcun aspetto della vita d’oggi, “mestiere usurante”, sostiene Corona: la fretta, il lavoro, i consumi di beni inutili, futili ed inquinanti. Sono troppi.

Consumismo e condizionamento mediatico hanno creato un uomo totalmente schiavo degli oggetti e quindi ormai incapace di usare le mani.

Questa perdita di manualità, secondo Corona, ci rende succubi e subalterni alle scelte di chi decide per noi, fino al punto che la moderna democrazia è diventata una sorta di malcelata dittatura. “E così, senza essercene resi conto, ci troviamo oggi a vivere in una “democratura” ”, sostiene Corona.

La proposta? Iniziare ad eliminare il superfluo, ridurre il ritmo stressante del lavoro, riappropriarsi del senso della vita partendo dalle cose semplici, dall’osservazione della natura, dal piacere di una bella lettura, dalla fortuna di essere semplicemente vivi. Ma per far questo occorre una rivoluzione culturale, un ribaltamento di obiettivi e di priorità, una nuova prospettiva sociale dove non vince “chi ha di più, ma chi ha il cervello acceso”.

“Le ragazze dovrebbero puntare non a chi le va a prendere in SUV, ma con l’APE!!”, stressa il concetto Corona, con la consueta ironia.

E la scuola? Chiedono i ragazzi. “La scuola andrebbe totalmente riformata”, risponde senza esitazioni Corona – è noiosa e poco stimolante, basta guardare i visi tristi che hanno i bambini prima di entrare in aula”. “La scuola non forma competenze corrispondenti alle necessità effettive del mondo reale” aggiunge Mercalli.

“I ragazzi sono il nostro futuro e contemporaneamente il nostro specchio. Ecco perché non possiamo pretendere da loro di essere il modello di ciò che noi per primi non siamo -  sottolinea Corona - Rispetto, amore, tolleranza, vanno insegnati con l’esempio, con i fatti e con le parole”.

Infine, Nitrosi chiede un commento sulla TAV e i fatti della Valsusa, questione che il piemontese Mercalli sta vivendo in prima battuta non solo per il suo status di valsusino, ma anche e soprattutto perché, dati tecnici alla mano, egli è da sempre apertamente schierato sul fronte del no ad un’opera a suo dire “inutile e giustificata solo da motivi economici”. Mercalli si scalda sulla sedia quando gli viene chiesto cosa sta accadendo oltre confine, in suolo francese. “In Francia non è stato fatto ancora nulla. Se i lavori fossero avviati e i francesi pensassero di subire un danno da quanto sta accadendo in Italia per effetto delle contestazioni, manderebbe la portaerei De Gaulle a bombardarci”.

Il messaggio è chiaro. Stop deciso ai grandi lavori costosi ed inutili, alle opere faraoniche mangia-soldi che distraggono risorse preziose dai settori dove c’è davvero bisogno: sanità, istruzione, cultura.

“Ma poi - conclude provocatorio Corona - perché dobbiamo avere tutta questa fretta?”.

Ringraziamenti finali.

Omaggio di prodotti tipici a “km 0” per gli ospiti e il moderatore.

Applausi scroscianti.

E una fila interminabile di fans per gli autografi di rito, a imperituro ricordo di una serata dove “centinaia di persone hanno acceso il cervello” (parole di Mercalli) e se ne sono andate con qualche stimolo in più per la progettazione del domani.

 

(Lucia Manicardi)

 

3 COMMENTS

  1. Dopo aver ascoltato Corona e Mercalli, con una buona dose di autocritica e di vere emozioni, mi sono ritrovata a pensare che allora non sono una pericolosa ‘terrorista’ (come dai giornali, o da certi giornali vengono ‘dipinti’ i no tav) e nemmeno una madre ‘snaturata’ a insegnare ai miei figli che non serve una marca per rendere più utile un oggetto, nè più funzionale, che i compleanni non serve e forse non è nemmeno bello festeggiarli sempre e solo in pizzeria… basta ritrovarsi e divertirsi anche in casa davanti a una torta e un aranciata… veramente una bella serata. Per i bambini un bella esperienza, per una volta hanno visto anche gli adulti a ‘scuola’ e forse si sono accorti che mamma e papà non sono ‘cattivi’ ma cercano di educarti perchè il mondo sia ‘meno storto’ e che possano un domani essere pronti a cambiarlo.
    Grazie a Corona e Mercalli per una serata veramente e semplicemente emozionante. Un plauso anche agli organizzatori.

    (Monja Beneventi)

  2. Furgoncino in sosta davanti a un negozio a motore rigorosamente acceso per ben 10 minuti. Autista del furgoncino all’interno del negozio che si vanta per aver partecipato alla serata con Corona e Mercalli.
    Non tutti evidentemente hanno acceso il cervello.
    Partecipare alle conferenze è bene. Agire coerentemente e correttamente nella vita di tutti i giorni è molto meglio;)
    Complimenti a Lucia per il chiarissimo articolo.

    (Sara Paderni)

  3. Se vuole vedere dei camion fermi e accesi può fermarsi verso le 6 del mattino anche davanti al bar che si trova sulla sinistra prima della galleria andando verso Reggio. Mi sembra che siano camion della nettezza urbana ma anche trasporto latte.

    (Roberto Zappaterra)