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Offerta speciale 2×1

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Questo invito commerciale non passa inosservato e quando i consumatori lo intercettano non si fanno scappare l’occasione, specie con i tempi che corrono. Prendere due pagando uno è un vantaggio evidente a tutti, economisti  e semplici consumatori. In tempo di crisi oltre che alle offerte speciali occorre fare attenzione alle truffe, ai messaggi ingannevoli, ai raggiri.

A questo proposito prendiamo atto che in montagna l’offerta speciale 2x1 va letta esattamente al contrario, prendi  uno e paghi  due. Nei giorni scorsi  sui giornali è comparsa la notizia che vedeva riconosciuto agli automobilisti la possibilità di fare la visita medica di idoneità presso i medici di base direttamente in montagna, evitando viaggi  dispendiosi e alleggerendo il carico degli ambulatori di via Amendola, in città. Bene, buon risultato.

Nello stesso tempo, in modo silenzioso, senza informazione e confronto, si scopre che continua inesorabilmente la chiusura degli uffici postali e che per effetto dei tagli il servizio dei prelievi del sangue, che veniva fatto una volta alla settimana presso gli ambulatori di base, adesso viene erogato solo per gli assistiti con invalidità superiore al 74%. Prendi uno (visita medica per ultraottantenni), ti togliamo 2 (prelievi del  sangue e uffici postali).

A questo punto sorge spontanea questa domanda: ma queste decisioni come e  da chi vengono prese, come avviene il confronto con il territorio?

Come  Cgil zona montana, coinvolgendo Cisl e Uil, ci attiveremo da subito per avere un incontro con l’azienda Ausl e la direzione sanitaria distrettuale per quanto riguarda il servizio di medicina di base e le prestazioni che eroga; medesimo passaggio faremo per quanto riguarda i servizi postale e il problema silente ma non risolto del trasporto pubblico locale.

Su questi temi si intreccia anche la discussione rispetto al riordino istituzionale, con lo scioglimento della comunità montana, senza chiarezza come vengono gestite le competenze. Temiamo che  si possa  determinare  una ulteriore perdita di rappresentanza rispetto alle spinte, sempre più forti, che portano alla lenta ma inesorabile dismissione dei servizi nel territorio montano.

La Cgil, con la rete delle delegate e delegati e degli attivisti Spi, si fa carico di cercare un confronto con le istituzioni per avere delle risposte vere e trasparenti su quale modello hanno in mente per la montagna.

(Dusca Bonini, per Cgil zona montana)