Home Cronaca C’erano una volta 57 alberi da frutto… AGGIORNAMENTO: le immagini

C’erano una volta 57 alberi da frutto… AGGIORNAMENTO: le immagini

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Frutteto prima

Un gruppo di parrocchiani di Villaberza ci segnala il disboscamento "selvaggio" effettuato sul terreno parrocchiale prospiciente la chiesa e il cimitero. La scorsa settimana il parroco Don Ruggero Orieli ha provveduto a far divellere 57 piante da frutto (meli, ciliegi, albicocchi, ecc.) che furono messi a dimora nel 1985 dall'allora parroco don Walter Aldini, scomparso nel 1998, in collaborazione con l'Istituto Motti di Castelnovo ne' Monti.

Frutteto dopo

Pur non contestando che il parroco abbia agito su un terreno di proprietà della curia un gruppo di parrocchiani ha manifestato la propria contrarietà in quanto, in accordo con don Aldini e dividendo le spese tra la parrocchia e gli abitanti, si era  provveduto alla piantumazione  per dare ristoro ai pellegrini che transitassero in quei luoghi. "Erano le piante di tutti e abbiamo reso noto a chi di dovere di questo gesto incomprensibile", è lo sfogo di una fedele che guarda sconfortata quanto compiuto.

 

5 COMMENTS

  1. Ricordo che fin da quando ero bambino lo stradello che dalla strada comunale porta alla chiesa era ombreggiato da piante da frutto, credo meli. A quella strada, a quei meli, al sagrato, alla chiesa e al monte che le sta alle spalle mi sono ispirato in un episodio molto drammatico del romanzo “Il profumo della farina calda”. Peccato che l’uomo non sia capace di conservare certi simboli che fanno parte della sua memoria storica. Non mi riferisco alle piante tagliate di recente, ma in generale a tutto ciò che ci sembra vecchio e superato, salvo poi avvertirne la mancanza. Ne approfitto per informare che presenterò e discuterò questo libro il 7 aprile alle ore 16,30 presso “Pane e cioccolato” a Felina.

    (Armido Malvolti)

  2. Chi scrive è una famiglia di parrocchiani di Villaberza. Siamo veramente contrariati da quanto accaduto, atto voluto dall’attuale parroco. Soprattutto dispiace il silenzio dimostrato da altri parrocchiani che, a quanto pare, erano a conoscenza delle intenzioni di Don Orieli e non hanno provveduto ad informare tutti gli altri (trattasi di piccolo paese, non sarebbe stato uno sforzo enorme…).
    Il frutteto era il simbolo della collaborazione di tutto il paese, che insieme ha sempre aiutato il precedente parroco, Don Aldini, nella gestione di quell’area e non solo. Alla sua morte i parrocchiani che avevano provveduto alla nascita di tale frutteto si erano resi disponibili a continuare ad occuparsene, trovando però ostacoli nel nuovo parroco. Ed è per questo che negli ultimi anni il frutteto versava in condizioni non buone. Questo però a nostro parere non giustifica una decisione simile: non crediamo che per pochi euro in più all’anno per l’affitto del terreno si dovesse procedere a tale scempio nella più totale indifferenza.

    (Famiglia Manfredini)

  3. E’ con grande amarezza che apprendiamo questa notizia. Si potrebbero raccontare tanti altri episodi che in questi ultimi tempi, più o meno recenti, hanno allontanato le persone dal luogo fisico e religioso della Chiesa di Villaberza… Ma a poco servirebbe. Nella volontà di non sentirci estrenei alla comunità in cui abitiamo ci auguriamo questo episodio serva per farci tornare propositivi e presenti: se il frutteto era il simbolo della collaborazione di tutto il paese, facciamo in modo si possa ripiantumare nuovamente, magari tenendo conto delle esigenze o ragioni espresse dal Parroco, ammesso che ne esistano.

    (Abitanti di Fergnola)

  4. Sono d’accordo quando si dice che si poteva informare l’intera comunità, siamo poche anime qui a Villaberza, mi spiace apprendere la notizia a posteriori. Attraverso un’informazione capillare si poteva agire diversamente. Esempio? Si potevano distribuire a chi, come me, sarebbe stata felice, di piantarne alcune nel proprio orto familiare!

    (Antonella Cassinadri, Maurizio Fabbiani, famiglia della Crocetta di S. Giovanni)