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I dati dell’Osservatorio di Confartigianato sul mercato del lavoro

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In Emilia-Romagna sono le micro e piccole imprese a giocare un ruolo di rilievo nel mantenere costanti i livelli occupazionali. E' quanto emerge dai dati dell'Osservatorio di Confartigianato Emilia-Romagna sul mercato del lavoro: nelle MPI, nel 2011, i contratti a tempo determinato sono stati 206.000, pari al 10% del totale; rilevante anche il numero degli apprendisti occupati in imprese artigiane (32,2% dei 48.620 totali) e, forse ancora più significativo, il fatto che solo il 2,2% del totale degli interinali e il 3,6% dei collaboratori a progetto trovano occupazione nelle micro e piccole imprese. 

"I dati elaborati dal nostro Osservatorio confermano quello che noi già sappiamo - commenta Rodolfo Manotti, presidente di Confartigianato Reggio Emilia - L’artigianato e le micro imprese considerano la risorsa umana come un valore e svolgono un ruolo da protagoniste nel mantenimento dei livelli e della qualità dell'occupazione, privilegiando contratti di lavoro permanenti. Siamo quelli che più di tutti assumono a tempo indeterminato, che fanno uso del contratto di apprendistato e che non fanno abuso del lavoro interinale o a progetto, ma usano questi strumenti contrattuali di flessibilità in entrata laddove serve e quando serve".

La flessibilità in entrata è uno dei nodi cruciali del dibattito sulla riforma del lavoro: "Troviamo sbagliato, nella proposta di riforma, tutto ciò che 'ingessa' il mercato del lavoro - prosegue Manotti – Concretamente, per esempio, non va trasformata la lotta alle false partite Iva in una lotta alle partite Iva tout court, e sono sbagliate le norme che aumentano il costo dell’apprendistato, così come quelle che impongono una stabilizzazione. La nuova riforma non può essere penalizzante per le micro e picole imprese". La riforma, secondo l'associazione, dovrà dunque necessariamente passare attraverso alcune modifiche: "Attenzione - conclude Manotti - Se non si cambieranno certe norme, c'è il rischio che si verifichi un riduzione del lavoro contrattualizzato, a favore del fenomeno inaccettabile del 'nero'. Non è quello che vogliamo".

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