Reggio, tra città e campagna negli ultimi anni Trenta. La quiete prima di essere inghiottita dalla tempesta, della seconda guerra mondiale, per poi risorgere con la pace. Il tutto visto con gli occhi di un bambino, del 1931, che cresce proprio in questo tragico periodo, ma lo fa in modo speciale.
E’ in sintesi l’argomento del racconto di Dilva Attolini, Odilia e la casa dei due pioppi, pubblicato da Antiche Porte editrice.
Giuliano nasce tra i campi, le viti le aie di Villa Sesso, dove il papà, Beniamino, è uno dei tanti fratelli di quelle antiche famiglie patriarcali, quando le braccia volevano dire lavoro, che abita la Casa dei due pioppi. Una casa simbolo della tradizione contadina, costruita sui tempi e le usanze passate e un po’ chiusa in se stessa. Mamma, Odilia, invece vuole essere cittadina, rappresenta il domani e tende alle novità. Da qui lo scontro con un mondo che si sta spegnendo e le novità che inarrestabili avanzano. Il pane cotto in casa e quello acquistato dal fornaio, l’acqua portata a secchi e quella corrente, la casa colonica e il villaggio cittadino; tutti aspetti di una metamorfosi sociale e territoriale in atto, scandita dall’incedere della guerra pur lontana e non comprensibile (per fortuna) nella mente di un bambino, se non come forma di gioco.
Il bel racconto dell’Attolini è una pausa di riflessione regalata al lettore; un modo per frenare la corsa continua del tempo che anche nel nostro vissuto quotidiano, invece, scappa sempre veloce e inarrestabile.
Non un nostalgico rimpianto, piuttosto un sapiente ritratto di un mondo scomparso in cui affonda le radici quello presente e che serve ricordare per le generazioni future.
Così Giuliano, zia Dalia, nonno Zeffirino, Ester la bimba dai passi lievi, le pagnotte calde, i bombardamenti, le corse in bicicletta, l’orto davanti a casa… sono colori del nostro ambiente che la guerra maligna non è riuscita a cancellare.
Il volume di 112 pagine, costa 12 €.
La presentazione si terrà sabato 21 aprile, alle ore 18, presso l'Albergo delle Notarie a Reggio Emilia.