Home Cronaca “Questa Comunità montana non può e non deve avere un futuro”

“Questa Comunità montana non può e non deve avere un futuro”

10
3

Riceviamo e pubblichiamo.

-----

La Comunità montana è proprietaria, in comune di Castelnovo ne' Monti, di parte di un fabbricato (sua sede e sede Protezione civile) e dell’area del centro fiera con un debito residuo al 31/12/2011 di € 474.000.

La Comunità montana è proprietaria, in comune di Castelnovo ne' Monti, di buona parte del Centro Coni (impianto di atletica leggera e campo da calcio) e relative aree di pertinenza con un debito residuo al 31/12/2011 di € 642.000.

La Comunità montana è proprietaria, per una quota del 33,18% della CO.GE.LOR s.r.l. proprietaria del Teatro Bismantova in comune di Castelnovo ne' Monti. Al 31/12/2001 nel bilancio comunitario la quota della Comunità montana aveva un valore, dovuto a risorse realmente versate nella società, di € 882.953,43. Negli anni successivi, a seguito di innumerevoli svalutazioni, la quota della Comunità montana al 31/12/2010 aveva un valore di € 97.408,85.

La Comunità montana è proprietaria, in comune di Castelnovo ne' Monti, di parte di un fabbricato (sede ex-Iodi) affittato alla Ausl (che si intende vendere).

Non ci risulta, ma saremo felici di essere smentiti, che la Comunità montana sia proprietaria di immobili o terreni in altri comuni aderenti alla stessa Comunità Montana.

Per esempio, non ci risulta che sia comproprietaria del centro sportivo di Casina o di Carpineti o del centro associazionismo di Villa Minozzo o altro; anzi quando aveva impegni economici (€ 30.000,00 per quindici anni) per la stazione di Febbio ha proceduto, appena possibile, dopo tre anni, a disdirli.

Infine ci risulta che la Comunità montana intende dirottare i fondi dell’accordo quadro del 2012, destinati a tutti i comuni, con l’impegno del comune di Castelnuovo ne' Monti a restituirli successivamente, alla realizzazione di un edificio, ovviamente in comune di Castelnovo ne' Monti, in cui collocare in parte il garage del comune di Castelnovo ne' Monti e in parte il garage per la Protezione civile, struttura sulla cui utilità non solo noi nutriamo dubbi.

Ora ci sorgono spontanee alcune domande:

1) la Comunità montana non doveva svolgere un ruolo di crescita di tutta la montagna nel suo insieme?

2) perché si vuole procedere a tutti i costi in investimenti quanto meno discutibili?

3) perché una Comunità montana, che dovrebbe ricercare scelte condivise per consentire a tutti i cittadini rappresentati da sindaci democraticamente eletti, porta avanti scelte motivo di scontro fra schieramenti che spesso si identificano con le forze politiche di appartenenza?

4) è questo il metodo che si intende adottare in future unioni di comuni?

Da ultimo una domanda al coordinatore del Pd della montagna: "Discuterete nei prossimi incontri, che 'sicuramente' farete con le forze economiche, sociali e i cittadini anche di come è stata gestita la Comunità montana e dei dati sopraesposti?".

Per questo e per altri mille motivi una Comunità montana gestita in questo modo non può e non deve avere futuro.

(Movimento Civico "Si Uniti", Villa Minozzo)

* * *

Aggiornamento 20 aprile 2012

La risposta dei sindaci di Castelnovo, Busana, Vetto, Carpineti, Ligonchio, Ramiseto e Baiso

In merito all’intervento del gruppo "Sì Uniti", vorremmo sottolineare come la posizione espressa dalla maggioranza che governa il Comune di Villa Minozzo, in particolare sul nuovo centro comprensoriale di Protezione civile, di cui è prevista la realizzazione a Castelnovo nella zona del Centro Fiera, sia assolutamente isolata, in quanto tutti gli altri comuni facenti parte dell’Ente si sono espressi favorevolmente sulla realizzazione di questo centro, che servirà tutta la montagna. Stupisce che proprio il Comune di Villa non voglia tale struttura, in cui opereranno i nuclei di Protezione civile con le associazioni che ne fanno parte (Soccorso alpino, Ana ed altre): un Comune che ha luoghi escursionistici di grande richiamo, molto frequentati, in cui sono soventi le esigenze di interventi d’urgenza. Ci piacerebbe sapere cosa pensa la popolazione villaminozzese della presa di posizione del gruppo di maggioranza. Tanto più che del progetto in oggetto si discute da ormai 7 anni e c’è anche uno stanziamento di fondi della Protezione civile regionale, di 120mila euro, che rischia di essere ritirato se non si passa in tempi rapidi alla concretizzazione. In questo progetto, per un importo di circa 500mila euro, la quota che sarà sostenuta dal Comune di Castelnovo ne' Monti sarà di circa 300mila euro, derivanti dalla vendita della propria quota dell’ex Istituto Iodi e da un contributo con fondi della Comunità montana che saranno restituiti ai singoli comuni da parte del Comune di Castelnovo, per un importo di 16mila euro ciascuno, in 5 anni. L’alternativa sarebbe stata quella di realizzare subito 12 piccoli progetti da 16mila euro ciascuno, con fondi che, teniamo a ribadirlo, ai comuni saranno comunque restituiti.

Stupiscono le recenti prese di posizione con le quali la maggioranza di Villa Minozzo sembra voler porre il Comune al di fuori di ogni logica territoriale collegiale, interventi all’insegna dell’individualismo e del campanilismo: Castelnovo da anni, è vero, è il centro dei servizi della montagna, ma insieme agli onori se ne sobbarca anche gli oneri, sostenendo con fondi del proprio bilancio servizi essenziali per il comprensorio e per la tenuta socio-economica del territorio. Inoltre quando il Comune di Villa Minozzo, anche in tempi molto recenti, ha sottoposto al territorio stesso problemi nel rispondere a tutte le richieste di servizi provenienti dai suoi cittadini (insufficienza di posti per il ricovero degli anziani, ad esempio) gli altri comuni se ne sono immediatamente fatti carico. Quella su Febbio ci pare poi una polemica ormai trita, su cui la gente ha avuto modo di farsi una idea ben precisa in merito alle responsabilità e su cui non vale nemmeno la pena ricordare le centinaia di migliaia di euro che la Provincia, e la stessa Comunità montana, hanno investito negli anni per cercare un rilancio della stazione. La maggioranza di Villa Minozzo sta dimostrando una preoccupante mancanza di obiettività nel valutare che se c’è una speranza di rilancio per l’Appennino, questa passa attraverso un territorio che lavori nel suo insieme, al di là di sterili ed infondate polemiche di campanile.

Gianluca Marconi, sindaco di Castelnovo ne’ Monti

Sandro Govi, sindaco di Busana

Sara Garofani, sindaco di Vetto

Nilde Montemerli, sindaco di Carpineti

Giorgio Pregheffi, sindaco di Ligonchio

Martino Dolci, sindaco di Ramiseto

Alberto Ovi, sindaco di Baiso

Gianfranco Rinaldi, sindaco di Casina

 

3 COMMENTS

  1. Mi sa che le provate tutte per distrarre la gente o cercare di coinvolgere qualche altro ente in una situazione del Comune di Villa che, ormai se ne stanno rendendo conto tutti, è in via di collasso. Come sul caso di Febbio: tutti hanno delle responsabilità, l’unico agnello immacolato è guarda caso Castellini. Però intanto sulla situazione della biblioteca, denunciata in modo molto netto e pesante anche qui su Redacon, nessuno, nè il sindaco nè il movimento “civico”, si è degnato di rispondere alcunchè… Guardate che la gente non è scema…

    (Commento firmato)

  2. …Proprio perchè non è scema sa di cosa stiamo parlando… Proprio perchè non è scema è consapevole delle cause che hanno portato alla chiusura di Febbio e proprio perchè non era scema neanche allora ha votato un’amministrazione che non sta assolutamente portando al collasso il Comune di Villa-Minozzo!!!
    Questa è informazione, non distrazione e la gente non è scema!!!!!

    (Giuliana)