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Genoveffa Martelli ha raggiunto ieri il marito Sergio Susini

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È deceduta ieri a Casina, alle soglie dei novant’anni, Genoveffa Martelli ved. Susini, assistita nella sua casa dai figli Alfredo e Laura, dal genero Renato Rabotti, dalle nipoti Federica e Giada. I funerali si svolgeranno venerdì 20 alle 14.30 partendo dalla casa in via Matteotti per la chiesa parrocchiale e il cimitero locale.

Genoveffa Martelli è conosciutissima in tutta la montagna per aver gestito insieme al marito Sergio per oltre cinquant’anni il mulino “di Susini”, uno dei primi a cilindri. Nipote di quell’Alessandro che sulle prime colline di Albinea aveva dato origine e nome alla trattoria “Lisandret”, aveva presto imparato a gestire cucina e ristorante e affrontato momenti difficili durante la guerra, quando la trattoria era diventata presidio tedesco e in casa c’era un fratello cui evitare i bandi della repubblica Sociale. Ancora non conosceva Sergio Susini, militare a Bolzano poi prigioniero a Mathausen; si incontreranno al ritorno, ad una delle proverbiali sagre di Giandeto e nel settembre del 1954 celebreranno il matrimonio. Nello stesso mese il salto di qualità dell’azienda molitoria avviata a La Strada dal papà di Sergio, Alfredo, con l’apertura a Casina, in via Matteotti dove è ancora, di un moderno mulino a cilindri. Il frumento è la principale coltivazione della zona e da metà estate i carri formano una bella processione lungo “la via della pineta” e il mulino è meta delle visite delle scolaresche della scuola elementare alle aziende moderne. Col cambiare dell’agricoltura si succedono la stagione dei mangimi, poi quella a prevalenza commerciale, ma la macinazione del frumento e del granoturco non viene meno.

Oggi sono i figli Alfredo e Laura a continuare la tradizione di famiglia non solo nel lavoro del mulino ma anche in quell’accoglienza coltivata fin da giovane da Genoveffa che non lasciava allontanare nessun povero senza un piatto di minestra e che oggi si esprime nell’attenzione donata ai tanti giovani extracomunitari che ogni giorno percorrono i nostri paesi. Da domani sarà uno dei tanti gesti che perpetuerà nei figli il ricordo di una mamma e di un papà generosi ed esemplari. Ma è tutta la comunità di Casina a riconoscere nella famiglia di Genoveffa e Sergio un esempio di umiltà, impegno e dedizione al lavoro e al dovere.

11 COMMENTS

  1. Carissimi Alfredo e Laura,
    la morte della vostra mamma mi colpisce profondamente, ben ricordando la sua sorridente cordialità mentre serviva i clienti del mulino con l’immancabile grembiule magari ripiegato a metà, la naturale umiltà con cui svolgeva il suo lavoro, e poi i lunghi anni della malattia. La stessa umiltà e serenità di vostro papà Sergio, per cui “venire al mulino” riservava sempre un momento di piacevole socialità come nella migliore delle tradizioni. Risento mio zio Aldo ricordare di quando in caserma a Bolzano aveva trovato vostro papà che, a lui contadino come tutti, aveva consigliato di dire che a casa era cuoco e come l’essere in cucina avesse poi significato tanto insieme alla pagnotta che l’amico Sergio, fornaio, non gli faceva mai mancare. Li rivedo in gita a Mathausen ascoltare i racconti proposti senza esibire la propria esperienza di quel terribile campo, solo qualche cenno, poche frasi con lo sguardo un poco più grave. Ricordo in seconda elementare la maestra Margini che ci portava in visita al mulino spiegandoci tutta la preziosa modernità di quell’essere a cilindri. E poi ogni volta che venivo a prendere le vostre ottime farine l’attenzione di vostro papà a come andava il mondo, il richiamo a un socialismo quale era stato quello di vostro nonno Alfredo, consigliere e assessore tra il 1946 e il 1956, un richiamo più serio che ironico negli anni in cui sparare sui socialisti era facile facile.
    Se fossi direttore del giornale di Casina sceglierei per vostra mamma oggi lo stesso titolo che mi è venuto spontaneo un anno fa per mia zia Mercede: “Onorata nella sua casa”. Sì, onorata nella sua casa come lei aveva onorato non solo la famiglia ma il paese con la costante dedizione alla famiglia e al lavoro. A voi, Alfredo e Laura, a Renato, a Federica e Giada di cui conosco l’attaccamento ai nonni, l’abbraccio mio, di mio papà e di mia mamma.

    (Giovanna)

  2. Mi dispiace molto per la scomparsa della vostra mamma,ricordo ancora la vostra gentile accoglienza quando mi recavo ad assisterla.
    Vi stimo molto per l’amorevolezza e pazienza con cui l’avete curata.
    Sentite condoglianze

    (Ghirelli Lara)