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Quel 25 aprile…

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Pippo, l'areo che bombardava di notte....Quel 25 aprile...

Si, si tratta proprio del 25 aprile 1945, il giorno della liberazione dell’Italia dal giogo tedesco.

Avevo dieci anni e non conoscevo le cause remote della guerra, le differenze sostanziali tra fascisti e partigiani, tra italiani e tedeschi. C’era comunque qualcosa che non quadrava. Da una parte violenze, soprusi, stragi, scusate ma non giustificate da un maggior armamento, da un governo che c’era ma non si sapeva dove, dalla illusione che la preponderanza delle forze avrebbe permesso la vittoria finale. Dall’altra parte scorgevamo giovani costretti ad una esistenza che definire brutale è poco, nascosti nei boschi, senza protezioni contro le intemperie, abiti e calzature a brandelli, e con armi rimediate, molte delle quali antiquate. Li chiamavano ribelli, ma non capivo contro chi o che cosa si fossero ribellati, se non alle violenze perpetrate in continuazione contro persone inermi. Si organizzavano in gruppi, evitavano la gente e i centri abitati, ma a noi ragazzini non era dato sapere di più. Lo sapevano invece gli adulti che, come potevano, cercavano di aiutarli, ma non ne parlavano per non incorrere in situazioni imbarazzanti.

 

Oltre ai pericoli diurni in quel periodo di notte circolava anche il famigerato Pippo. Lo chiamavano anche La Checca. All’inizio riforniva i partigiani di armi e viveri. Però dopo una missione fallita perché i tedeschi avevano decifrato i codici e scoperto come segnalare il luogo per il lancio di materiali ai partigiani, Pippo si era ripromesso di bombardare ogni luogo ove scorgeva una luce accesa. Si parlava anche di un sostituto di Pippo che ne avrebbe continuato le imprese, come ci ricorda questo distico: “Non son più Pippo, ma son Renato / perché Pippo si è ammalato”.

 

Al pomeriggio del 25 Aprile io pascolavo le pecore mentre il nonno, poco discosto, ripuliva il sottobosco del castagneto. Allora girava sulla sessantina. Dei cinque figli (quattro maschi e una femmina) due erano rimasti oltre il fronte in Serbia e in Albania (e di loro da tempo non avevamo notizie), uno era riuscito a rientrare a casa dal fronte contro la Francia (Bardonecchia) in una decina di giorni, coprendo il tragitto a piedi. Mio padre, che in teoria era il più vicino a casa e il più al sicuro (era a Piacenza), fu fatto prigioniero il 9 Settembre, disarmato e chiuso in caserma. Fortunatamente il suo capitano aveva fiutato il pericolo e studiò uno stratagemma per aiutare i propri soldati a tornare a casa. Ottenne di farli uscire a gruppetti per tre giorni di licenza, ma al momento di salutarli si raccomandò loro di non rientrare. A proprio rischio firmò il rientro dei primi in modo da potere far partire tutti, poi anche lui si diede alla macchia. Il maggior pericolo consisteva nel fatto che i repubblichini consideravano costoro disertori, e se li avessero trovati erano guai.

In quei giorni si era intensificato il viavai delle staffette e dei partigiani che si dirigevano verso la pianura. Anche lo zio era scomparso, e il babbo, di tanto in tanto spariva, poi ritornava, curandosi poco (strano per il suo carattere!) dei lavori da portare avanti. Scoprirò in seguito che anche loro partecipavano attivamente alla lotta come staffette portaordini del SAP.

 

Nel tardo pomeriggio udimmo una serie di raffiche a Vedriano, sul versante di fronte al nostro. Immaginai un ennesimo scontro tra partigiani e pattuglie fasciste. Ed ebbi un fremito che mi accapponò pensando che lì potevano trovarsi anche i miei congiunti. Dopo qualche momento di perplessità il nonno esclamò: Ardušìsa ‘l pégri ch’i’ andèma a ca! Data l’ora mi sembrò una decisione drastica, convincendomi ancor più che qualcosa di grosso stava accadendo.

Poco dopo il rientro arrivò un paesano proveniente dalla zona avanzata e riferì che i partigiani avevano liberato Ciano, che i tedeschi erano in rotta e correva voce che molti erano annegati nel tentativo di oltrepassare il Po. A Reggio erano arrivati gli alleati (Americani, Brasiliani e tanti altri). In altre parole la guerra era finita!

Fu come se un grosso temporale improvvisamente si fosse disciolto e il sole tornasse a splendere.

15 COMMENTS

  1. Bellissimo racconto che mi ricorda alcuni frammenti della mia infanzia dove mio nonno, anche lui abitante della valle del Tassobbio come Lei signor Rabotti, mi raccontava di Pippo che con i suoi voli radenti costringeva gli abitanti della valle, in fretta e furia, a nascondersi per non essere avvistati. E proprio il fiume Tassobbio, circondato da boschi e grotte, era il luogo preferito per sfuggire velocemente alla vista del famigerato aereo.
    Per fortuna i miei figli conoscono solo il Pippo amico fraterno di Topolino…

    (Matteo)

  2. Quest’anno la data che rievoca il 25 aprile 1945 arriva nella nostra Patria afflitta da una gravissima crisi economica e politica, la peggiore dalla fine del secondo conflitto mondiale. Questa situazione avrebbe dovuto suggerire alle istituzioni locali che era finalmente giunto il tempo di un segnale di Riconciliazione Nazionale, non fosse altro per contribuire anche in questo modo ad affrontare la gravissima congiuntura italiana. Al contrario si assiste ad un ritmo praticamente giornaliero di manifestazioni, anche con la partecipazione di ministri del governo Monti, che ricordano esclusivamente le gesta e le perdite delle formazioni guerrigliere che combatterono a fianco degli anglo-americani, ignorando totalmente i Caduti della Repubblica Sociale Italiana e le vittime delle violenze antifasciste. Si deve ricordare che in provincia di Reggio Emilia dal settembre 1943 a tutto l’aprile 1945 furono 803 i Caduti della RSI e le vittime dei partigiani ed almeno altri 216 italiani furono uccisi dal maggio 1945 in poi. A questi devono poi aggiungersi le vittime dei bombardamenti anglo-americani che colpirono senza distinzione la popolazione civile. Le fucilazioni di Monteorsaro, Cerredolo di Toano, il bosco di Cervarolo, la fornace di Ca’ de Caroli, Codemondo, Osteriola di Rio Saliceto, Cernaieto, l’Argine del Crostolo, il Cavoun di Campagnola, Fosdondo, il Castello Guidotti a Fabbrico, l’uccisione di sacerdoti, lo sterminio delle famiglie Ghisi, Cigarini, Orlandini di Sesso, i tanti dispersi, sono crimini di guerra che non possono essere ignorati solo perché compiuti dall’antifascismo armato.
    La Riconciliazione Nazionale non significa porre tutti sullo stesso piano, perché le idee, le responsabilità e lo schieramento della RSI e del CLN sono e rimarranno diverse. Tuttavia, continuare un atteggiamento di logica di guerra, del “Guai ai vinti”, offende e oltraggia anche a Reggio Emilia la dignità e l’indipendenza nazionale che non può ignorare la drammatica guerra dell’Italia nel Secondo Conflitto Mondiale ed una Guerra civile iniziata solo fra il 1943 ed il 1944, dopo la destituzione di Mussolini da parte del Gran Consiglio del Fascismo e l’ambigua e quanto meno equivoca parentesi di Badoglio, quella del “la guerra continua”.
    Offende la Civiltà italiana, e la più elementare libertà culturale, anche imporre su questi fatti una cultura storica impostata su una “storia ufficiale” fuori dalla quale ci può essere solo “revisionismo” da condannare.
    In questo difficile frangente l’Italia ha bisogno anche della sua Storia, ma questa deve essere lo specchio in cui gli Italiani devono poter vedere la propria sincera immagine, che non sempre coincide con si schierò con i vincitori dell’ultimo conflitto mondiale.

    (Paolo Comastri)

  3. Per Comastri.

    Dato che l’RSI fu creata da Benito Mussolini per espressa volontà di Adolf Hitler perchè non inizi a ricordare anche i caduti delle SS in montagna ? Magari con delle belle e partecipatissime commemorazioni..
    E chissà come mai gli anglo americani ci bombardavano e quale è stata la politica che ha buttato nella più nera miseria gli abitanti delle nostre montagne.
    Nella seconda guerra mondiale c’erano due schieramenti,da una parte Hitler e Mussolini che combattevano per la dittatura,lo sterminio razziale,la privazione di ogni libertà ecc ecc ecc ecc. E se vincevano loro oggi col cavolo che scrivevi su internet il tuo LIBERO pensiero.
    Dall’altra parte c’erano persone che hanno combattuto per donare ai propri figli e nipoti un futuro migliore e la Costituzione è il testamento di migliaia di morti.
    L’antifascismo finirà quando sarete pronti a chiedere scusa per ogni uomo torturato,per ogni donna che avete considerato una schiava procreatrice di figli,per ogni soldato mandato a morire di freddo in Russia con le scarpe di cartone,per i 449 tra monaci e diaconi uccisi in Etiopia,per i 1.877 indigeni impiccati ad Addis Abeba,per i milioni di morti nei campi di sterminio,per ogni famiglia che è stata affamata per essersi rifiutata di fare la tessera fascista,per ogni paese bruciato,per ogni uomo che è morto combattendo per un futuro decoroso,per ogni bambino lasciato orfano ecc ecc ecc.
    Questo è stato il prezzo per avere costruito le ferrovie e per la bonifica agraria ? 130 000 vittime solo di civili ?
    Dalle tue parole sembra che la Resistenza sia nata un mese prima della liberazione. Tre anni di guerra,sulla Linea Gotica sono abbastanza…..

    “In questo difficile frangente l’Italia”… Ha bisogno dei valori della Resistenza.

    P.s: Se proprio vogliamo elencare i caduti per mano nazifascista….
    http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/stragi.htm

    (Mattia Rontevroli)

  4. Con il raccontino pubblicato non intendevo suscitare polemiche. Non fa parte della mia indole. Intendevo proporre in modo bonario un evento importante che ci ha visti partecipi anche se non in primo piano. Personalmente non nutro rancori contro alcuno, tantomeno contro quei ragazzi reclutati a forza e mandati a difendere un ideale che non esisteva più. E neppure considero eroi tutti coloro che si sono uniti ai partigiani. In altre occasioni ho affermato che, per me, i partigiani della prima ora erano davvero eroi. Se poi, visto la piega che prendevano le cose, molti si sono aggregati a questi, all’ultimo momento, per salvare la pelle e poi fare i propri comodi, questo non rientrava nell’economia del racconto. Oggi condivido l’idea che si arrivi ad una riconciliazione e che neppure sul versante partigiano siano solo rose e fiori. Nel raccontino io ho ricordato le sensazione di un ragazzo che al momento aveva dieci anni, non le opinioni degli adulti alle quali non aveva accesso, e neppure intendevo proporre un documento storico. Eravamo nel ’45, non oggi. Grazie comunque per gli interventi.

    (Savino Rabotti)

    • Savino, grande rispetto del suo racconto, chiaro, obiettivo e storico di un momento senz’altro felice di un ragazzo di 10 anni come lo ero io quando i miei “decorati friulani” mi raccontavano il loro momento.
      un cordiale saluto

      (Sandro Beltramini)

  5. Per Rontevroli. Le Tue opinioni rappresentano, purtroppo, la prova provata della pervicace faziosità di chi si crede depositario della verità, a prescindere, ergendosi pure a giudice implacabile delle vicende umane e della storia, stabilendo che da una parte vi era il male assoluto e dall’altra la giustizia ed i migliori ideali. Con gli ottanta milioni di morti accoppati dal comunismo in nome della giustizia proletaria come la mettiamo? Le purghe staliniane, le pulizie etniche di interi popoli, vedi gli armeni e i georgiani, come le consideriamo? I gulag in cui sono crepati centinaia di migliaia di uomini e donne colpevoli solo di pensare che il sole dell’avvenire non nasce da una sola parte, cosa significano? L’azzeramento della libertà di espressione e di pensiero nei paesi a regime comunisti, anche Tu, ad esempio, se fossi stato un cittadino della DDR, o di qualsiasi altro bel “paradiso” comunista, non Ti saresti potuto permettere la libertà di espressione di cui, fortunatamente e auguriamoci all’infinito, godi oggi, che sta a significare? Di più; se dopo il 25 aprile avesse prevalso quella componente partigiana che propugnava l’avvento della rivoluzione proletaria nel nostro paese, anzi nella nostra Patria, forse nemmeno tu ora avresti la possibilità di esprimere liberamente il Tuo pensiero. A meno di non far parte di quelle oligarchie di potere tipiche dei regimi comunisti dove con le parole si ineggiava alla supremazia del proletariato, ma poi con i fatti si viveva con lussi, agi, prebende e ricchezze che definire imbarazzanti è riduttivo.
    La Storia, con la maiuscola, fortunatamente, non sta da una parte sola, semmai le accarezza entrambi con inoppugnabili riscontri della Verità, giudice implacabile dell’insipienza degli uomini. Da una parte e dall’altra.

    (Paolo Comastri)

    P.S. – Se non erro, il compagno Togliatti, fu, di fatto, colui che se proprio impedì quanto meno non permise che l’Italia divenisse a sovranità comunista.

  6. Comastri… Toh, non me l’aspettavo proprio il confronto con i morti della dittatura di Stalin, che novità! Degno pensiero dei nuovi fascisti… Il comunismo nato dalla mente di grandi pensatori “molti dei quali rinchiusi nelle carceri di Stalin” con la dittatura staliniana non c’entrano niente. Il fascismo al contrario è stato pensato e messo in vigore da un dittatore come Mussolini, il fascismo era Mussolini. Col tuo “se fosse stato” non si va da nessuna parte proprio perché la resistenza con tutte le sue forze politiche non ha permesso che questo accadesse. Al contrario di colui che è finito, giustamente, a fare Bungee Jumping in Piazzale Loreto.

    (Mattia Rontevroli)

  7. Pensavo, invero con non eccessivo ottimismo, che lo spessore storico, culturale ed umano dell’ANPI fosse diverso. Purtroppo non mi ero sbagliato; di più, la realtà supera la più fervida immaginazione se i toni usati da Rontevroli sono quelli dell’associazione. Il rispondere senza argomentare ma con volgari e rivoltanti insulti è davvero un pessimo segnale. In questo caso un orrendo marchio di fabbrica; il lupo perde il pelo ma non il vizio…

    (Paolo Comastri)

  8. La “colorita espressione” di Bangee Jumping del sig. Rrontevroli la dice lunga sulla sua appartenenza a quella “macelleria messicana” che allora si praticava e che oggi purtroppo alcuni rimpiangono. Ma la dice anche lunga sul fatto che al “malcapitato” che a piazzale Loreto praticava tale “sport” non è caduto dalle tasche neppure un centesimo. Per due motivi, a mio avviso: uno perchè gli aveva destinati tutti a coloro che gli stavano rivolgendo il “servizio”, l’altro perchè gli ultimi spiccioli li avevano rubati quelli che lo hanno ammazzato, e di lì è iniziato il nuovo sport nazionale di quei politici, loro successori, che ancora oggi, purtroppo, continua. Forse è meglio smetterla con le “macellerie messicane” e con quei politici… non trova?

    (Corrado Corradi)

  9. Riconciliazione nazionale, vedo che è una richiesta usuale vicino a una data importante come il 25 aprile, mi fa piacere, perchè in realtà la riconciliazione nazionale sarebbe doverosa e necessaria, ma a costo di ripetermi e di essere, per l’appunto ripetitiva, occorrono le premesse perchè ciò possa avvenire. Premesse semplici, ma vedo per alcuni indigeste, riconoscere la realtà storica, quindi ammettere che il nazi-fascismo sono stati il ‘male assoluto’ come ideologia, senza se e senza ma, come adesso va di moda dire. Che il rispetto per i morti non può e non dev’essere una parificazione delle loro gesta e delle loro scelte come uomini. Paragonare alcune violenze che ci sono state, inutile negarlo, anche dagli antifascisti, anche a guerra finita, è però strumentale se si fa senza contestualizzare la situazione dell’epoca, in un periodo dove si era usciti da una guerra, anche civile. Mi si permetta, le violenze compiute in nome di un ideologia malata erano compiute da un esercito o da bande (vedi camice nere) che avevano un’organizzazione e una chiara linea di comando; la resistenza erano gruppi di volontari e spesso la linea di comando non era ben definita, e in quei gruppi si potevano trovare il meglio e il peggio delle persone; sicuramente degli errori saranno stati commessi, ma un errore non fa la storia, le idee ripeto fanno la differenza.
    Bene, io concordo sulla riconciliazione nazionale, aspetto però un chiaro riconoscimento di quella che è la realtà storica… senza il giochetto della ‘visione dei vincitori’, anche perchè se avessero vinto i ragazzi di Salò e company ora invece che discutere mi sa che io e Mattia ci ritroveremmo a fare bungee Jumping!!! Vero???
    Concordo poi con Mattia; i morti di Stalin e del suo regime, che si definiva comunista, ma che con l’ideologia del comunismo c’entrava quanto i cavoli a merenda, con la storia italiana cosa ci azzeccano??? La storia del partito comunista in Italia è un’altra storia, anche perchè i partigiani non erano solo o tutti comunisti… e questa è storia.

    (Monja Beneventi)

  10. Sig.na/a Monja, realtà “storiche” fra Nazismo e Fascismo non si possono riunire nelle stessa cartella di “IDEOLOGIE” perchè è già un grave errore e Lei credo e spero, se è una buona conoscitrice di ideologie storiche, ne convenga!!!
    Sul rispetto dei morti mi trova d’accordo, si deve e dico “deve” portar loro rispetto e non ce ne sono di serie “B” in questi momenti storici! (ma sta di fatto che di monumenti e croci “oltraggiate e vilipese” non mi pare ce ne siano, almeno in territorio Reggiano, ai caduti “partigiani”).
    Le violenze non le prendo in nota… normale odio e ritorsioni dettate da ignoranza in quei contesti… ma gli omicidi efferati, anche di minori e intere famiglie, l’occultamento dei cadaveri e minacce ai famigliari e amici per non farli ritrovare (documenti alla mano) questo mi permetta… questo SI’! Violenze compiute da ideologie malate dice Lei? Eravamo in guerra e l’esercito fascista, le squadre (non bande) erano comandate da uomini, ufficiali e politici che dopo hanno pagato anche con la vita per i loro crimini…(organo e linea di comando. Resistenza: gruppi di volontari e linea di comando non ben definita? Lei ha torto marcio in questo e lo sa bene! Abbiamo: comandanti partigiani, bandiere (decorate al valor militare e uomini e donne decorati al valor militare) compagnie e brigate ecc. ecc che sfilano proprio sotto l’egida di ANPI in tutte le cerimonie ufficiali! Le “bande ” come le chiama Lei,i “cani sciolti” come li definisco io, non erano tutti “comunisti” dice Lei? E allora dove erano inquadrati? I crimini che hanno commesso (a guerra finita), testimoni,carte e cadaveri ce ne sono a iosa e ancora dopo tanti anni stanno riemergendo; come dice Lei ci sono uomini e “bestie” in tutte le azioni di guerra e “non”…, come ci sono uomini e bestie in tutti gli eserciti e “bande di cani sciolti”… ma?, dovrebbero essere giudicati e puniti come ancora succede anche a distanza di anni da un apposito tribunale (AIA…ecc.) con nomi e cognomi e i fatti, quando sono chiari e riconducibili… le sembra?
    Gli ERRORI non fanno la storia… i MORTI… sì!
    Le IDEE fanno la differenza…sì! Non quelle del suo amico Mattia certamente per una RICONCILIAZIONE NAZIONALE! Il Comunismo, le stragi russe, jugoslave e cinesi e chi più ne ha più ne metta, che cosa hanno a che fare con quello italiano di comunismo? Dice lei… propio niente! Ha ragione… è solo ITALIANO questo tipo di comunismo… E QUESTA ANCHE E’ STORIA!
    Cordialmente saluto.

    (Sandro Beltramini)

  11. che tristezza leggere certi commenti da chi difende chi, per imporre l’ideologia di sinistra (comunismo), ha fatto più morti delle due guerre mondiali messe insieme con l’aggiunta della peste nera …………. e non c’era nemmeno, questo è essere antifascisti , anzi antitutto per moda!
    P.S.: i partigiani erano diversi: le Fiamme Verdi combattevano giustamente per liberare l’Italia dal nazifascismo mentre i rossi per poter imporre una loro ideologia ……………….. questa è storia.

    (Fabrizio Magri)

  12. Al signor Fabrizio Magri.
    Mi permetto di dissentire, le Fiamme Verdi combattevano esattamente come le Brigate Garibaldi per un solo scopo la libertà dal nazi-fascismo. Le ricordo che la costituzione italiana è stata firmata da tutti e dico da tutti i rappresentanti politici dell’antifascismo, dai cattolici ai socialisti ai comunisti. Non si può dividere adesso fra i buoni e cattivi della resistenza, quando gli stessi resistenti o partigiani non hanno fatto divisioni allora e hanno costruito per noi, col loro sangue, indipendentemente dal loro credo politico, un’Italia libera e democratica; da questo avremmo dovuto imparare e invece… L’esempio è sui libri, Togliatti e De Gasperi hanno, sebbene divisi da un’enorme differenza sulla visione del mondo, collaborato per far sì che l’Italia uscisse dalla guerra e soprattutto da una guerra ‘civile’ cruenta e insensata che avrebbe potuto continuare e portare il nostro paese ad una deriva pericolosa. L’Italia avrebbe dovuto riconciliarsi il 25 aprile 1945… ma come sempre in questo paese le lezioni sono difficili da comprendere, i nostri nonni bene o male sono riusciti a fare quello che i nipoti (me compresa) sembrano lontani dall’aver capito.

    (Monja Beneventi)

  13. Al signor Beltramini.
    Sul fatto che non ci siano stati oltraggi ai caduti partigiani in territorio reggiano si sbaglia, ma su questo non intendo dilungarmi. Accomunare nazismo e fascismo, beh, non è che lo abbia fatto io, è stato lo stesso Mussolini a scegliere di trasformare il fascismo a immagine e somiglianza del nazismo, quindi in questo io ‘colpe’ non ne ho, semmai sono da ricercare in firme e trattati italo-tedeschi del tempo (basti pensare alle leggi razziali…). Lei chiede giustizia per i morti, esatto, per tutti i morti, anche per i molti uccisi dalle bande fasciste o dai reparti dell’esercito tedesco che contravvenivano ad ogni ‘regola di guerra’ (sempre che in una guerra si possa parlare di regole…). Le ricordo a proposito il così detto ‘armadio della vergogna’, ovvero un armadio dove si erano insabbiate migliaia di atrocità verso i civili compiute dai nazi-fascisti venuto alla luce, anzi scoperto, pochi anni fa; per quelle stragi nessuno ha pagato. Giustizia quando si parla di guerra è difficile, la guerra di per se è una parola più lontana di tutta da umanità e giustizia.
    Vede, lei dice che i morti fanno la storia, ha ragione, lungi da me il negarlo; quello che sinceramente mi spiace è che oramai sarebbe davvero necessaria e doverosa una riconciliazione nazionale (anche se in realtà sarebbe già dovuta esserci con l’amnistia del dopoguerra) ma con le giuste premesse, riconoscere che i partigiani TUTTI hanno combattuto per rendere l’Italia libera e democratica, il che almeno a mio avviso (non che io conti qualcosa) non ha certo evitato errori o violenze, ma è endemico dopo una guerra o delle rivoluzioni che ci sia chi ne approfitta per farsi ‘giustizia’ da solo o per pareggiare conti personali e io sono sinceramente convinta che siano stati una parte minoritaria; se fosse stato altrimenti la guerra fra bande si sarebbe protratta molto più a lungo e con conseguenze peggiori. Per questo dubito della tesi di chi sostiene fossero ordini precisi.
    De Gasperi, Togliatti e gli altri politici e statisti del tempo sono riusciti in un impresa titanica, ricostruire un paese lacerato e con forti divisioni, ma ci sono riusciti. Chi ha ucciso il partigiano Azor, cattolico (di Albinea), per me ha compiuto un gesto orrendo e non giustifico chi lo ha commesso e penso che l’omertà di allora sia stata un errore, ma l’omertà è stata sia da parte comunista che da parte cattolica, il perchè è da ricercarsi in una scelta di non coprire il crimine ma di provare su quello a ricostruire un cammino, che odi e vendette avrebbero reso più aspro ed incerto ed è quello che è accaduto per molti crimini, anche commessi dai fascisti, si è preferito chiudere un capitolo, a torto o ragione, perchè c’era da ricostruire un paese; scelta giusta o sbagliata? Non so, quello che so per certo è che io ho visto partigiani rossi, verdi festeggiare insieme una liberazione conquistata insieme e io mi sento di festeggiare con loro, ora e sempre, onore all’Anpi e a tutte le formazioni partigiane, perchè grazie a loro posso esprimere le mie idee, giuste o sbagliate. A chi vuole ricordare i caduti del fascismo io non nego, nè ho mai pensato di negare, il diritto a farlo, ma visto che l’amnistia è stata data per i vivi d’allora figuriamoci se non vale il rispetto dei morti adesso; quello che mi urta è voler a tutti i costi farlo diventare un avvenimento politico, mascherato da momento privato. Se vuol essere un momento politico per riabilitare le idee del fascismo, bene, si abbia il coraggio di dirlo apertamente e allora io ho il diritto di oppormi in quanto gesto politico e lo farei.
    Lei dice il mio amico Mattia, già sono onorata di dirmi amica di Mattia, perchè con lui condivido molti ideali e battaglie comuni, in difesa di una costituzione nata sull’antifascismo e in sostegno dell’Anpi, ripeto se avessero vinto i ragazzi di Salò saremmo stati certamente io e Mattia a fare bungee jumping!
    In quanto al comunismo in Italia, uno può vederlo come vuole, giustamente, ma negare realtà storiche come il fatto che Togliatti firmò l’amnistia (insieme agli altri), che partecipò alla fase di ricostruzione del paese è innegabile, come è bene ricordarlo che quando ci fu l’attentato alla sua persona, in un’Italia ancora in tensione, convinse i ‘cattivi comunisti’ a non perdere la calma e questo ha scongiurato una ripresa degli scontri.
    Per concludere, ricordo che il Pci è stato il secondo partito per anni, decenni in Italia, eppure mi pare che la democrazia in Italia non abbia avuto grossi problemi da parte dei ‘comunisti cattivi’. Semmai i problemi di stabilità democratica sono arrivati da formazioni come Gladio, ma questa è una altra storia… Nella mia ingenuità, le dico che vista la classe dirigente attuale di questo paese mi mancano gli statisti della vecchia Dc come De Gasperi o del vecchio Pci come Togliatti.
    Concludo nell’auspicare una vera riconciliazione nazionale, perchè il 25 aprile sia davvero la festa della liberazione, anche da odi antichi…

    (Monja Beneventi)

  14. Se non ricordo ma le Togliatti è anche quello che non ha fatto rientrare in Italia 55mila soldati dell’Armir, poi quasi tutti morti nei campi di concentramento russi… Le Fiamme Verdi erano molto diverse dai garibaldini, molto, volevano solo la libertà e infatti, finita la guerra, hanno deposto le armi, mentre i rossi hanno eliminato sistematicamente chi si frapponeva con il loro ideale rosso… Questa è storia, in Emilia dire questo è il male assoluto, ma questa è la storia… Comunque onore a tutti quelli che hanno combattuto per un’ideale giusto…

    (Fabrizio Magri)