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Il professor Giovanni Riva è tornato alla casa del Padre

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“È tornato alla casa del Padre il 22 aprile 2012 il professor Giovanni Riva. I funerali martedì 24 aprile alle 11 nella chiesa parrocchiale di Casina”. Un annuncio semplice ed essenziale frutto di una vita condotta con riserbo e tuttavia di grande rilievo per la comunità cattolica nazionale e in particolare reggiana. Il professor Giovanni Riva è infatti il fondatore di One Way e di molte opere successive.

Ritratto del prof. Giovanni Riva

Di famiglia originaria di Casina, formatosi a Milano, prima in seminario quindi all’Università Cattolica, durante una vacanza conosce la casinese Renata Wally Gregori che diventerà sua moglie, offrendogli un motivo in più per trasferirsi nella nostra città. Dopo alcune esperienze di assistente presso l’Istituto Artigianelli diretto dall’attuale parroco di Casina, don Luciano Iori, inizia l’insegnamento di  Lettere all’Istituto Magistrale Matilde di Canossa e per un anno anche nella sezione staccata di Castelnovo ne’ Monti. L’attenzione prestata ai gruppi di Gioventù Studentesca a Milano e all’impegno dei giovani in genere gli vale l’invito a tenere incontri per un gruppo di giovani nel centro studentesco diocesano S. Giorgio di via Farini, realtà cattolica giovanile da cui, nel 1968, si staccherà per dare vita a un nuovo percorso, One Way, l’unica strada. Ne dà compiutamente conto egli stesso in un dialogo con Arnaldo Nesti pubblicato su "Religioni e Società", n° 62, settembre dicembre 2008. “Sul Sessantotto, One Way, Reggio Emilia e dintorni. Un’intervista con Giovanni Riva: “… scegliemmo una sola strada, quella di andare fino in fondo nel riconoscere che in Gesù stava la risposta alle nostre aspettative e bisogni … come egli visse cioè con la sua passione per l’uomo, per la felicità dell’uomo, per la realizzazione dell’uomo, per la sua verità e per la giustizia”. Il tutto in una dimensione concreta, tra la gente e in tutte le circostanze. One Way, con la sua presenza nei luoghi di studio e di lavoro, le sue prese di posizione, i suoi volantinaggi è subito protagonista della vita religiosa, culturale e politica reggiana, cercando spazio per nuove realtà di base.

Per il professor Giovanni Riva il 1968 è anche l’anno in cui un suo testo di poesia, “E chiamarmi Giovanni”, entra nella rosa finale del premio Viareggio per l’opera prima di poesia, nonché quello del matrimonio, nella chiesa parrocchiale di Casina, celebrato da mons. William Gregori, zio della sposa, e concelebrato da don Nando Barozzi.

Se la prima residenza è a Casina, l’impegno è in città e nel mondo. Viene aperta la libreria Nuova Terra in via S. Carlo mentre un viaggio del prof. Riva in Corea del Nord nel 1971 diviene un libro della Jaka Book, casa editrice con cui il prof. Riva pubblica diverse opere.

Entrato in contatto con gruppi di impegno ecclesiale e comunità di base di altre città italiane, Il prof. Giovanni Riva approfondisce la conoscenza con don Giussani e nel 1970 contribuisce alla nascita di Comunione e Liberazione in cui confluisce, senza dissolversi, l’esperienza di One Way. Con don Luigi Giussani svilupperà una profonda amicizia testimoniata anche dalla sua presenza a Casina come ministro del battesimo dei figli Matteo, Francesco, Maria Chiara, Nicola e Filippo.

Nel 1976, il prof. Giovanni Riva dà vita a una casa editrice reggiana, Città Armoniosa, che dia spazio non alla politica ma alla poesia, alla letteratura, a “temi culturali che risultassero dignitosi” e avvia “con quelli del gruppo iniziale di One Way un gruppo informale che, senza creare traumi né antagonismi, potesse continuare quell’esperienza senza considerarla struttura alternativa a CL. Più tardi, per designarne il carattere personale e informale, religioso e cristiano, lo chiamammo Opera di Nazaret, che è poi il nome che verrà approvato dalla Santa Sede.

Nel 1983 si stacca da CL. Da anni compie diversi viaggi all’estero, in particolare in Messico dove viene chiamato a insegnare storia della filosofia e teologia fondamentale in un nuovo seminario e nel 1985 vi si trasferisce per un certo periodo con la famiglia. Rientrato in Italia continua l’impegno nell’Opera di Nazaret anche a livello internazionale, con particolare attenzione ai paesi sudamericani e asiatici. Fino a che la malattia lo consente, fino a oggi.

L’esperienza di insegnamento a Castelnovo ne’ Monti nel 1966/67, con i lunghi viaggi in corriera, ha lasciato traccia in un articolo sulla Gazzetta di Reggio, "Lettera ad Emidio", in cui dà conto delle difficili condizioni in cui avviene lo studio dei ragazzi in montagna, condizioni che ha voluto conoscere direttamente andando a trovare quelli che vivevano più isolati. In punta di piedi come sempre, come sempre per capire e condividere. E cercare il cambiamento.

“Come nessuno, neppure io mi sono fatto da solo…. Negli anni in seminario Pio XI di Venegono Inferiore, in diocesi di Milano, ci fu la scoperta sincera della fede in Gesù, la convinzione della sua verità per una mia esistenza giusta.”

Martedì alle 11 nella chiesa e nel cimitero di Casina saranno le preghiere e i canti di chi ha condiviso questa convinzione ad accompagnarlo nella casa del per sempre.

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