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Se ne parla / Il servizio di medicina dello sport a Castelnovo ne’ Monti

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Il dr. Gianni Zobbi

Nelle ultime settimane sta tenendo banco a livello nazionale il tema dei controlli medici rivolti a chi fa attività sportiva. A destare l’attenzione sono stati ovviamente i casi tragici di Piermario Morosini, centrocampista del Livorno morto in campo il 14 aprile, Fabrice Muamba, centrocampista del Bolton colto da un malore in campo contro il Tottenham lo scorso 17 marzo e salvato grazie all’uso del defibrillatore, e Vigor Bovolenta, ex nazionale italiano di pallavolo, anche lui colto da un malore, anche in questo caso purtroppo fatale, sul campo lo scorso 24 marzo. Casi che hanno suscitato grande commozione, ma anche interrogativi e timori, pure nelle famiglie dei ragazzi che praticano attività sportiva agonistica.

Da anni Castelnovo ne' Monti si fa vanto di essere “un paese per lo sport”, grazie ad una dotazione impiantistica di alto livello (Centro Coni, Centro Benessere–piscina Onda della Pietra, palestre, percorsi escursionistici tra i quali l’anello attorno a Bismantova dove ha sede anche un percorso cardio-protetto, solo per citare alcuni esempi), ma ha una eccellenza assoluta anche nel Centro di medicina dello sport, intitolato a Danilo Parmeggiani, che ha sede proprio all’interno del perimetro del Centro Coni e di cui è responsabile il dottor Gianni Zobbi, che è anche il responsabile della struttura operativa di riabilitazione cardiologica dell’ospedale S. Anna. Un centro dove tutti coloro che praticano discipline agonistiche, dai bambini agli adulti, vengono sottoposti ad una accurata visita medico-sportiva grazie a “protocolli di studio” ed attrezzature utilizzate anche da società sportive professionistiche ed a cui si rivolgono ormai sportivi anche da fuori provincia e da altre regioni.

Spiega il dottor Zobbi: “Partiamo da una premessa doverosa ed innegabile: l’attività fisico-sportiva fa bene, come ho spesso  modo di sostenere in convegni e meeting: essa  è un vero e proprio farmaco, che agisce a tutte le età, dalla prima infanzia fino all’età avanzata, prevenendo moltissime patologie. E’ quindi da consigliare senza se e senza ma. E’ però altrettanto importante conoscere le proprie condizioni di salute ed in particolare per chi si vuole dedicare all’agonismo è fondamentale una visita con  accurata anamnesi, spirometria, elettrocardiogramma a riposo  e sotto sforzo nei casi previsti.

Che cosa si intende per morte improvvisa nello sport?

“La morte improvvisa nello sport è un fenomeno conosciuto ed analizzato da diversi studi. Si tratta  di un decesso rapido, inaspettato, imprevedibile, non legato a fatti traumatici, che sorprende l’atleta durante l’attività fisica o immediatamente al termine di essa. La maggior parte dei casi è dovuta a malattie cardiovascolari: sotto i 35 anni soprattutto malattie congenite, sopra i 35 anni prevalentemente arteriosclerosi. Una parte minima ha poi cause non cardiologiche, come un colpo diretto al petto che può causare aritmie o l’abuso di droghe o sostanze. Spesso le patologie che si rivelano fatali hanno un decorso clinico silente, e sono peraltro molto difficili da diagnosticare. Ci sono infatti patologie di cui il genotipo è presente da sempre in un atleta, ma il fenotipo, ovvero la forma visibile e diagnosticabile, si può presentare all’improvviso, anche dopo diversi controlli in cui tutto era risultato normale, ed essere fatale, ma sono casi comunque molto rari. E’ ad ogni modo importante sottolineare che dal 1982, anno in cui divenne obbligatoria in Italia  la visita medica per ottenere l’idoneità sportiva, l’incidenza di morte cardiaca improvvisa negli atleti in Italia è drasticamente calata, da quasi 4,5 casi ogni 100 mila persone all’attuale vicina allo 0,5. Qui in montagna al Centro di Medicina dello Sport Danilo Parmeggiani effettuiamo più di  1000 esami all’anno di idoneità all’attività sportiva, e ritengo davvero importantissimo che per i giovani atleti questi controlli vengano fatti in centri qualificati, riconosciuti ed accreditati dalla Regione, con staff in cui collaborino cardiologi e medici dello sport”. Una collaborazione che a Castelnovo non potrebbe essere più stretta, visto che Zobbi detiene entrambe le specializzazioni. “Spesso –prosegue il medico- nei giovani atleti ed anche a volte nelle loro famiglie, noto che si punta di più ad un giudizio di idoneità immediato piuttosto che ad avere gli esiti di un esame approfondito. Mentre invece questi accertamenti, che qui effettuiamo con protocolli ed attrezzature di alto livello, come quelli delle società professionistiche, possono essere fondamentali anche per l’individuazione di patologie di cui magari non ci si era mai accorti. Ho avuto dei ragazzi che, venuti per un normale screening, sono poi risultati inidonei ed hanno dovuto anche effettuare interventi, perché senza saperlo sarebbero potuti andare incontro a dei rischi per delle patologie particolari che non davano sintomi palesi”. Nonostante a Castelnovo arrivino, a parte una gran parte delle società del territorio, anche atleti dalla pianura  ed anche da altre regioni, c’è qualche società montana che si affida a metodi più veloci ed economici con l’utilizzo di “liberi professionisti” , che consentono di rilasciare in una sola giornata l’idoneità anche ad un numero elevato  di atleti eseguendo test direttamente sui campi di calcio. Conclude Zobbi: “Questo fatto un po’ mi dispiace, ma non perché noi  vogliamo fare più visite di quelle che facciamo attualmente, che sono già tante, ma perché vorremmo che il “Centro di Medicina dello Sport Danilo Parmeggiani”  voluto fortemente dalle Amministrazioni Comunali e dall’Azienda Unità Sanitaria Locale , dove è possibile fare una  visita  in un ambiente che consente valutazioni obiettive e in piena sicurezza, fosse frequentato da tutti i nostri atleti anche per permettere di avere il “polso dello stato di salute” degli sportivi montanari. Fortunatamente su questo territorio c’è una cultura dell’attività fisica e dello sport molto diffusa, ed è un bene perché come ho già avuto modo di dire, se effettuata con criteri adatti alle proprie condizioni fisiche, l’attività motoria fa sempre molto bene”.

Lo conferma anche l’Assessore allo sport, Paolo Ruffini: “I casi di atleti colpiti da malori in campo sono molto rari, anche se ovviamente eclatanti. Ma non sono paragonabili al numero ed alla diffusione di patologie legate all’eccessiva sedentarietà del nostro stile di vita, che aumentano costantemente e sono un vero problema sociale. Il Centro di Medicina Sportiva Danilo Parmeggiani è una eccellenza assoluta del nostro territorio, e vorremmo che fosse percepito come un servizio a disposizione ed alla portata di tutti coloro che si accingono ad effettuare attività sportiva, quale in effetti è, e non soltanto di una elite di atleti come qualcuno potrebbe pensare”.

 

3 COMMENTS

  1. Si, fondamentale.
    Fondamentale anche non lasciare andare a casa dal Pronto Soccorso un ragazzo giovanissimo colto da malore sul campo e scoprire dopo 3 settimane che necessitava all’istante di controlli più approfonditi.
    I miei rispetti a quei medici che fanno i medici e non riempiono solo il camice.

    (Elisa)

  2. Vorrei sottolineare la professionalità, l’impegno e la competenza del Dottor Gianni Zobbi, riconosciuti a livello nazionale. Montanaro D.O.C., legatissimo alla sua montagna, sta contribuendo in modo importante allo sviluppo della medicina dello sport del nostro territorio e non solo.

    (Ivano Pioppi)