Un primo esame dei dati del censimento 2011 sulla popolazione dei 13 comuni della Comunità Montana Appennino Reggiano permette di constatare un incremento di 1792 abitanti rispetto al censimento del 2001.
La popolazione al 2011 ammonta a 45.209 abitanti (nel 2001 erano 43.417) , molto vicina ai dati del censimento del 1971 (45.629).
Mettiamo a confronto i dati per i singoli comuni nei due ultimi censimenti (nella prima colonna il dato 2001, nella seconda il dato 2011 e nella terza la differenza assoluta):
BAISO 3261 3430 + 169
BUSANA 1352 1320 - 32
CANOSSA 3377 3883 + 506
CARPINETI 4111 4193 + 82
CASINA 4392 4568 + 176
CASTELNOVO M. 10046 10744 + 698
COLLAGNA 1005 990 - 15
LIGONCHIO 1005 868 - 137
RAMISETO 1468 1303 - 165
TOANO 4264 4510 + 246
VETTO 1972 1998 + 26
VIANO 3017 3418 + 401
VILLAMINOZZO 4147 3984 - 163
TOTALI 43417 45209 + 1792
Si conferma il calo dei 5 comuni di crinale (Busana, Collagna, Ligonchio, Ramiseto, Villaminozzo) mentre tutti gli altri, chi più chi meno, incrementano.
Per la prima volta, nei 150 anni di storia dei censimenti, due comuni scendono sotto i mille abitanti e sono Collagna e Ligonchio.
In termini percentuali l’incremento maggiore è quello di Canossa (14,98%), il maggiore decremento è quello di Ligonchio (13,63%).
L’incremento percentuale di Castelnovo ne’ Monti è vicino al 7%.
Visto come il Parco porta benessere in montagna? E guai a pensare di costruire una strada adeguata – Gatta… Giarola – porterebbe troppa gente e benessere, sai che guaio per i Verdi e Ambientalisti pianzani che vogliono venire in montagna a disegnare le mappe del nostro non sviluppo per un comodo loro e di pochi altri……!
(Luciano Franchini)
Il crinale è stato completamente abbandonato a se stesso, vi sono paesi fantasma o con solo anziani, non reggono più i servizi (non esistono nelle leggi della montagna la tutela dei servizi essenziali), vi è la corsa all’accorpamento, si parla solo di numeri (io non mi sento un numero, ma tale sono considerato dai provvedimenti legislativi). Politici che hanno pensato più ai grandi centri urbani o all’asse lungo la SS 63 che alle zone del crinale, provvedimenti legislativi europei, recepiti a scatola chiusa dai nostri parlamentari di turno che hanno cancellato l’agricoltura. Non c’è lavoro, solo burocrazia, che annulla la voglia di chi comunque stringendo i denti vorrebbe rimanere e fare qualcosa. Non hanno funzionato gli interventi sul turismo, la mancanza di viabilità a scorrimento veloce ne è uno dei principali motivi. Credo che chi è chiamato dai cittadini ad amministrare in montagna, specialmente il crinale, debba avere molte più risorse a disposizione (3 nevicate vuotano le casse, poi…), i comuni con la pancia piena ammassati lungo la Via EMILIA rinuncino ad inventarsi le opere pubbliche, rifarsi l’ennesimo marciapiede (da noi non sono ancora arrivati in tutti i centri abitati, però facciamo senza) e sostengano la montagna, così come parlamentari e consiglieri regionali attuino provvedimenti legislativi consoni a fermare (se ancora in tempo) lo svuotamento delle frazioni dell’alto crinale. Diversamente una catena a Gatta, aperta il sabato, domenica e festivi e verrete dalla “bassa” a vedere “il montanaro” razza in estinzione.
(Elio Ivo Sassi)