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In ricordo di Maurizio Cevenini

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Sono sotto choc, mi considero amico di Maurizio Cevenini; anche se lo avevo conosciuto solamente due anni fa, con lui avevo trovato subito un feeling. L’ultima volta che ho scambiato una battuta con lui è stato lunedì scorso in commissione, lo avevo salutato in modo allegro. Adesso, dopo quello che è accaduto, se ripenso a quel saluto, ricordo che il Cev non mi aveva risposto come al solito, con una pacca sulle spalle o con una battuta, aveva accennato solo un sorriso, forse pensieroso.

Il Cev era una persona per bene, amato dal suo popolo, come me uomo della strada, amava stare tra la gente, confrontarsi in modo onesto, aiutare le persone, tutti aspetti che ci accomunavano. Forse proprio per la sua rettitudine non sopportava di essere attaccato, come tutti noi, in questa particolare fase di antipolitica.

E’ impossibile trovare le parole giuste, nel mio cammino politico tante sono state le battaglie e gli scontri, anche aspri; solo ieri in Assemblea regionale mi sono scontrato verbalmente con i presidenti Errani e Richetti, confronti duri, con Cevenini i rapporti erano diversi, lui era un mite, un buono, con lui non ti arrabbiavi mai.

E’ difficile trovare una motivazione e ora non ha neppure senso, certo il clima d’odio che regna in questo periodo non ha aiutato. Maurizio lavorava con passione e in modo onesto. Per lui la politica era una missione.

Cev ti perdoniamo per quello che hai fatto, un gesto che probabilmente da giorni meditavi. Siamo vicini a te e ai tuoi famigliari, ci mancherai.

(Fabio Filippi)