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Cosa mettiamo in portafoglio?

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Abbiamo iniziato il nostro viaggio nel mondo degli investimenti prima fissando la meta, poi pianificando il cammino e nella terza uscita fissando delle regole comportamentali. Ci siamo detti che metodo e disciplina devono essere nostri compagni di viaggio.

Ma proviamo ora concretamente ad entrare nella logica di costruzione di un portafoglio facendo nostra un’altra regola di base fondamentale per non trovarci con brutte sorprese: la diversificazione.

La prima cosa che deve fare l’investitore con il suo consulente è un check up finanziario. In pratica una fotografia puntuale della posizione di partenza per evidenziare quanto di buono e quanto di migliorabile c’è nelle scelte precedentemente fatte ed in particolare la coerenza delle stesse con gli obiettivi di rischio e rendimento che vogliamo assumere.

Andiamo dunque a definire la nostra asset allocation strategica e l’asset allocation tattica.

Di cosa si tratta? Semplicemente andremo a definire un portafoglio core ed un portafoglio satellite dove nel “cuore” del portafoglio andremo a concretizzare le linee guida delle nostre scelte di investimento, quelle per intenderci che nell'orizzonte temporale precedentemente definito ci dovranno condurre alla nostra meta. Nel portafoglio satellite andremo a concretizzare quelle scelte tattiche che il momentum di mercato ci suggerirà andando a coprire aree di investimento maggiormente soggette alla volatilità ma che per contro possono essere di leva al nostro rendimento.

In sostanza dovremo definire in modo appunto strategico di investire la parte più importante del nostro portafoglio nel modo ragionevolmente più stabile o meglio più coerente con la nostra rotta senza dimenticarci di essere attenti a quello che succede sui mercati in modo da intervenire tatticamente per correggere il timone se necessario.

Nella parte core andremo dunque a selezionare prodotti che hanno dimostrato nel tempo maggiore stabilità e continuità di risultati a prescindere dalla volatilità dei mercati, mentre nella parte satellite e tattica andremo a concretizzare quelle idee di investimento che di volta in volta sembreranno offrire maggiori opportunità di ritorni. Dovremo dunque coniugare disciplina nell’essere rivolti alla meta con flessibilità così come in autostrada possiamo pianificare di viaggiare ai 120, ma a seconda del traffico, della visibilità e delle condizioni generali potremo spingere sull’accelleratore (senza mai esagerare) quando le condizioni lo consentono come rallentare adeguatamente se opportuno.

Abbiamo parlato di costruire i nostri portafogli scegliendo i prodotti giusti. Certo ma quali?

Con che criterio? Il mercato attuale offre una miriade di soluzioni dove persino per gli addetti ai lavori è difficile orientarsi. Per fortuna la tecnologia oggi offre un supporto straordinario con motori di ricerca e di selezione che rendono possibile muoversi fra migliaia di possibilità.

Ma un investitore privato come può orientarsi? Molti pagano le delusioni di questi anni e non è raro sentire affermazioni del tipo: preferisco sbagliare da solo! Certo è una scelta legittima ma riteniamo sia molto più ragionevole ed opportuno cercare di fare le scelte giuste usufruendo di opportuni consigli. Il fai da te è una scelta pericolosa proprio perché nessun privato ha i mezzi e le competenze per seguire un mercato che non dimentichiamo è aperto pressoché costantemente per quasi sei giorni alla settimana (se consideriamo i fusi orari con i mercati internazionali si opera praticamente a ciclo continuo).

Dobbiamo dunque sceglierci un interlocutore credibile, che sappia dimostrarci ascolto, che sappia aiutarci a scelte veramente personalizzate e rispondenti alle nostre esigenze, che sappia guidarci ed assisterci specialmente nei momenti difficili che purtroppo non mancheranno e potrebbero indurci emozionalmente a scelte sbagliate e controproducenti.

Il nostro consulente dovrà aiutarci a non correre dietro la notizia, a non essere ingannati da facili guadagni, a saper tenere duro nei momenti di crisi ma anche tenere i piedi per terra nei momenti di euforia di mercato. Ci dovrà aiutare a capire la differenza fondamentale fra l’investire per generare valore nel tempo e speculare, attività che è meglio lasciare agli addetti al settore.

Ci dovrà perseguitare con la regola della diversificazione che abbiamo già richiamato aiutandoci a scegliere non unicamente il prodotto del momento, quello apparentemente migliore, quello che “rende” di più od a reso di più. Guardare il mercato con lo specchietto retrovisore è sempre pericoloso.

Certo se abbiamo la fortuna di scegliere il titolo giusto possiamo fare guadagni fantastici ma quali e quanti rischi andiamo ad assumere. Quanti titoli sembravano assolutamente sicuri e sono finiti malamente? Non sottovalutiamo mai i rischi di una eccessiva concentrazione.

Se invece di un singolo titolo scegliamo un buon fondo equivarrà ad acquistare molti titoli che peseranno quindi nel nostro portafoglio in misura minimale ed anche nel caso di default non ci troveremo con sgradite sorprese. Il grande valore assicurato da questi strumenti è proprio quello di diversificare efficacemente il nostro portafoglio beneficiando delle competenze e delle esperienze di team qualificati.

Sgombriamo il campo da equivoci. Il panorama italiano offre l’opportunità di scegliere fra oltre 10.000 fondi. E’ vero che la maggior parte di questi non riesce a replicare la performance  del mercato, ma anche vero che i migliori hanno dimostrato di saper fare molto meglio dei mercati stessi ed in più ci consentono di andare ad investire in aree (come quelle internazionali ed in particolare dei mercati emergenti) che altrimenti ben difficilmente riusciremmo a coprire.

Anche nelle ultime profonde crisi del 2008 e del 2011 i portafogli costruiti con una buona diversificazione di fondi hanno dimostrato migliore tenuta e protetto molto meglio i risparmi degli investitori.

Guidiamo dunque le nostre scelte con una buona diversificazione sia per aree geografiche, sia per settori di investimento sia per stili di gestione. In sostanza sfruttiamo la globalizzazione per cercare quelle aree che anche in periodi di crisi mostrano interessanti potenzialità di crescita, non fermiamoci al singolo titolo che ha meglio performato e nemmeno al migliore fondo ma scegliamo 2/3 fra i migliori anche di case di investimento diverse prendendo le eccellenze la dove sono in modo da creare un giardinetto di prodotti che potrà essere composto da 6/7 prodotti o molti di più se le dimensioni del nostro portafoglio ce lo consentono e se metteremo qualità nei portafogli  i risultati non mancheranno.

La prossima volta parleremo di monitoraggio e di virtù dell’investitore: il coraggio di sbagliare, l’umiltà, il buon senso, la pazienza.

 

2 COMMENTS

  1. Rispecchia perfettamente il mio modo di operare, lo farò leggere anche ai miei clienti come regola da seguire nelle scelte degli investimenti. Complimenti al sig. Quaretti per la chiarezza e la facile comprensione di quanto ha scritto.
    Saluti.

    (Mario Salvadore)