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Un consiglio (provinciale) per Iren

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Il Consiglio provinciale ha votato oggi all'unanimità un ordine del giorno firmato da Mario Poli (Udc) e Alberto Ferrigno (Prc) che impegna a convocare un Consiglio provinciale aperto per discutere la situazione di Iren, anche alla luce degli esiti dell'ultima assemblea dei soci. "Sono d'accordo sulla convocazione del consiglio aperto - ha affermato la presidente della Provincia Sonia Masini - La definizione delle strategie territoriali è un ambito che interessa il nostro ente. Su tariffe, investimenti, gestione dell'acqua, del ciclo dei rifiuti, dell'approvvigionamento energetico e sui dividendi bisogna cercare di costruire una visione unitaria. Serve compattezza del nostro territorio che non è abbastanza grande, quanto a numeri, per confrontarsi con realtà come Torino e Genova. Tuttavia uniti e lungimiranti potremo avere risultati migliori. Per questo chiedo ai sindaci di ragionare insieme su questi temi, di non confrontarsi da soli con i manager ma con tutti. Da parte nostra cercheremo di allargare la riflessione anche alle altre province interessate".

"Dobbiamo essere uniti per difendere i servizi che ci sono - ha spiegato la presidente - per qualificarli cercando di tenere basse le tariffe. Su questo ci siamo e lo abbiamo dimostrato anche sui rifiuti. Abbiamo cercato la migliore tecnologia possibile. La programmazione va fatta dagli enti pubblici ed è già capitato che, quando l'azienda ci ha proposto soluzioni che non andavano bene, dicessimo di no, con la schiena dritta".

Per la presidente servono più condivisione e un maggiore controllo sulla gestione. Concetto ribadito dalla Masini anche nei mesi scorsi: "Agac è stata una grande esperienza, ma erano maturati i tempi per un cambiamento e Reggio doveva accettare la sfida della fusione. La verità è che con l'andare del tempo l'operazione non è stata gestita bene e il management ha finito per contare troppo. Reggio, invece, ha contato troppo poco e molti investimenti sono stati fatti altrove". "Le conquiste ottenute, per scelte lungimiranti che vengono da lontano, sono messe in discussione sia dalla dimensione della nuova società sia dalla difficoltà di controllare la definizione degli obiettivi, gli investimenti, le politiche, le strategie da parte dei cittadini e, a mio parere, anche da parte degli amministratori pubblici - ha ribadito la presidente -. Quando ho posto questa questione qualcuno mi ha risposto che l'azienda era saldamente in mano agli enti locali. Ora il problema è ormai sotto gli occhi di tutti e non serve il rimpallo delle responsabilità, né servono chiusure o presunzioni anacronistiche. Invito tutti, ma davvero tutti, anche le opposizioni, a fare fronte comune per far sì che Reggio Emilia non arretri sulla qualità dei servizi per tutti, in qualsiasi comune della provincia si risieda; per far sì che sia mantenuta equità nelle tariffe, controllo massimo sui settori delicati come quello dei rifiuti. E siano affrontate le nuove sfide del mercato con competenza e trasparenza, sempre e comunque dalla parte dei cittadini".

 

6 COMMENTS

  1. Nella discussione sarebbe utile inserire anche la modalità delle gare al massimo ribasso. A mio avviso (e i fatti accaduti lo dimostrano) sono un lasciapassare ghiotto per imprese che non un percorso limpido e in certi casi sono imprese in odor di mafia. Visto il momento economico difficile sarebbe meglio utilizzare imprese che si conoscono, le quali sono messe fuori dalla gara al massimo ribasso.

    (Enrico Bini)

  2. …Adesso vi svegliate? E quando tutto stava andando a rotoli dove eravate????? Quelli che hanno deciso dove e con chi andare, quelli che hanno smantellato l’ATO che controllava gli investimenti sul Ciclo idrico integrato, quelli che dentro e fuori Iren gliel’hanno lasciato fare, non sono entità astratte ma persone dotate di nomi e cognomi. Dovrebbero rendere conto di quanto hanno causato e non al solito dire “Io non c’ero e se c’ero dormivo…”.

    (Commento firmato)

  3. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto si può dire meglio tardi che mai… Però sentir dire “Quando ho posto questa questione qualcuno mi ha risposto che l’azienda era saldamente in mano agli enti locali” è sconfortante; la Masini è presidente di una provincia, non di una bocciofila, quindi affidarsi a voci di corridoio mi pare poco lungimirante anche alla luce del fatto che PRC e M5S oltre a vari comitati da anni hanno lanciato l’allarme di una Iren sempre più fuori controllo… Solo ora che ha chiuso i “rubinetti” verso i comuni ci se ne accorge..?

    (Commento firmato)

  4. Eh, già, solo ora che hanno chiuso i rubinetti se ne accorgono… Nonostante la cosa era risaputa da tutti, ma cosa credevano???? Bastava chiedere all’ultimo dei dipendenti e avrebbe detto quello che stava succedendo dentro ad Iren… Finiti i soldi per Reggio Emilia!

    (a.c.)

  5. Le amministrazioni comunali hanno voluto fusione e partecipazione societaria con le ora inquantificabili perdite economiche!!!!! Non la Masini… Per scuole e manutenzione stradale non ci sono soldi, servono per foraggiare Iren!!! A quando il prossimo milionario aumento di capitale??

    (Erik Rossi)