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Banca di Cavola guarda alla fusione

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Guido Tamelli, direttore della Banca di Cavola e Sassuolo durante il suo intervento

CAVOLA (Toano, 28 maggio 2012) - Due anni fa l’assemblea della Banca di Cavola e Sassuolo si svolgeva in una sala da 80 posti. Quest’anno il nuovo Cavola Forum non è riuscito a contenere le oltre seicento persone intervenute per l’assemblea sociale (544 i soci presenti) di un istituto che ha saputo fare della raccolta sul territorio la propria forza. Una banca dell’Appennino fondata da montanari e, pian piano, allargatasi sul territorio.

Un esempio di successo che ora, anche “a malincuore”, parole del presidentissimo Silvio Scalabrini, guarda avanti e pensa a una clamorosa fusione con gli altri istituti di credito cooperativi presenti sul territorio reggiano, ma operativi anche su Parma e Modena. Sono il Credito cooperativo Reggiano, presidente Emmore Canelli, con sede legale a San Giovanni di Querciola (Viano), e la Banca reggiana, presidente Giuseppe Alai, con sede a Reggio. Proprio dall’istituto di Giuseppe Alai sarebbe pervenuta la richiesta di considerare l’ipotesi di fusione tra le sorelle amichevolmente rivali, ma cooperative.

Se condotta a termine “sarebbe un’operazione che vedrebbe nascere una banca con 155 milioni di euro di patrimonio, contro i 55 attuali della sola Banca di Cavola e Sassuolo, con 43 filiali sul territorio”.

Una situazione dettata dalle diverse peculiarità delle tre banche della famiglia del credito cooperativo in provincia, da chi è più indirizzato alla raccolta a chi unisce le capacità d’investimento delle risorse, ma soprattutto dalla necessità di fare massa comune in un momento di congiuntura e, non ultimo, di offrire una maggiore capillarità sul territorio di riferimento. Ricordando, ha spiegato Giulio Magagni, presidente della federazione delle banche di credito cooperativo che “il compito di questo tipo di banche, da statuto, è quello di dare soldi alle imprese, quando, in un momento storico come quello attuale, le banche al contrario richiedono soldi alle imprese”.

Il tavolo dei relatori

Un’assemblea gestita con il cronometro alla mano, con un intelligente uso di filmati tratti dai telegiornali, con molte persone in piedi “mi scuso di questo” dirà Silvio Scalabrini, forse stupito da una simile partecipazione e che, a onore di cronaca, è riuscita a esporre temi di macro e micro economia in maniera semplice.

Un esempio, a proposito della crisi, è quello proposto dal direttore generale Guido Tamelli che ha ricordato come “a casa non passa giorno che anche mia madre parli dello Spred e dei Bund…”

In quale situazione versa, allora, la nostra economia? “In una situazione difficile, dove l’Appennino rispecchia la crisi del paese. L’edilizia è in difficoltà. Recupera il terziario, ma sull’export con un + 14% inferiore solo al + 18% di export della metalmeccanica”.

Il futuro? Non certo rassicurante “Se in Italia l’inflazione è al +3,29% (su base annua 2011), contro il 2,96% dello stesso anno negli Usa e il 2,7% dell’area euro. Questo perché non siamo produttori di materie prime e subiamo quindi maggiormente i rincari dovuti alle importazioni. E’ chiaro che molto del futuro economico italiano lo si gioca anche sul tema delle energie. La volontà, intanto, è quella di mantenere bassi i tassi di interesse, come in Europa sta facendo la Bce per favorire la crescita. Ma le economie di Grecia e Spagna (e a ruota segue l’Italia) sono in difficoltà. Lo Spread si innalza in quanto di indicatore di rischio”.

Ma le banche italiane i soldi li hanno avuti dall’Europa, che fine hanno fatto?

“Sì, è vero. Si tratta di 100 miliardi di euro. Che le banche hanno utilizzato per comprare 76 miliardi di titoli di stato italiani. Non è un’operazione di speculazione se si considera che proprio lo Stato italiano ha visto ‘fuggire’ investitori stranieri che hanno dismesso il debito italiano per 290 miliardi di euro. Il rischio era che il nostro debito – leggasi titoli di stato ndr – rimanesse scoperto”. Sarebbe collassata l’economia…

“Solo le banche potevano comprare un simile valore di titoli di stato – ha proseguito Tamelli-. Anche se è chiaro che la coperta è corta”.

L'approvazione del bilancio è avvenuta per alzata di mano

Quale è la sofferenza del sistema bancario? E’ espressa dal rapporto sofferenze/impieghi: “è del 5,47% in Italia, del 4,48% tra gli istituti di credito cooperativo in Emilia Romagna e dal 2,83% per la Banca di Cavola e Sassuolo”. Un dato che non tranquillizza, comunque, dato che per il 2012 “la stima di crescita del Pil per l’Italia, secondo l’Ocse, è negativa per 1,7%”.

Non è finita. “Nella vicina bassa si è aggiunto il terremoto e a rischio ci sono 5 mila posti di lavoro”. Con la cassaintegrazione che “in quelle zone ora coinvolge 11 mila persone”, puntualizzerà Magagni.

Come affrontare il 2012? “La Banca di Cavola e Sassuolo pensa a un progetto giovani, a un progetto soci e a un progetto di comunicazione”.

Come si è concluso il 2012? “Con un bilancio con 1.33.436 euro di utile d’esercizio. Calato sì quasi del 30% rispetto all’anno precedente ma che, al suo interno, comprende due milioni di spese per incremento di strutture, personale e, un milione di euro, prudenzialmente accantonato quale svalutazione crediti”. Una singolarità: a fronte di utile 2011 inferiore all’utile 2012 la Banca paga 360 mila euro di più in tasse.

Dell’utile d’esercizio citato ai soci è distribuito un dividendo 361 mila euro (di fatto l’1,8% del valore nominale delle azioni sottoscritte.

La Banca di Cavola e Sassuolo quanti soldi ha raccolto? “692 milioni di euro (+ 9,14%) e ne ha impiegati 504 milioni (+8%). Le attività deteriorate, però, sono salite da 24.798.000 d’euro a 44.962.000 (+81,33). In questi dati si può leggere in chiaro scuro il termometro dell’economia in Appennino.

“Banca di Cavola e Sassuolo continua a conseguire risultati commerciali, proseguendo nella politica di rafforzamento patrimoniale. Nonostante la difficile congiuntura economica internazionale e la tensione del sistema creditizio, anche quest’anno abbiamo registrato un significativo incremento del patrimonio netto, che si è attestato a oltre 44 milioni di euro (+15,97% rispetto il 2010)” dirà il presidente Scalabrini.

Intanto, attorno, la scenografia è fatta di mattoncini lego. L’intento, nonostante la crisi, è quello di crescere. Anche a costo di unificarsi. Questa sera il consiglio ne discute.

 

(G.A.)

 

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CURIOSITA’ DALL’ASSEMBLEA

 

Vicini al territorio – Solo pochi giorni fa Redacon segnalava l’apertura dello sportello di Minozzo (circa 500 abitanti) “conferma il sostegno alle famiglie e alla comunità locale, concorrendo alla crescita e al benessere sociale del territorio ha spiegato Tamelli.

Tanti, sfamati e… con Lassociazione – All’assemblea è seguito il pranzo sociale per i ristoranti del paese, ma anche nella palestra del Cavola Forum, dove la Pro Loco di Cavola ha saputo, ancora una volta, preparare un pranzo coi fiocchi ad oltre 400 persone servite in pochi minuti. Alle 17.00 sul palco del CavolaForum è salita Lassociazione, che ha presentato “A Strapiombo”, il nuovo disco realizzato in collaborazione con Banca di Cavola e Sassuolo: una bella occasione per riscoprire dialetto e storie delle nostre terre.

 

Unanimi sempre. Con un solo astenuto - 943 i soci che ieri hanno votato all’assemblea. 544 quelli presenti. Tutte le votazioni sono avvenute all’unanimità, per alzata di mano. Un solo astenuto in uno dei punti all’ordine del giorno.

 

Una sede nuova, ma già piccola - “La nuova sede di Cavola si sta già rilevando piccola” osserva Silvio Scalabrini che, prudenzialmente, ha dichiarato come la banca ha acquistato dal Comune di Toano un’area prospicente il Cavola Forum che, quando le condizioni lo permetteranno, potrà ospitare una nuova sede.