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L’economia è stata ingiusta

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“C’eravamo abituati a un’economia con tassi di crescita a due cifre. Ma questo a scapito di chi avveniva?”

Parole di Giovanni Teneggi, direttore di Confcooperative, che, intervenuto a un’assemblea di una banca locale, ha ritenuto di intervenire sul tema di un’economia sostenibile.

“Dopo la crisi di ricette magiche, dallo stato, per ricostruire l’economia non ce ne sono. Dobbiamo ricostruirla e tocca a noi per primi. Dovremo ritrovare, però, aspetti che anche qui vicino avevamo perduto”.

“La nuova economia dovrà ora essere giusta, perché dovrà lavorare per le persone – e non per la finanza fine a se stessa ndr -; locale, perché dovrà lasciare risorse nei territori (e lo scambio sui territori dovrà essere più forte del mero interesse); sobria perché dovrà sapersi accontentare e limitare, rivedendo anche i nostri stili”.

“Negli anni – ha proseguito Teneggi – abbiamo invece dato molto spazio a un’economia ingiusta, slegata dal territorio e volevamo rendimenti del 15 o del 20%. A Reggio Emilia, invece, intanto la comunità è cambiata nel volgere di pochi anni. Ora è il caso di volere una crescita sobria, ma per tutti, dove la coesione istituzionale dovrà sostenere questo passaggio”.

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