Home Cronaca Una mostra per concludere… con ‘stupore’

Una mostra per concludere… con ‘stupore’

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 Nonostante tutto è lecito pensare che la creatività, come conoscere e stupore del conoscere […] possa essere il punto di forza del nostro lavoro, nella speranza che esso possa diventare una normale compagna di viaggio dell’evoluzione dei bambini”   (Loris Malaguzzi)

Castelnovo ne’ Monti Maggio 2012

Siamo nel cuore dell’Appennino Reggiano, nelle terre del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Il paesaggio è bello e famigliare: ci troviamo ai piedi della Pietra di Bismantova, “l’amica pietra”, come la chiama il nostro libricino. La Pietra infatti è un monte amico, è di casa: i bambini la conoscono e la riconoscono nella sua forma e nel suo profilo; alla scuola dell’infanzia hanno già imparato a disegnarla. Ma oggi è diverso: oggi vanno a conquistarla nella sua vetta, che è poi un bel pianoro coperto da un manto d’erba e di noccioli, e soprattutto vanno a frugarla nelle sue viscere, nelle sue cavità nascoste, in quelle grotte profonde e scure, piene di umori e di rumori dalle quali fino ad oggi erano stati tenuti lontani.

Piccoli esploratori - hanno poco più di quattro anni, scalatori in erba ma equipaggiati di tutto punto (con casco e lanterna sulla fronte) per salire in parete e scendere in grotta, procedono sul sentiero di terra battuta, uniti ma liberi … e l’avventura ha inizio: la Pietradi Bismantova si alza immensa davanti a loro, d’in cima al prato fin dentro al cielo; assomiglia alle montagne dei cartoni animati, quelli del Re Leone. “Assomiglia anche ad un’incudine rovesciata”, - qualcuno ha detto - o un altare celtico: ma chi ha mai visto un’incudine e chi ha mai sentito parlare dei Celti? Lei è bella e basta, più bianca del solito, tutta avvolta di luce, proprio come nella fotografia della nostra piccola guida. Ma sotto, ai suoi piedi: sorpresa! Si apre una grotta che sembra entrarle nel cuore come una ferita e aprire il regno del buio e del freddo.

Scopriamo poi che ogni roccia ha il suo nome e il suo colore, la sua età e la sua storia: quelle grigie dei fianchi, lisce e levigate dal tempo si chiamano marne e sono affiorate dal fondo del mare. Chissà com’ era la valle quando c’era il mare! Queste chiare e bagnate, più vicine a noi friabili e rivide, sono gessi e si chiamano anche triassici perché sono nati nel Triassico e vuol dire che hanno circa venti milioni di anni.

Sono davvero piccoli questi bambini e sembrano ancora più piccoli a guardarli mentre alzano gli occhi stupiti, su su, fino in cima al monte; e le pareti del sasso per loro sono come le porte del mondo che sta più in là verso la catena dei monti infiniti. E allora allargano le braccia in segno di meraviglia. Poi, quando si abbassano, sono tanto vicini alla terra che scivolano leggeri tra le scaglie dei gessi; e le fessure si aprono per loro come fossero porte di stanze segrete.

Ascoltano: il rumore che viene è il ruscello che fa i salti tra i sassi, è vivace e bianco di schiuma, così diverso dall’acqua che scivola silenziosa e trasparente sulla parete concave della grotta.

Anchela Pietra, come ogni luogo del mondo, ha i suoi abitanti; se si incontrano vanno salutati: prima il bruco morbido e verde che si muove senza rumore, poi la lucertola agile e sinuosa; il pipistrello che si presenta in piedi, chiuso suo guscio delle sue ali; la cincia, quanto è bella, col suo collarino giallo come l’oro. Qui alla Pietra, ci sono da sempre, ma - strano - non li avevamo mai conosciuti ne visti così da vicino, quasi toccati con mano. E verrebbe voglia di cercare qualcos’altro, qualche altra sorpresa. Ma il taccuino ci dice - siamo a pagina 12 – che è giunto il momento di parlarne insieme: ognuno racconta e “condivide”, cioè “divide” con gli altri le sue impressioni di viaggio, le sue scoperte le sue meraviglie.

Scuola materna della Pieve sez. Fulvia-Donatella-Grazia

 

2 COMMENTS

  1. Mio figlio Andrea ha avuto la fortuna di avere queste splendide maestre di scuola e di vita. Gli anni passati con loro sono stati indimenticabili sia per lui che per noi genitori. Non le ringrazierò mai abbastanza per il loro “lavoro”…
    Un abbraccio.

    (Andrea, Alessia, Massimiliano e Luana Zannini)