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Colombaia in festa

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“I vincitori del Palio del Valsecchia, con un punteggio di 42 punti, sono i LAST MINUTE!!!” Con queste parole, accompagnate dalla consegna di una coppa futuristica e suggellate da un brindisi a base di champagne, si conclude la prima edizione di “Colombaia in festa”. Ma facciamo un passo indietro.

Da tempo aleggiava nell’aria l’idea di organizzare una festa parrocchiale nella minuscola frazione del carpinetano che conta circa duecento anime. Quest’anno, con un pizzico di sana incoscienza, si decide di tentare. Duplice l’intento: raggranellare qualche denaro da investire nella ristrutturazione dei locali dell’oratorio, nei quali da due anni si svolgono varie attività per tutti i bambini e ragazzi dell’Unità Pastorale di Valestra (catechismo domenicale per bimbi e ragazzi da tre anni in su, doposcuola/ludoteca due giorni alla settimana durante l’anno scolastico, settimana di studio e gioco comunitario a fine agosto…); ma, soprattutto, creare una bella occasione per lavorare, divertirci insieme, sentirci parte di un’unica comunità (sia come paese che, in senso più ampio, come Unità Pastorale). I “ruzzolari” del posto mettono generosamente a disposizione la “baracca” sulle rive del Secchia. È un aiuto prezioso perché qui ci sono un gazebo con i tavoli, una piccola cucina, un ampio parcheggio e tanto spazio verde. Grazie a una serie di riunioni, si mette a punto il programma e si inizia ad assegnare i compiti. Io e Cristina ci assumiamo l’incarico di organizzare le attività di intrattenimento. Non possiamo permetterci di invitare accattivanti gruppi musicali o allestire gradevoli piano-bar. Decidiamo di applicare anche in questo caso quello che, in questi anni di assidua collaborazione, è diventato il nostro motto: “COSTO ZERO!”, ovvero, cercheremo di sfruttare i “talenti” locali e di coinvolgere direttamente le persone, convinte che sarà possibile divertirsi anche con pochi e semplici mezzi. Ci vengono alcune idee che potrebbero funzionare.La Provvidenzafarà il resto!

Dopo gli ultimi giorni di febbrili preparativi, finalmente arriva sabato 16 giugno, il giorno di inizio della festa. Fortunatamente si prevedono giornate calde e soleggiate. Una montagna di scatole a sorpresa è ammucchiata ordinatamente sotto al gazebo, vengono sistemati qua e là degli enormi spaventa-passeri, le tavole vengono apparecchiate con il malcelato timore che non verranno riempite.

Si apre alle ore 18 con una Messa all’aperto, celebrata da don Giovanni, neo parroco di Toano, con il fruscio delle spighe di grano in sottofondo. Il Vangelo racconta che il Regno di Dio è simile a un seme. Questo seme, spiega il don, prima di produrre un germoglio rimane sotto terra per tutto l’inverno: sembra che non accada nulla, che questa fase di inerzia sia un’inutile perdita di tempo, ma non è così, perché una forza misteriosa lavora incessantemente dentro di lui. Dio usa con noi dei “tempi agricoli”, si svela e ci fa maturare lentamente, opera in noi senza che ce ne accorgiamo; la velocità e l’immediatezza che imperversano nel nostro tempo e ci fanno sentire Padroni con Lui non funzionano. Al termine della celebrazione iniziano a riempirsi i tavoli e un buon odore di gnocco fritto si spande nell’aria. Dopo cena si dà inizio al karaoke, animato da alcuni membri del coro dell’Unità Pastorale: la raffinata delicatezza di Alessandra incanta i presenti e l’inedito duetto Marcello-Raffaele suscita una certa ilarità. Come previsto, pochi hanno il coraggio di impugnare il microfono, ma alla fine della serata, quando le lucciole fanno capolino nei campi e la brezza del fiume accarezza la pelle, si forma un cerchio di sedie attorno al mega-schermo sul quale scorrono i testi delle canzoni e ci si ritrova, giovani e non, a cantare insieme la vecchia sigla di “Lady Oscar” e “Io vagabondo”. Sembra di essere lì da sempre, un’unica famiglia.

La festa prosegue il giorno successivo. La giornata è torrida, l’aria bolle; nonostante la fatica e la calura  c’è buonumore in cucina. Dopo il pranzo, intorno alle ore 15, Alessandra inizia a dipingere con paziente perizia il volto dei bambini in attesa del proprio turno. Arrivano anche Claudia e Federica con alcuni amici, tutti con il naso rosso e gli abiti buffi da pagliaccio. Claudia e Federica sono due ragazze che abitano vicino a me, le conosco appena (abito qui soltanto da alcuni anni): si sono offerte di intrattenere i più piccoli con uno spettacolo di clownerie. Non sapevo che coltivassero questa passione: quante inattese risorse si celano nei nostri semi-sconosciuti vicini di casa! Ben presto un gruppetto di bimbi è attratto e divertito da gags, giocolerie, giochi di gruppo e balletti.

Purtroppo non posso godermi lo spettacolo: devo finire di sistemare gli spazi di gioco con i miei collaboratori, ormai è ora di inaugurarela Primaedizione del “Palio del Valsecchia”! Si tratta di una serie di giochi “ruspanti” a squadre (ciascuna delle quali costituita da sei componenti, quasi tutti “over30”) tra alcune frazioni della nostra Unità Pastorale. Non è affatto facile arruolare gli adulti in giochi di questo genere: alcuni promettono di venire e poi non si presentano, altri declinano l’invito adducendo come scusa un improvviso dolore articolare o l’inderogabile necessità di accudire la prole. Siamo tuttavia soddisfatti perché siamo riusciti a racimolare ben cinque squadre: Colombaia senior, Colombaia Junior, Valestra, Bebbio e Last Minute (alcuni amici di varia provenienza ingaggiati all’ultimo minuto nel corso del pranzo). Terminate le iscrizioni, finalmente si inizia: per circa due ore i concorrenti si fronteggiano a colpi di scalpo, staffette con bottiglie da riempire per mezzo di spugne, sassi da passare tenendo un cucchiaio in bocca, mimi, corsa dei sacchi, salto della corda.

Non mancano prove più impegnative, come i palloncini pieni di acqua o farina che i concorrenti bendati devono scoppiare indossando un casco munito di punteruolo, o il quizzone, dove per ottenere la possibilità di rispondere alle domande è necessario colpire una padella col cucchiaio. Noto con sorpresa che la bonaria giovialità dei concorrenti è gradualmente sostituita da un agguerrito spirito competitivo; i mansueti genitori che ho incrociato distrattamente alle riunioni dell’asilo zampettano scattanti come gazzelle.

Al termine dei giochi, prima della premiazione della squadra vincitrice, ad alcuni concorrenti vengono assegnati del premi speciali, come la fascia “Eleganza”, “Esigo un rimborso”, “L’importante è partecipare”, “Insospettabile agilità”. Approfittiamo dell’occasione per assegnare la fascia “Conto su di te” alla giovanissima Federica, che per tutto l’anno si è dedicata alle attività parrocchiali con impegno e costanza. Infine, tra le risate e gli applausi dei partecipanti stanchi ma soddisfatti viene consegnata ai Last Minute la coppa, che di anno in anno passerà nelle mani dei primi classificati. Anche se in realtà questo premio è stato simbolicamente vinto da tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della festa mettendo a disposizione con tanta buona volontà il loro piccolo granellino (di senapa, mi auguro!).

Grazie di cuore a tutti! Ci vediamo l’anno prossimo.

(Elena Gandolfi)