Home Società Ora a Groppo c’è un castello

Ora a Groppo c’è un castello

168
15
Amerigo Battilani dinnanzi al suo Castello in quel di Groppo. 3 anni di lavoro (le domeniche pomeriggio), altri 3 preventivati per finire l'opera

GROPPO (Vetto, 22 giugno 2012) - Ha lavorato per tre anni tra pietre di fiume rigorosamente spaccate a mano. 12mila in tutto. Un centimetro per due ognuna, murate con malta di calce e cemento armato. Per ultimare l’opera conta di impiegarne altrettanti.

Ecco il castello realizzato, nel vettese in quel di Groppo, da Amerigo Battilani, fotoorologiaio, che ha dedicato le sue domeniche pomeriggio (“gli unici momenti in cui potevo farlo”) alla realizzazione di una vera opera d’arte. Che finita è alta 135 cm, larga 120 e lunga 140. 
Chi già ha avuto modo di ammirare questa singolare miniatura di un maniero è rimasto colpito dalla precisione certosina, perfettamente in linea con l’estro dell’artista che, forte della sua precisione nel riparare orologi meccanici, è per altro direttore di coro (Cinc Cerr Cor) e, in gioventù, assieme al padre Manlio inventò il celebre “grillo” una sorta di bici a tre ruote che tanto piaceva ai più piccoli e che, ancora, si può ammirare in alcune famose località italiane (a Reggio si trovavano di fianco al Valli e in viale Umberto Primo).

Un particolare delle bifore

Per realizzare questo castello, dal peso finito di 8 quintali, “ho utilizzato gli stessi attrezzi che usano i muratori ma… di dimensioni più piccole”.
Nelle mura vi è anche una piccola pietra incisa proveniente da Medjugorje e probabilmente vi troverà spazio anche un'altra che “mi porteranno alcuni amici da Lourdes. Ci tenevano davvero molto…“.
“Una passione come un’altra – spiega Amerigo Battilani - il castello sopra al portone porta l'araldo ufficiale dei Ruffini (la famiglia di mia moglie) in quanto i Battilani non hanno mai avuto un castello almeno qui nell’alta Italia. Per l'architettura mi sono ispirato agli elementi salienti dei castelli in fatto di mura, merli, porte e finestre ho usato un po’ di fantasia, ispirandomi al XIV secolo”.
Ora, dopo qualche secolo dalla rovina di un antico castello posto a ingresso paese, anche Groppo ha di nuovo il suo maniero. (Gabriele Arlotti)

Il castello come si presenta oggi
Un particolare costruttivo dell'opera realizzata in cemento armato e arenaria

 

15 COMMENTS

  1. Altro che bellissima… è un’opera fantastica; al di là della capacità tecnica costruttiva e della fedeltà nella riproduzione anche dei più piccoli dettagli, è fantastica perchè quando l’ammiri non pensi “peccato sia in miniatura” ma “peccato non essere nati a Lilliput per poterla abitare”. Grazie Amerigo. Ancora una volta con il tuo ignegno e il tuo estro (e anche un po’ di sana follia!), mi confermi che non si è mai nè troppo grandi nè troppo piccoli nè troppo vecchi o troppo giovani e nemmeno troppo impegnati con il lavoro (o qualsiasi altra cosa) per far in modo che i nostri sogni e desideri si trasformino in realtà. Ci vediamo domenica, dopo il caffè al bar vengo a trovarti in cantiere…

    (Stefania Zampineti)
    P.S. – Con l’agibilità nel castello come sei messo… avviata la pratica in Comune?

  2. Detta così… “l’inventore del Grillo”… lascia un bell’interrogativo a chi, come me, non sa di cosa si tratti. Ho fatto qualche ricerca e ho colmato la mia lacuna grillesca. Mi sembra però che ci sia un’imprecisione nell’articolo. Mi sembra di aver capito che l’inventore non sia il Sig. Amerigo Battilani ma il padre visto che qui – http://parma.repubblica.it/dettaglio/saltare-come-un-grillo-in-giardino-quando-la-fantasia-ha-tre-ruote/1503696 – si parla di “un artigiano dell’Appennino reggiano che li brevettò nel primo dopoguerra”. Ho trovato notizia di appassionati nostalgici di quell’agile automezzo a tre ruote a propulsione più che ecologica! Segnalo alcune pagine per i curiosi come me:
    http://www.facebook.com/pages/I-grillo-della-fortezza-da-basso-a-Firenze/124132047600206
    http://www.carraraonline.com/giochi_perduti.php
    http://profileengine.com/groups/profile/430882405/fans-del-grillo-non-per-forza-beppe.
    Speravo di trovare una pagina in Wikipedia su questa divertente bici-auto e sul suo inventore, invece come mezzo di trasporto è menzionata solo una voce “Grillo” come “ciclomotore prodotto dalla Piaggio”.
    Urge porre rimedio a questa lacuna, a maggior ragione se è vero quanto si dice nella pagina della Repubblica di Parma che ho citato sopra che l’invenzione fu brevettata dall’artigiano che la ideò.
    Complimenti per il bellissimo castello.

    (AnnaMaria Gualandri)

  3. Che divertimento con il “grillo”, passavamo dei pomeriggi domenicali che altro che i gran premi di F1; ci venivano i calli nelle mani con quei volantini appena imbottiti; giravamo nella piazza di Vetto attorno al monumento ai Caduti, ma i più arditi cercavano di svicolare dietro al Municipio e su per Via Micheli, ma Battilani il vecchio ci sgridava perchè aveva il permesso solo per la piazza anche se allora non c’era un gran traffico; poi si riusciva anche a fare le impennate!!!! Grazie per quel divertimento, Battilani, e per qualche giro gratis che mi facevi fare!!!!

    (Stefano Curini)

  4. Ad onor del vero, i primi prototipi del grillo sono stati costruiti nelle officine di Enzo Ferrari e si chiamavano LEPROTTO, però avevano moltissimi difetti. Mio padre, dopo innumerevoli modifiche, lo ha brevettato negli anni ’50. Tuttora sono ancora presenti e funzionanti a Roma, Firenze, Mantova, Viareggio, Como, La Spezia, Parma ed in altre città che ora non ricordo. Poi anche in altri continenti.

    (Amerigo Battilani)

  5. Ho già avuto modo di fare personalmente i miei sinceri complimenti ad Amerigo. Appartengo a quella piccola schiera di ammiratori-tifosi che non vedono l’ora che l’opera sia completata… E mi raccomando: non si dica che Amerigo ha avuto molta pazienza! Quella possono averla in molti. Lui ha invece molto genio.

    (Gigi Ruffini)

  6. Grande Amerigo, geniale e romantico. Spero di vedere presto dal vivo il tuo capolavoro. Grazie intanto per aver portato in un mondo che sembra così annoiato e stanco una nota di vita, di allegria, di creatività e di speranza. Ora oltre che Mastro orologiaio dovrò chiamarti Mastro carpentiere, Mastro canzoniere e chissà quale altro attributo!

    (Marisa Montecchi)