Al via l’operazione “ripartenza immediata delle attività economiche”. E’ a questo slogan che si riconducono le linee di intervento comuni a sostegno delle imprese colpite dal terremoto concordate tra le camere di commercio di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, assieme all’Unioncamere Emilia-Romagna. Muovendosi nella direzione della complementarietà e dell’integrazione degli interventi, il sistema camerale ha deciso di privilegiare le azioni finalizzate alla ripartenza immediata delle attività. Il pacchetto di misure delle Cciaa risulta in sostanza articolato in due tipologie di destinazione dei finanziamenti, che vedranno protagonisti i consorzi fidi attivi sui territori colpiti, a cominciare dalle quattro strutture operanti come intermediari finanziari vigilati con le quali dal dicembre 2011 è stato attivato un tavolo di coordinamento presso l’Unioncamere Emilia-Romagna.
La prima tipologia di intervento camerale consente alle imprese colpite dal sisma l’ulteriore sospensione o l’allungamento dei finanziamenti in essere in base alle modalità, condizioni e tempistiche del finanziamento originario, nonostante il peggioramento intervenuto nella congiuntura economica. Le imprese potranno in sostanza prolungare, senza costi aggiuntivi, la durata dei finanziamenti ancora aperti assistiti da garanzia dei confidi, attraverso la stipula di nuovi finanziamenti con le stesse caratteristiche, ma con durata fino a 7 o 10 anni, mantenendo le condizioni di costo applicate all’operazione originaria.
Con la seconda tipologia vengono assicurati finanziamenti a 24 mesi per coprire le esigenze di prima necessità per la riattivazione dell’attività delle imprese, inclusi gli interventi sul magazzino e quelli immediati di messa in sicurezza delle strutture, ai fini dell’acquisizione della certificazione provvisoria di agibilità sismica.
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“In provincia di Reggio Emilia il sisma ha colpito un'area sulla quale sono insediate quasi 13.000 aziende che occupano oltre 44.000 addetti” - sottolinea il presidente della Camera di commercio, Enrico Bini – “E’ una zona che produce circa un quinto del PIL provinciale e dalla quale parte oltre il 30% dell'export reggiano. Il desiderio di tornare quanto prima alla normalità e la voglia di ricominciare sia delle popolazioni che degli imprenditori è tangibile. Il sistema camerale intende dare il suo contributo, in coordinamento con l’impostazione degli interventi pubblici di ricostruzione, per corrispondere alle esigenze prioritarie delle imprese con tempestività e con il massimo impegno”.
Le iniziative per la ricostruzione, a valere sui fondi gestiti dalle quattro Camere di commercio delle aree colpite dagli eventi sismici sulla base degli interventi di solidarietà decisi dall’Unioncamere nazionale, saranno in questa fase prioritariamente destinati a coprire il reperimento delle risorse finanziarie per le esigenze immediate (fino a 24 mesi) di ripartenza delle imprese colpite dal terremoto.
Nell’orientare gli interventi, il sistema camerale dell’Emilia-Romagna ha adottato un criterio di complementarietà e integrazione rispetto alle direttrici del Protocollo promosso dalla Regione e sottoscritto lo scorso 14 giugno anche dal sistema camerale. Il protocollo prevede l’impegno comune tra Regione, banche, consorzi fidi e si basa sull’utilizzo di fondi BEI, Cassa depositi e prestiti e ISMEA per l’agricoltura e tende a evitare la sovrapposizione degli interventi a favore delle imprese colpite dal sisma. Relativamente ai fondi camerali, è stata sottolineata concordemente la ricerca di “possibili sinergie da concretizzare attraverso le risorse messe a disposizione autonomamente dal sistema camerale”.