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ArteUmanze 2012 al Fortino e alla Porta del Parco di Sparavalle domenica 5 agosto

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Domenica 5 agosto, cuore della rassegna ArteUmanze 2012 sarà il Fortino di Sparavalle nel Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano. I 'Sentieri di umana natura, poetiche di transito e coltivazione d'arte tra luoghi coperti scoperti e da scoprire' raggiungono l'antico torrione che da sempre si erge in un luogo privilegiato di osservazione delle valli del Secchia e dell'Enza. Qui alle 18 si svolgerà la performance Pianofortino di Francesco Genitoni, "Suoni d'aria, di terra, di pietra" con le percussioni di Anna Palumbo.

«Arteumanze - spiega Ornella Coli, assessore alla Cultura Comune di Busana - è una manifestazione bella ed ecosostenibile. I molti artisti che partecipano a questo progetto così particolare e ricercato hanno saputo coniugare, con pochi e sapienti tocchi da maestro, opere naturali perfettamente inserite con l'ambiente, dislocandole in posti meravigliosi anche se a volte poco visitati del nostro Appennino. Il fortino dello Sparavalle, che si erge a guardia del crinale è uno di questi. Francesco Genitoni utilizzando il sughero, materiale caro agli abitanti di Cervarezza, ha realizzato una rappresentazione coreografica che richiama un tempo passato e che idealmente si congiunge in linea d'aria al Museo del Sughero».

«Il Fortino della Sparavalle - spiega Genitoni - gronda storia dai suoi sassi. Dai rimasti ma anche da quelli che ha perso via via. Dalle finestre originali come da quelle non originali (buchi). Se potessero parlare, quante ne avrebbero da raccontarci, perché tante ne han viste! Di ogni genere. Specie finché non hanno avuto tanti alberi alti davanti.

PianoFortino vuol fare risuonare le etimologie e le assonanze del Fortino e del luogo che a esso si unisce per identificarlo: la Sparavalle. Il Fortino può raccontarci storie di boschi e di monti; di fiumi e di vento; di cose e animali; di uomini la massima parte poveri ma pieni di dignità e speranze; di duchi e imperatori che hanno portato su questo crinale i loro cannoni e strategie militari per presidiare strade e interessi verso il mare di Liguria e di Toscana.
Alcuni filoni e suoni di queste storie possibili e impossibili sono qui accennati su tastiere di sughero, materiale caratteristico di Cervarezza e dei suoi tappi. Storie da guardare e inventare. Suggerimenti-inviti ad approfondire».
L'artista ringrazia in modo particolare Nino Galassi di Cervarezza per la collaborazione e ArtigianSughero di Danilo Guglielmi per la fornitura gratuita del sughero.

«L'antico torrione di Sparavalle rappresenta la vecchia porta delle due valli, posta in chiave di logistica militare - spiega Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano - E proprio qui il Parco intende riprendere questo concetto paesaggistico ponendo, nelle sue vicinanze, una delle Porte del Parco che, con il suo bilite a servizio e non a dominio del paesaggio circostante, intende essere proprio una riedizione del Fortino, in chiave di paesaggio e di turismo ambientale, che scandisce il momento in cui il territorio si riconverte a nuove valenze e funzioni, come è appunto quella di Parco Nazionale».

Un'intenzione quella del Parco Nazionale interpretata anche dall'artista Genitoni che la definisce Exporta che importa ed exporta. «Il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano ha molte Porte e molto confida su di esse, per comunicare i suoi monti, acque, chiese e monumenti, le eccellenze gastronomiche, la popolazione, la cultura e la storia. Queste non sono porte come sembrano. Sono exporte che per questa parte/porta dell'Appennino e del Parco come per ogni altra parte importano ed exportano il concetto di portità: porte assolute, ideali. Non chiudono, ma aprono a orizzonti vecchi e nuovi, conosciuti e sconosciuti. A fantasie e provocazioni intellettuali. E invitano a non essere richiuse. Per restare aperte a tutte le possibilità: dell'Appennino, del Parco e anche del Mondo. Si può cominciare da qui: dal Fortino e da Cervarezza, dalle sue acque e dal Museo del Sughero, dal Monte Ventasso e dalle vallate del Secchia e dell'Enza. Son porte che non portano da nessuna parte in particolare e dunque possono portare da tutte le parti da ogni porte ad arte...».

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