Home Società Assisi: facciamo la pace? AGGIORNAMENTI

Assisi: facciamo la pace? AGGIORNAMENTI

12
2
Don Giordano Goccini

Un cammino per la pace. Si svolge a partire da oggi, sabato 11, al 25 agosto e attraverserà i territori delle province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Firenze, Arezzo, Perugia. I pellegrini che vi partecipano sono circa 40, a cui si aggiunge uno staff di 6 accompagnatori per la logistica". Le parole sono di don Giordano Goccini, delegato per la pastorale giovanile.

Di seguito la descrizione delle tappe, giorno per giorno (l’indicazione dei km è approssimativa):

1^ tappa, sabato 11 agosto: Reggio–Baggiovara (km 27);

2^ tappa, domenica 12: Baggiovara–Monteveglio (km 30);

3^ tappa, lunedì 13: Monteveglio–Marzabotto (km 27);

4^ tappa, martedì 14: Marzabotto–S. Benedetto val di Sangro  (km 26);

5^ tappa, mercoledì 15: San Benedetto–passo della Futa (Monte di Fo) (km 25);

6^ tappa, giovedì 16: Passo della Futa–San Piero a Sieve (km 26);

7^ tappa, venerdì 17: San Piero–Firenze (km 31);

sabato 18: sosta a Firenze;

8^ tappa, domenica 19: Firenze–Figline Valdarno (km 31);

9^ tappa, lunedì 20: Figline–Laterina (km 31);

10^ tappa, martedì 21: Laterina–Arezzo–Palazzo del Pero (km 28);

11^ tappa, mercoledì 22: Palazzo del Pero–Villa del Seminario (Cortona) (km 22);

12^ tappa, giovedì 23: Villa del Seminario–Passignano sul Trasimeno (km 22);

13^ tappa, venerdì 24: Passignano-Perugia (km 31);

14^ tappa, sabato 25: Perugia–Assisi;

domenica 26:  Assisi–Reggio Emilia (in pullman).

* * *

Il cammino si snoda per lo più su sentieri e strade secondarie che rendono gradevole e sicuro il passaggio a piedi. L’itinerario è molto ricco sia dal punto di vista ambientale (attraversamento dell’Appennino lungo la via degli Dei, valle dell’Arno, sentiero 50 sulle montagne dell’aretino, lago Trasimeno, colli umbri…) che storico-artistico (Marzabotto e Montesole, Firenze, Arezzo, Perugia, Assisi). È pensato come un itinerario della pace, che attraversa territori pieni di memoria e connotati dal passaggio di grandi personaggi: l’eccidio di Montesole (don Dossetti), Firenze “città della pace” (La Pira, Balducci, Milani), Assisi (Francesco).

L’esperienza del pellegrinaggio è connotata dal recupero di alcune dimensioni fondamentali dell’esistenza: dalle sensazioni primordiali legate al corpo: fatica e riposo, fame e sete, caldo e freddo, energia e stanchezza, ecc… A cui si aggiungono le dimensioni psicologiche della sfida con se stessi e del riconoscimento e superamento dei propri limiti. Il cammino fatto insieme ha un fondamentale aspetto relazionale, nell’amicizia, condivisione e aiuto reciproco che trasformano la sfida in una impresa collettiva. Infine lo spazio del silenzio e i tempi dilatati permettono una progressione spirituale nella scoperta di sé e della propria coscienza, del mondo, di Dio. La spiritualità francescana, con la grande ricerca della pace che la connota, sarà la nostra guida maestra.

Il gruppo è molto composito: si tratta per lo più di giovani dai 17 ai 25, ma non mancano gli adulti. Provengono da diverse parti della diocesi e sono portatori di esperienze assai diverse. Rispetto ad un gruppo parrocchiale già consolidato permetterà uno scambio molto più ricco e vivace. Ci sono anche persone che portano delle ferite nel loro passato e vivranno il cammino come spazio e ricerca di riconciliazione.

Il cammino prevede incontri con  alcuni profeti della pace che verranno a farci visita nelle diverse tappe: Francesco Pirini, scampato all’eccidio di Montesole; don Giuseppe Dossetti jr. che verrà a raccontarci l’esperienza dello zio (omonimo); fr. Matteo Munari, correggese, da alcuni anni in comunità a Gerusalemme; di don Paolo Giulietti, priore della confraternita di San Jacopo e grande pellegrino, di Massimo Toschi, assessore alla pace della Regione Toscana, e di p. Paolo Dall’Oglio, gesuita e fondatore del monastero di Mar Musa in Siria – bellissima esperienza di dialogo interreligioso - espulso a giugno dal suo paese. Questi ed altri incontri renderanno molto ricche le nostre giornate.

Un cammino permette anche a chi rimane a casa di vivere in parte la magia di quest’esperienza. Ne ho avuto prova nei giorni del pellegrinaggio a Gerusalemme e in molte altre occasioni. "Per questo - dice don Giordano - chiedo la collaborazione degli organi di informazione per divulgare e aggiornare le persone a casa". "Avremo con noi - prosegue - due giovani della Pulsemedia che faranno ogni giorno un breve filmato di sintesi, che sarà messo nel sito www.pastoralegiovani.re.it (che da sabato avrà – finalmente – una nuova veste grafica e nuovi contenuti) nella sezione “Facciamo la pace?” insieme ai resoconti giornalieri e ad alcune foto. A tutto questo materiale potete attingere liberamente (indicando la fonte per le immagini e i filmati)".

La partenza dei pellegrini è avvenuta questa mattina dalla cattedrale di Reggio Emilia, alle ore 7, dopo una celebrazione con il vescovo Adriano.

* * *

Diario di viaggio

Sabato 11 agosto

Ci troviamo alle 5 in p.za Vallisneri. I ragazzi arrivano accompagnati da genitori e amici e lasciano i bagagli sul pulmino che ci accompagnerà, tenendosi lo zainetto con le cose per il giorno. Ci avviamo verso la Cattedrale. Alle 6 entriamo, il vescovo Adriano ci sta già aspettando. Lo troviamo sereno e sorridente, a dispetto dell’alzataccia sembra proprio contento di celebrare con noi. Vincendo la lotta contro il sonno iniziamo la celebrazione, sono presenti diversi genitori e amici che vogliono farci sentire il loro sostegno.

Oggi è la festa di santa Chiara, abbiamo scelto questa data per la partenza per il suo significato simbolico, perché Chiara è la prima donna che crede fermamente al progetto di Francesco e lo realizza – per così dier - al femminile.

Il vescovo ci conforta con le sue parole, prendendo a prestito l’inizio dei racconti di un pellegrino russo: “per grazia di Dio sono uomo e cristiano, per azioni gran peccatore” – e qui un primo inciso sul fatto che Dio non ha nessuna paura del nostro peccato e chiama a salvezza proprio coloro che sembrano più lontani. Passo uno sguardo sui futuri pellegrini. Per me è la prima volta che mi trovo a camminare con un gruppo così eterogeneo e tutto da scoprire, nei precedenti cammini ho sempre accompagnati gruppi molto più omogenei e soprattutto ben caratterizzati. Attorno a me stanno tanti adolescenti con la loro voragine verso il futuro che oggi sembra inafferrabile. Alcuni giovani che progettando il futuro hanno sperimentato i primi inciampi. Alcuni adulti che portano il peso degli anni, della vita, e delle contraddizioni che costituiscono l’età matura. Chissà cosa si muove nei loro cuori, chissà perché sono qui in questa alba dove sono attivi solo gli addetti alla spazzatura (“questa è l’ora della spazzatura” – ha osservato il vescovo Adriano alla fine dell’omelia). Chissà che ne può fare l’Altissimo di ciò che ai nostri occhi appare solo spazzatura.

“Nella bisaccia un tozzo di pane secco” – ma voi avrete qualcosa in più, dice il vescovo, lanciando una occhiata carica di complicità ai nostri angeli custodi che ci riforniscono del vitto. £e nella tasca interna del camiciotto – continua il racconto del pellegrino russo – una bibbia”. Non basta il apne secco, e nemmeno quello cucinato con cura dal nostro staff. Serve un pane più profondo, una paroal capace di saziare i nostri cuori. Di quella parola abbiamo veramente fame, ognuno a modo suo.

L’uscita in piazza ci riporta al nostro compito di pellegrini: camminare. Foto di rito, saluti e abbracci e oi via, lungo l’antica via Emilia, verso la nostra prima meta. Alle 9 siamo a Marmirolo e ci concediamo una sosta con un po’ di colazione. Alle 11 a Rubiera e passiamo il ponte sul Secchia. Alle 13 ci fermiamo a Corletto epr il pranzo e un po’ di riposo. Dopo poche ore il gruppo sembra ormai amalgamato, come se ci conoscessimo da sempre. IL passo è spedito, anche se non mancano alcuni che accusano i primi dolori. Il caldo regna e ci opprime, arginato solo raramente da qualche ombra e qualche folata di venticello. Dopo la pausa riprendiamo il cammino, coscienti che manca ormai poco – la tappa è stata pensata leggera apposta per rodarsi un po’. Alle quattro siamo a Baggiovara. Negli ultimi km ci accompagna un venticello leggero che rende tutto meno faticoso. Glie ne siamo grati. L’ospitalità della parrocchia è semplice ma preziosa. Un po’ di docce, sistemazione e lavaggio biancheria, preghiera della sera e la meritata cena, seguita da un bel momento di canti insieme. Tutti a nanna. Stanchi ma felici di essere qui.

A domani.

(don Giordano)

* * *

Lunedì 13 agosto

E' iniziato il cammino Reggio Emilia-Assisi. 400 chilometri da percorrere in quattordici giorni e altrettante tappe. Sono una quarantina i giovani che accompagnati da don Giordano Goccini e da una decina di persone che compongono lo staff si sono mossi dalla Cattedrale di Reggio dopo aver celebrato l'Eucarestia presieduta dal Vescovo Adriano. Sul sito sarà possibile seguire giorno per giorno il cammino. Resoconto 11 agosto 2012 Ci troviamo alle 5 in p.za Vallisneri. I ragazzi arrivano accompagnati da genitori e amici e lasciano i bagagli sul pulmino che ci accompagnerà, tenendosi lo zainetto con le cose per il giorno. Ci avviamo verso la Cattedrale. Alle 6 entriamo, il vescovo Adriano ci sta già aspettando. Lo troviamo sereno e sorridente, a dispetto dell’alzataccia sembra proprio contento di celebrare con noi. Vincendo la lotta contro il sonno iniziamo la celebrazione, sono presenti diversi genitori e amici che vogliono farci sentire il loro sostegno. Oggi è la festa di santa Chiara, abbiamo scelto questa data per la partenza per il suo significato simbolico, perché Chiara è la prima donna che crede fermamente al progetto di Francesco e lo realizza – per così dier - al femminile. Il vescovo ci conforta con le sue parole, prendendo a prestito l’inizio dei racconti di un pellegrino russo: “per grazia di Dio sono uomo e cristiano, per azioni gran peccatore” – e qui un primo inciso sul fatto che Dio non ha nessuna paura del nostro peccato e chiama a salvezza proprio coloro che sembrano più lontani. Passo uno sguardo sui futuri pellegrini. Per me è la prima volta che mi trovo a camminare con un gruppo così eterogeneo e tutto da scoprire, nei precedenti cammini ho sempre accompagnati gruppi molto più omogenei e soprattutto ben caratterizzati. Attorno a me stanno tanti adolescenti con la loro voragine verso il futuro che oggi sembra inafferrabile. Alcuni giovani che progettando il futuro hanno sperimentato i primi inciampi. Alcuni adulti che portano il peso degli anni, della vita, e delle contraddizioni che costituiscono l’età matura. Chissà cosa si muove nei loro cuori, chissà perché sono qui in questa alba dove sono attivi solo gli addetti alla spazzatura (“questa è l’ora della spazzatura” – ha osservato il vescovo Adriano alla fine dell’omelia). Chissà che ne può fare l’Altissimo di ciò che ai nostri occhi appare solo spazzatura. “Nella bisaccia un tozzo di pane secco” – ma voi avrete qualcosa in più, dice il vescovo, lanciando una occhiata carica di complicità ai nostri angeli custodi che ci riforniscono del vitto. £e nella tasca interna del camiciotto – continua il racconto del pellegrino russo – una bibbia”. Non basta il apne secco, e nemmeno quello cucinato con cura dal nostro staff. Serve un pane più profondo, una paroal capace di saziare i nostri cuori. Di quella parola abbiamo veramente fame, ognuno a modo suo. L’uscita in piazza ci riporta al nostro compito di pellegrini: camminare. Foto di rito, saluti e abbracci e oi via, lungo l’antica via Emilia, verso la nostra prima meta. Alle 9 siamo a Marmirolo e ci concediamo una sosta con un po’ di colazione. Alle 11 a Rubiera e passiamo il ponte sul Secchia. Alle 13 ci fermiamo a Corletto epr il pranzo e un po’ di riposo. Dopo poche ore il gruppo sembra ormai amalgamato, come se ci conoscessimo da sempre. IL passo è spedito, anche se non mancano alcuni che accusano i primi dolori. Il caldo regna e ci opprime, arginato solo raramente da qualche ombra e qualche folata di venticello. Dopo la pausa riprendiamo il cammino, coscienti che manca ormai poco – la tappa è stata pensata leggera apposta per rodarsi un po’. Alle quattro siamo a Baggiovara. Negli ultimi km ci accompagna un venticello leggero che rende tutto meno faticoso. Glie ne siamo grati. L’ospitalità della parrocchia è semplice ma preziosa. Un po’ di docce, sistemazione e lavaggio biancheria, preghiera della sera e la meritata cena, seguita da un bel momento di canti insieme. Tutti a nanna. Stanchi ma felici di essere qui. A domani.

* * *

Martedì 14 agosto

Il Reno ci copre on un velo denso di umidità e ci svegliamo un po’ intirizziti. Prendiamo il sentiero che sale a Montesole. La salita è più impegnativa e quando arriviamo Francesco ci stava aspettando da un pezzo. Sono passate le otto. Ci mettiamo in cerchio e lui comincia a raccontare: ci parla di quando aveva diciassette anni e le SS hanno sterminato la sua famiglia e il suo paese. Ci racconta dei fatti incredibili e raccapriccianti con la serenità che solo la distanza di molti anni ha saputo ricostruire in lui. Ci impressionano i fatti che racconta, ma ancor di più la sua prosa semplice e schietta, il suo sorriso liberante, il suo indugiare su piccoli particolari che rivelano significati profondi. Personalmente mi colpisce la sua disarmante fiducia nell’umanità. Proprio lui che ne ha visto con gli occhi immagini di barbarie disumanizzanti. Un incontro lungo, pacato, che ci tiene incollati quasi un’ora e mezza e ci inumidisce più volte le pupille. Un incontro che ci ha trascinati nell’abisso, ma fa bene al cuore. Si riprende il cammino. L’itinerario è molto vario: da parco di Montesole passiamo al cantiere della nuova A1 di Rioveggio (in ferie, per fortuna) dove si intersecano i viadotti della ferrovia, dell’autostrada vecchia e nuova e della Statale: una selva di piloni in cemento armato da cui fuggiamo salendo di nuovo sui monti per ridiscendere nella valle del Sambro e salire a san Benedetto, ospiti della polisportiva locale. Il paese, pieno di turisti, ci accoglie con curiosità e simpatia. La signore Annamaria di 81 anni si commuove per la nostra impresa e ci chiede di ricordarla. Molti altri, a modo loro, ci trasmettono la sensazione che al nostro passaggio si riaccende un sogno. Un gruppo di giovani che affronta un cammino riaccende qualche sogno anche in chi ci accosta per pochi minuti. Ci godiamo questa inattesa popolarità e ne sentiamo tutta l’importanza per noi e per loro. La giornata è stata molto intensa e ci fa ben sperare su ciò che ci attende. Ci infiliamo nei sacchi a pelo pieni di speranza.

* * *

Venerdì 17 agosto

Camminano i ragazzi. Camminano. Guardano i passi di chi li precede. Di chi li precede sul sentiero ma di chi li ha preceduti anche nel cammino della vita. Nel video di oggi la toccante visita al cimitero di guerra tedesca al passo della Futa. Lì sono sepolti migliaia di soldati tedesci morti lungo la linea gotica. Lì a distanza di quasi settant'anni sono passati e si sono fermati i ragazzi del cammino "Facciamo la pace?" Reggio-Assisi.

 

2 COMMENTS

  1. Ciao pellegrini tutti!!!! Come state???? Vvi abbiamo lasciato solo da pochi giorni ma soprattutto a mamme e papà dei più “piccoli” sembrano già tanti: abbiamo letto con gusto la pagina postata dal Don; grazie mille per i colorati aggiornamenti; vi pensiamo bellissimi e in cammino sia dentro che fuori!!!! Rimaniamo vicini nella preghiera a supporto del vostro viaggio… Grazie, siamo fieri di voi, state facendo una cosa molto bella; vi auguriamo che la pace e la perfetta letizia di Francesco vi accompagnino nelle varie tappe!!! Poi ci racconterete anche i testimoni che avrete incontrato!!!!!

    (I Bertacchi da Fosdondo)

  2. Ciao Don Giordano! Hai un bel passo. Dio benedica ogni tuo passo e quelli dei pellegrini che ti seguono. Partecipiamo al tuo cammino con la preghiera. Il sentiero nel quale conduci i nostri giovani è importante per noi genitori e per tutta la società, a volte un po’ disorientata.
    Grazie e buon cammino a tutti.

    (Tonino e File)