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Legoreccio, 68 anni fa

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Domani, domenica 18 novembre, nella frazione di Legoreccio di Vetto si celebrerà il 68° anniversario dell'eccidio. Quello di Legoreccio è uno degli eccidi più terribili e crudeli compiuto dai nazifascisti durante il periodo della resistenza nella nostra montagna reggiana. Nella notte del 17 novembre 1944 circa 200 nazifascisti salirono a Legoreccio per attaccare ed eliminare il distaccamento fratelli cervi di stanza nel paese e formato da 24 partigiani. I nazifascisti erano guidati da una spia locale e riuscirono ad accerchiare i partigiani all'interno ad un edificio del borgo. I partigiani prima cercarono di resistere e di contrattaccare, ma poi si arresero perchè i nazifascisti minacciavano di incendiare e distruggere tutte le case del paese. 18 partigiani furono catturati e fucilati nel paese di Legoreccio mentre altri 6 furono fatti prigionieri, portati a Ciano d'Enza, torturati e poi uccisi alcuni giorni dopo. Erano tutti giovani e giovanissimi uomini dai 16 ai 46 anni provenienti dai comuni della nostra montagna e della nostra provincia e qualcuno anche dalla Toscana.

La commemorazione vuole ricordare ed onorari le giovani vite cadute in nome della libertà, della democrazia e della giustizia.

La manifestazione si svolgerà con il seguente programma:

- ore 10 ritrovo presso l'ex scuola elementare del paese da parte dei rappresentanti dei comuni e delle associazioni combattentistiche;

- ore 10,15 sfilata verso l'oratorio accompagnati dalla Banda musicale di Felina;

- ore 10,30 S. Messa in onore dei caduti presso l'oratorio del paese celebrata dal parroco di Vetto don Giancarlo Denti;

- ore 11,30 deposizione della corona di alloro presso il monumento ai caduti, musiche della Banda di Felina e saluto del sindaco Sara Garofani.

- a seguire saluto di un rappresentante dell'Anpi provinciale e di Iuri Rovatti in rappresentanza dell'associazione studentesca dell'università di Reggio Emilia

- alle ore 11,45 orazione ufficiale da parte del segretario nazionale della Fiom–Cgil Maurizio Landini.