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Bambini a confronto con la Shoah

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Giorno memoria 1

Mattinata significativa quella di ieri in sala consiliare, nel Municipio castelnovese, dove si è svolta una bella iniziativa rivolta alle scuole primarie, nell’ambito delle attività per il Giorno della memoria 2013. Le classi IV della scuola primaria hanno incontrato alcuni ex studenti del Liceo Cattaneo-Dall’Aglio, che nel 2012 erano stati protagonisti di un viaggio al campo di Auschwitz ed anche alcuni discendenti dei montanari che furono deportati nel campo di lavoro di Kahla.

La sala era gremita di bambini, che sono stati accolti e salutati dalle autorità. A partire dal sindaco Gian Luca Marconi: “E’ fondamentale – ha detto ai ragazzi - che già dalla vostra età si capisca l’importanza dei valori per i quali in quel periodo storico si è anche combattuto e tanti hanno vissuto la deportazione: democrazia, solidarietà, giustizia, uguaglianza”.

L’assessore alla scuola Mirca Gabrini ha aggiunto: “Oggi apprendete cose che sarete chiamati a tramandare, perché la memoria di questi eventi, raccontati anche da chi li ha vissuti direttamente, è un patrimonio da preservare”.

Presente anche la Regione Emilia-Romagna, rappresentata da Rosi Manari, che ha spiegato ai ragazzi: “Non si diventa grandi quando si compiono 18 anni: si è cittadini già alla vostra età e come tali dovete essere ascoltati, nelle vostre richieste e domande. Voi vi state costruendo il futuro, ma non esiste futuro senza memoria”.

Sono stati poi due ragazzi, Benedetta e Daniele, che lo scorso anno avevano partecipato al programma dei viaggi della memoria di Istoreco, al campo di sterminio di Auschwitz, a raccontare la loro esperienza e le emozioni che ha suscitato loro: “L’impatto di una visita diretta sui luoghi dell’orrore della Shoah, è molto diverso dallo studio condotto sui libri, ti fa davvero soffrire ma è una esperienza importantissima, formativa”. Hanno poi illustrato, anche attraverso le fotografie da loro scattate nel corso di quel viaggio, quanto avevano visto e li aveva profondamente colpiti: i dormitori, gli spogliatoi, le camere a gas, i forni crematori, poi le sale dove è esposto quanto è stato trovato all’ingresso dei soldati russi, il 27 gennaio 1945: le scatole del zyklon B, il gas velenoso usato per uccidere gli ebrei, montagne di scarpe, di occhiali, quintali di capelli degli ebrei rasati e poi utilizzati per farne filati e tessuti.

“Ma ci sono anche segnali di speranza – hanno concluso i due ragazzi - ogni anno Auschwitz viene visitato da migliaia di giovani, di ragazzi, e tutti tornano a casa con qualcosa dentro da trasmettere”. I ragazzi della classe IV B di Pieve hanno poi illustrato i risultati di un progetto condotto nell’arco degli ultimi mesi: innanzi tutto una ricerca sui deportati di Kahla, poi un plastico della Pietra di Bismantova con attaccati tanti aeroplanini di carta, con messaggi sull’insensatezza della guerra, che alla fine sono stati fatti volare nella sala. Un richiamo alla montagna di Kahla, dove i deportati dell’Appennino furono costretti a scavare i tunnel dove venivano prodotti i caccia della Luftwaffe Me 262. Una ulteriore serie di slide ha riportato i toccanti pensieri sulla guerra scritti da tutti i ragazzi coinvolti nel progetto, che è stato portato avanti sempre in contatto con Rosi Manari e che prossimamente sarà presentato, direttamente dagli studenti, anche all’Assemblea legislativa della Regione.

Erano presenti alla mattinata anche i figli di due deportati a Kahla: Ermete Zuccolini, che non fece ritorno come la stragrande maggioranza di coloro che finirono nel durissimo campo di lavoro della Turingia, e Memo Zanni, che invece ritornò e si impegnò sempre per trasmettere la memoria di quegli anni. A loro i bambini hanno rivolto tante domande, come ai ragazzi protagonisti del viaggio della memoria: domande semplici ma profonde, sulle sensazioni provate ad Auschwitz, sul ritorno dei luoghi dove i propri cari sono morti, su come poterono ritornare coloro che sopravvissero.

Alla fine un saluto a tutti i ragazzi, con commozione per il loro impegno, ed un ringraziamento che ha coinvolto anche gli insegnanti, è stato rivolto dalla dirigente scolastica Carla Canedoli.