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In memoria di Geppe

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Caro Geppe, te ne sei andato nei giorni  piu bui per la democrazia dagli anni del dopoguerra, giorni in cui risuonano echi di populismi sempre più allarmanti,  in cui le istituzioni vengono attaccate... Sai... Ieri i parlamentari del centrodestra  hanno occupato il Palazzo di Giustizia a Milano. Il nostro Parlamento, che dovrebbe essere il "tempio della democrazia", vede (come ha detto bene un nostro senatore) ancora troppi  "mercanti" che neanche l'ultimo responso elettorale ha saputo e voluto cacciare. Tempi bui, Geppe...

Essere in questi giorni  nel mezzo di quella bufera e arrivare oggi qui da te, espressione massima di una generazione che ha guidato la rinascita della democrazia e la ricostruzione, è come saltare da un universo ad un altro, da una dimensione ad un'altra. Tu che hai fatto  del valore delle istituzioni la tua priorità assoluta, della giustizia sociale la tua meta irrinunciabile, ecco, hai fatto in tempo a partire  un attimo prima di vedere il degrado arrivare fin qui.

Dopo una vita interamente dedicata alla politica, ogni giorno, ogni ora, sei  riuscito a vivere i tuoi ultimi giorni con la dolcezza delle cure della tua Irene e le tue ragazze, la tua bella famiglia grande, lasciando fuori, per la prima volta dalla tua casa, un mondo che per tanti versi non ti corrispondeva più. Troppa sofferenza. Troppa delusione. Sì, delusione...

Ma il tuo "seminare"  non è certo stato vano. Oggi questo abbraccio caloroso lo dimostra. Com'e' stato detto... Questa montagna ti deve molto. Con una grande intelligenza e lungimiranza hai lavorato per il progresso e la dignità di questo territorio.  Hai  realizzato progetti coraggiosi  ma soprattutto hai pensato, con altri,  un modello per la montagna che è valido e funziona ancora oggi.

Questa che era campagna diffusa nel dopoguerra, strade bianche, un'agricoltura di sussistenza, piccoli acquedotti, soprattutto era marginalità culturale..... E' diventato un comprensorio moderno, servizi di qualità, un sistema che si muove insieme. La formazione e la cultura come elemento determinante dello sviluppo di un luogo. Una visione tutt'altro che scontata negli anni '60.

Quel disegno condiviso con l' architetto Piacentini che pianificava funzioni e infrastrutture per i decenni successivi prevedeva dimensioni di un bacino forte ma mai separato dal resto del territorio provinciale. Si guardava alla potenzialità dei  numeri ma non era  finalizzato alla quantità in sè, ma alla tenuta della qualità dei servizi di questo bacino. Quantità e qualità insieme. Efficienza e razionalità dei costi. Programmazione e non improvvisazione.

Con  Piacentini  discutevate  di standard dimensionali, di flussi e punti di  attrazioni, ma nello stesso tempo osservavate attentamente le persone e ne consideravate tratti e abitudini. I grandi disegni. I piccoli particolari. Entrambi uomini di grandi concretezze,  entrambi uomini di  utopie e di sogni.

E oggi la tua semina si raccoglie  qui tra tanti  cittadini che ti hanno visto all'opera. Per tanti sei rimasto IL SINDACO. Per  tanti sei rimasto l'amministratore (dell'allora) USL perchè ti sentivano interessato  sempre.... anche dopo e al di là del ruolo che avevi ricoperto. Costantemente intento a "sorvegliare" con il tuo passo felpato con i giornali sotto il braccio,  a verificare, tra uffici e reparti del S. Anna la corrispondenza tra le previsioni e la realtà, tra gli standard previsti dal Piano sanitario regionale e l'effetto "reale" sugli utenti.

Diciamolo, Geppe.... In tempi in cui la distanza tra politica e cittadini è diventata una voragine Tu sei rimasto l'immagine  della Politica con la lettera grande. Quella che puoi condividere o no nei contenuti e a volte neppure nei modi ma che rispetti perchè figlia di una convinzione forte, di razionalità e di riflessione e non di rabbia istintiva e neppure  di potere per il potere. Quella politica che è servita concretamente, per riequilibrare le disuguaglianze, che ha trasformato la "concessione benevola" dei più forti verso i più deboli in "diritti riconosciuti" per tutti. La soggezione del mezzadro o dell'operaio  in orgoglio di categoria, in riscatto.

Soprattutto la politica dell'onestà e la sobrietà nello stile di vita di chi la pratica. La coerenza insomma. La politica che riesce ad avere lo sguardo lungo a prevedere prima.... Hai intravisto prima di altri la strategicità dell'OSPEDALE PUBBLICO, hai previsto l'ASILO NIDO prima che le donne lo chiedessero, hai immaginato una SCUOLA DI MUSICA anche quando i tuoi  compagni la consideravano una scelta borghese ed elitaria ed è diventato un liceo musicale per tutti , in seguito anche di alto valore. Hai difeso l'idea del TEATRO come luogo di cultura e di memoria e non hai lasciato che ci venissero appartamenti anonimi.... E'  stata una delle piu' grandi lezioni che ho avuto da te quel giorno che (arrabbiato il giusto...!) mi hai buttato sul tavolo in ufficio alcune copie delle Azioni popolari  dei cittadini castelnovesi  del 1924 della Pro Cultura e mi hai detto: "Quando la gente non aveva da mangiare si autotassava per finanziare un luogo per la socialità e la cultura; ora che c'è una ricchezza senza
precedenti  non trovi il modo per farci il teatro e mantenerne la funzione pubblica?? E' vergognoso......

Avevi ragione... Rinacque  il teatro. Questa la tua forza...... determinazione e passione. Questa la tua grande capacità di fare scelte amministrative dentro una idea, una visione precisa che aveva tratti fortemente avanzati. E quando viaggi per le montagne d'Italia, forse solo allora, cogli tutta la straordinarietà  di questo nostro modello d'Appennino. L'idea  di  un territorio con una identità forte  ma mai nella logica dell'autosufficienza. Mai con l'idea del "maso chiuso" ma un territorio collegato al resto del mondo. "Globalizzazione e territorialità",
diremmo adesso, una "idea solidaristica" dentro la politica del PCI, dicevamo in quegli anni. Ovvero il forte che aiuta il debole, che si tratti di persone, di territori, di servizi. Il diritto alle pari opportunità di partenza. Molti scrissero di questo.

Qui si realizzò grazie a te e a tanti sindaci che non facevano prevalere il consenso immediato ma il progetto futuro. La politica. La politica che guidava le scelte amministrative  La tua convinzione di sempre. "Ci vuole più politica, non meno", altrimenti prevalgono personalismi, si salvano solo i soggetti e territori  più forti.

Fino all'ultimo hai sostenuto questo tuo pensiero. Fino all'ultimo faticoso respiro sostenuto dall'ossigeno. Fino all'ultimo hai ragionato e analizzato dati in cui intravvedere le tendenze future... Hai scritto note... ci hai ripreso... Anche in questo momento hai voluto cogliere l'occasione perchè riflettessimo insieme, in un luogo istituzionale, non di te, ma della tua storia che è poi storia della montagna...

Abbiamo condiviso gioie e preoccupazioni, abbiamo discusso con forza, ci siamo contrapposti, anche litigato qualche volta, ma sappiamo di avere avuto una grande fortuna nell'aver condiviso un pezzo di strada con te... Importante.
Indimenticabile. Ci porteremo fuori dal buio, riusciremo anche questa volta.... Dormi in pace.... caro Geppe. Grazie per quanto hai fatto...

(Leana)

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